Come diceva ai suoi tempi Montanelli, la sinistra (che perde soltanto il pelo) persevera in uno dei suoi sport preferiti: quello di attribuire le varie patenti di democrazia, costituzionalità, moderazione, e via farneticando.

Uno degli ultimi esempi ce lo elargisce magistralmente Paolo Franchi su uno dei quotidiani più sottilmente e subliminalmente faziosi e politicamente corretti con cui abbiamo la sventura di imbatterci.

Non è certo la prima volta che dalle parti di via Solferino si cerchi di accreditare come non moderata la destra che il leader della Lega Nord sta tentando di ricostruire per dare un’alternativa al gattopardesco progetto del giglio magico, ma stavolta l’ennesima bordata è decisamente caricata a salve. A fronte di un titolo che fa immaginare chissà quali nefandezze da parte del barbuto padano, l’unico argomento a supporto della tesi è la vagamente presunta somiglianza del soggetto politico di Salvini con quello dei lepenisti d’Oltralpe.

L’effetto, per chi legge per intero l’articolo, è infatti quello di un petardo che va in fumo senza fare il botto. D’altronde, la sinistra è sempre stata specialista nell’arte del fumo.

Ma in cosa consisterebbe la mancanza di moderazione? È presto detto.

Prima di tutto nel non accettare l’immigrazione selvaggia che sta riversando centinaia di migliaia di clandestini in stragrande maggioranza islamici sulle nostre coste. Eppure, tempo fa, il Corriere aveva ospitato un coraggioso articolo di Panebianco nel quale il professore si dichiarava senza mezzi termini per il criterio della convenienza e non dell’accoglienza, e per la preferenza di immigrati con cultura affine alla nostra (leggi non islamica). Nessuna penna della corazzata allora diretta da De Bortoli osò replicare al collega, ma neppure la vile incursione squadrista dei centri sociali nello studio universitario bolognese del professore (con gli assalitori a volto scoperto, che si autofilmarono impunemente) venne adeguatamente riportata. Non sappiamo neppure se i responsabili del vandalico atto siano stati denunciati e processati, ma se ti aggiri con un carro armato di cartone per piazza San Marco le celle sono sempre aperte.

In secondo luogo nel ritenere che l’islam sia incompatibile con il nostro sistema valoriale e politico.

Quindi nel condannare senza appello i devastanti effetti dell’euro e dei vari diktat di Bruxelles sulle economie di quasi tutti gli Stati aderenti all’unione europea (che di Europa ha veramente ben poco).

Infine, nel sostenere che le imposte debbano essere drasticamente abbassate e che la famigerata legge Fornero vada abolita o, quantomeno, riveduta e corretta.

Ora, cosa ci sia in ciò di inaccettabile nessuno dei sinistri è in grado di spiegarlo razionalmente; ma siccome la ruspa di Matteo Salvini si sta rivelando tremendamente efficace, sebbene più metaforica (nei confronti delle sinistre) che reale (nei confronti dei Rom), ecco che la riesumata (poco) gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria si è mossa in pompa magna per soccorrere un sempre più precario pinocchio fiorentino. Ma il lungo fermo e la mancata manutenzione ne hanno compromesso non poco gli ingranaggi …

Nel frattempo due veri fascisti antidemocratici, nostalgici e dichiarati (ed in questo caso sto utilizzando degli aggettivi che ritengo del tutto appropriati) come il giornalista Buttafuoco ed il prof. Cardini sono sugli scudi, coccolati ed ospitati in tv e carta stampata. Com’è possibile?

Possibilissimo. Il primo ha sempre mostrato ammirazione per il mondo mussulmano, sostiene che gran parte della sua cultura siciliana provenga dall’Oriente, e recentemente si è pure convertito all’islam. A quello sciita, però, che con la Sicilia ha ben poco da spartire, ma tant’è. Il sig. Buttafuoco è un brillante giornalista e scrittore, al di sopra di ogni critica, e dunque la coerenza è per lui solo un dettaglio (licenza prosaica). A corredo di tali benemerenze, aggiungiamo un suo esibito e profondo antiamericanismo.

Il prof. Cardini è un noto orientalista, anche lui antiamericano e filoislamico, molto apprezzato per aver affermato che, nel corso della storia, quelle tra cristiani e mussulmani siano state solo delle scaramucce. Egli dichiara di essere un convinto cattolico: pur tuttavia chissà che presto non segua l’esempio del genio letterario catanese.

Ma a sinistra nessuno, da Ferrero ad Alfano, osa dire che Buttafuoco e Cardini siano estremisti. Invece un grande di provata fede democratica e liberale come Montanelli, quando era tra i pochissimi - ed a rischio della propria vita - a battersi contro il comunismo, veniva etichettato, con un’espressione coniata contro ogni logica del pensiero, come “estremista di centro”.

Potrei concludere dicendo che sono fiero di essere un non-moderato che la pensa quasi del tutto come Matteo Salvini. Ma, in politica, quella dei moderati è una falsa categoria, la cui (in)esistenza è congeniale soltanto a chi all’argomentazione preferisce la denigrazione e la calunnia. Quando si utilizza il termine “moderato”, lo si deve sempre associare a ciò che viene da esso aggettivato (moderato rispetto a che cosa?). Purtroppo, la totale assenza di argomentazione fa sì che mai si sappia a cosa sia riferita questa osannata moderazione. Forse che sia la sinistra l’unico giudice a poter sentenziare su quali idee e programmi possa operare una destra “moderata”, senza pubblicarne le motivazioni di sorta? O è più semplice recarsi in una libreria ed acquistare il manuale del perfetto moderato?

Concludo invece dicendo che sono fiero di essere solo uno che la pensa con la propria testa. Senza quelle zavorre mentali che, nelle sinistre, sono tragicamente sopravvissute alla tragedia del comunismo.