Nessun favore, nessun privilegio pubblico devono essere riservati agli islamici. Inoltre: la “tolleranza” non è un obbligo di legge. E nel Codice Penale italiano non esistono “attenuanti culturali”. E tollerare fatti illegali (per paura o per quieto vivere), ha come solo esito di aggravare la situazione.
La sciagurata propensione delle “sinistre” nostrane verso gli islamici (della quale, e da tempo, ho scritto varie volte tentando di spiegarne le ragioni) in parte potrà anche essere motivata con l’atteggiamento di arrogante e stupido storicismo tipico degli intellettuali “progressisti”. Che è mai lo “storicismo”? Si tratta di quell’atteggiamento di superiorità che manifestano coloro i quali sono convinti di avere capito tutto della vita, della storia umana, della società; di saperne prevedere gli sviluppi, addirittura di poterne determinare gli esiti. Si potrebbe anche definire -in modo elegante- “atteggiamento di errata prospettiva / percezione etno-centrica” con la supervalutazione della propria cultura e, di conseguenza, la sottovalutazione della cultura / mentalità altrui.
Mica male, per sedicenti “progressisti”!
Gli arroganti “storicisti-progressisti” nostrani sono talmente tronfi da nutrire persino la convinzione che nulla e nessuno metterà mai in discussione, tanto meno a repentaglio, le loro (le nostre) “conquiste” di civiltà faticosamente raggiunte lungo tanto tempo. Grave errore di valutazione. Grave temerarietà di menti ottuse. Insistendo col manifestare simpatia, condiscendenza, tolleranza, (beninteso mai ricambiate, se non con ulteriori pretese e tentativi di imporsi) verso gli islamici, gli irresponsabili “progressisti” nostrani (di ambedue i sessi, beninteso) scherzano col fuoco. E si scavano la fossa: innanzitutto “politica” e poi probabilmente anche “fisica”.
Ricordatelo: il fuoco, una volta appiccato, non si lascia guidare dalle “pie” intenzioni degli incendiari.
Gli islamici devono rispettare tutte le nostre leggi, così come le devono rispettare tutti coloro che vivono in Italia, senza necessità di stipulare con essi dei “patti” speciali. Senza elargire loro favori o “tolleranza” pelosa. Gli islamici devono essere trattati come tutti gli altri cittadini. Se non sono disposti a rispettare i nostri doveri non possono godere dei nostri diritti. In Italia di leggi ne abbiamo abbastanza: se se ne esige e ottiene il dovuto rispetto, l’islam-vero (incompatibile con il nostro ordinamento giuridico) si ridurrà caso mai a un problema di “semplice” ordine pubblico. Nient’altro. Lo stiamo ripetendo da anni.
E a chi replica con = “DIRE CHE TUTTI I MUSULMANI SONO VIOLENTI SOLO PERCHÈ ESISTE LA VIOLENZA ISLAMICA EQUIVALE A DIRE CHE TUTTI GLI ITALIANI SONO MAFIOSI PER IL SOLO FATTO CHE IN ITALIA ESISTE LA MAFIA” = faccio osservare come in Italia nessuno osa sostenere che la mafia sia pace, amore, tolleranza, fratellanza… e sono solo i mafiosi che la praticano male snaturandola e ledendone l’immagine… . Mentre a proposito di islam i dissimulatori affermano che sono solo alcune persone a sbagliare: la religione islamica invece sarebbe giusta. Si vede, nella Cronaca e nella Storia, quanto lo sia e lo fu …
Dobbiamo riuscire a fermare i nostri “progressisti” che si stanno gettando scriteriatamente in un abbraccio a esito mortale con l’islam-vero. Non possiamo permettere che la nostra società, che vogliamo libera, civile, progredita, sia compromessa e regredisca a causa della stupidità oscena di alcuni suoi appartenenti.
Il nemico principale degli islamici-veri, come dei “rossi” nostrani, è da sempre la migliore alleata dei cittadini dell’Occidente = la LIBERTÀ. Se non riusciamo noi a difendere i nostri valori, nessun altro lo farà. Se desideriamo salvaguardarli, si deve ammettere che gli islamo-nazisti hanno dichiarato guerra al Mondo Libero. Decidiamo se vogliamo difendere la libertà o se preferiamo piegarci -ancor più- alla crescente intimidazione islamista.
Quanto alla stramaledetta “Unione Europea” la quale spesso ha dimostrato una molto pericolosa islamo-filia: confido di vivere ancora abbastanza per poter ammirarne la fine.