Riflettendo sulla vera natura dell’islam e sulla sfida che ci lancia, emergono due punti essenziali:
1) la chiara volontà aggressiva delle potenze islamiche (Arabia Saudita e Iran e i loro alleati più e meno occulti): le quali (leggendo lo stesso “libro sacro”) hanno meditato, preparato, e stanno combattendo la guerra contro di noi, per cercare di costringerci a diventare come loro o dominarci. E la “religione” è un’arma tattica, non strategica.
È il mezzo, non il fine.
Non si dimentichi che le religioni:
per il saggio sono tutte FALSE, per lo stolto sono tutte VERE, per il politicante sono tutte UTILI.
E questo i dirigenti islamici probabilmente lo sanno benissimo.
Un uomo d’affari italiano di mia conoscenza andò un paio d’anni or sono per ragioni di lavoro a Dubai. Venne invitato a un ricevimento che la “nomenclatura” locale organizzò al piano più alto d’un sontuoso palazzo di quella città. Ricevimento al quale parteciparono alcuni europei e numerosi eminenti personaggi locali. Abbondavano le bevande alcoliche, consumate senza ritegno anche dagli anfitrioni.
Il nostro concittadino lo fece rispettosamente notare a uno degli intervenuti “indigeni”, ricordandogli il divieto di bere alcolici imposto dalla locale legge islamica. Colui lo accompagnò a una vetrata dalla quale si vedeva la sottostante città. E additandogli il suolo gli disse: vede, quelle norme valgono, ma soltanto al piano terreno...
2) la paradossale -e autolesionistica- propensione di componenti importanti della nostra società (le sinistre e certi settori degli ambienti cattolici) nei confronti degli islamisti: non mi stanco di ripeterlo che i portatori della fallita e morente ideologia catto-comunista odiano se stessi e amano chi li distruggerà. Sarà una sorta di “demenza senile”. Roba da indagini psichiatriche, oltre che antropologiche. Roba spinosa… .
In sintesi: siamo in guerra. Piaccia o meno. La quarta guerra mondiale. È una guerra atipica che noi combattiamo anche con la spada aristocratica della sapienza etica, arma da affilare pazientemente ogni giorno. Una guerra che possiede un “fronte interno” e un “fronte esterno” contro i quali combattere.
Come trattare i “veri islamici”, coloro che ottemperano alle prescrizioni coraniche ed emulano Maometto, che si sono stabiliti da noi?
È grave errore e deplorevole forma di razzismo (paradossalmente all’incontrario e con temerario “sprezzo del pericolo” visti certi loro comportamenti) concedere loro “privilegi” che hanno come esito il solo rafforzarli nella staticità puerile della loro aggressiva, petulante e misantropica barbarie auto-ghettizzante ( “ma dai, poverini… sono solo così spontanei… lasciamoli fare, tanto sono una minoranza… tanto non saranno mai pericolosi… questi qui saranno una risorsa per noi, e si adatteranno… ma dai, abbiamo ben più seri problemi pubblici…” ), anziché trattarli al pari di tutti gli altri e favorendone così la evoluzione individuale e sociale.
Ecco alcuni “luoghi comuni” [ tipicamente catto-comunisti ] da superare :
“EEEH! È LA LORO CULTURA…”
come se il praticare la propria “cultura” (invero si tratta di mentalità) costituisse licenza di violare la Legge.
“OOOH! È UNA QUESTIONE POLITICA…”
come se il dovuto rispetto della Legge -da parte di tutti- fosse una questione “politica” e non giudiziaria (e di sicurezza pubblica).
“AAAH! È UN GROSSO PROBLEMA…”
come se a coloro che farfugliano quelle pseudo-giustificazioni, della minaccia islamica importasse qualcosa: mentre in realtà sono totalmente indifferenti (e pure, spesso, ignoranti in materia).
I veri islamici, più presto li tratteremo da adulti più presto lo diverranno.
[Notiamo come da certe loro parti, i loro “bambini” li trattano ben presto da “adulti” (li obbligano ed abituano al digiuno, alla delazione, alla discriminazione, all’odio, alla violenza, all’assassinio…).]
Esigere sempre il rispetto della Legge, ribadendo severamente il concetto della superiorità dei principi del moderno Stato a-religioso (validi evidentemente per tutti) su qualsiasi tema “religioso”, che è da confinare in ambiti individuali e da limitare per l’appunto con la Legge.
Stabilito e confermato questo, il problema islamico si riduce a una questione di gendarmeria, di “ordine pubblico”.
In alternativa sarebbe / sarà decisamente meglio vietare l’immigrazione ulteriore di islamici da noi. E se tra noi qualcuno si convertisse a tale “religione”, ebbene lo si inviti con le buone se possibile, ovvero gli si prescriva con le cattive se necessario (in sintesi: prima parole di consiglio e poi atti di precetto), a emigrare e magari stabilirsi definitivamente in qualche paese islamico (ad esempio la Gran Bretagna …). Gli si revochi finanche la cittadinanza.
Sono “prediche” inutili ? Forse.
Lasciare una traccia stabile nella cronaca e nella storia non è facile (nel bene come nel male). Qui, anche se nessuno ce l’ ha chiesto (se non la nostra coscienza), Noi “Contro – Jihadisti” ci stiamo provando. Si può provare anche senza pretendere di essere originali: basta essere sufficientemente colti e di idee chiare, eticamente onesti, … e magari anche un po’ vanitosi (il che, talvolta, non guasta). In una società tendenzialmente servile è difficile resistere alla tentazione e non tentare di diventare padroni, almeno del proprio destino.