Cari amici buongiorno e buona Domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate bene in salute fisica, mentale e spirituale.

«È il momento della verità: vincere o cessare di esistere», ha detto ieri il Premier israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso alla Nazione. 
Quanti sono in Italia coloro che sostengono il diritto e il dovere di Israele di fare la guerra a Gaza fino all'eliminazione di Hamas, nella consapevolezza che senza la sconfitta definitiva del terrorismo islamico sarebbe, in prima battuta, l'inizio della fine dello Stato ebraico e, subito dopo, sarebbe l'inizio della fine di questa Europa dalla civiltà decaduta, le cui popolazioni sono condannate all'estinzione per il tracollo demografico, votata al suicidio promuovendo la propria sostituzione etnica e l'islamizzazione delle proprie società? 

Oggi non è sufficiente condannare le atrocità, al di là di qualsiasi disumanità, perpetrate dai terroristi islamici di Hamas lo scorso 7 ottobre, sterminando, decapitando e bruciando vivi neonati, bambini, madri, giovani e anziani israeliani, per il semplice fatto che sono ebrei. 

Oggi è sbagliato invocare a viva voce la fine delle operazioni militari intraprese dall'Esercito israeliano per smantellare l'imponente arsenale dei terroristi islamici e distruggere i circa 500 chilometri di gallerie sotterranee da dove Hamas pianifica e scatena la guerra contro Israele. 
Tutti noi abbiamo a cuore e soffriamo anche per i bambini palestinesi che muoiono nella guerra. Si tratta di vittime innocenti innanzitutto della disumana ferocia di Hamas, che usa i bambini palestinesi come scudi umani, dopo averli indottrinati dall'età di quattro anni a odiare Israele, a usare le armi per uccidere gli ebrei. 
 
Ugualmente sbagliano totalmente coloro che chiedono l'immediato avvio di negoziati di pace, riesumando e ripetendo acriticamente la formula “due Stati per due popoli”. Negoziati di pace con Hamas? Sarebbe la concessione più grande che si potrebbe fare ai terroristi islamici, il coronamento della loro vittoria sul piano politico, dopo il successo dell'attacco terroristico del 7 ottobre. 

Siamo consapevoli che siamo una minoranza i veri amici di Israele, chi è veramente consapevole che la posta in gioco è l'esistenza dello Stato del popolo ebraico, ma anche la nostra civiltà della vita, della dignità e della libertà.
Essere minoranza è il destino di chi sceglie la retta via. Ma solo chi è moralmente integerrimo sarà in grado di coltivare la fede nel miracolo. Israele è minoranza ed è un miracolo, concretizzatosi dopo duemila anni di diaspora del popolo ebraico. I miracoli succedono. Noi crediamo nel miracolo della vittoria definitiva di Israele sul terrorismo islamico, di una pace autentica con i palestinesi, della rinascita dell'Europa laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane. Confidiamo nella saggezza di David Ben Gurion che disse: «Chi non crede ai miracoli non è realista».

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”

Domenica 29 ottobre 2023