Cari amici, così come il più clamoroso e sanguinoso attentato della Storia contemporanea che ha colpito al cuore della superpotenza mondiale, venne valutato come «fantasioso» dagli Stati Uniti prima che i terroristi islamici di Al Qaeda lo perpetrassero l'11 settembre del 2001; anche il più clamoroso e sanguinoso attacco militare che ha colpito all'interno della potenza regionale che vanta tra i migliori eserciti al Mondo, venne valutato come «fantasioso» da Israele prima che i terroristi islamici di Hamas lo perpetrassero lo scorso 7 ottobre. 
Ebbene, noi oggi commetteremmo un errore gravissimo qualora bocciassimo come «fantasiosa» la possibile prossima conquista islamica dell'Europa.

Il successo dei terroristi islamici dei Taliban nel costringere alla fuga gli Stati Uniti da Kabul il 15 agosto 2021, ha ispirato l'attacco dei terroristi islamici di Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre. Ed è probabile che, a loro volta, i terroristi islamici con cittadinanza europea o residenti in Europa, ispirandosi ai Taliban e a Hamas, stiano preparando una insurrezione armata finalizzata alla conquista islamica dell'Europa. 

Qualora Israele non riuscisse a eliminare Hamas, il solo fatto che Hamas sopravviva, verrebbe concepito come una vittoria dei terroristi islamici. Si innescherebbe un processo psicologico, politico e militare in Medio Oriente che, ritenendo che Israele abbia perso la guerra, incentiverebbe tutte le forze islamiche e arabe a coalizzarsi per realizzare l'obiettivo storico e religioso di annientare lo Stato del popolo ebraico. Israele non può perdere nessuna guerra, perché sarebbe l'ultima guerra. 
Subito dopo l'eventuale sconfitta di Israele, i terroristi e gli estremisti islamici in Europa scatenerebbero il “Jihad”, la Guerra santa, per sottomettere l'Europa all'islam, completando con successo la strategia di conquista islamica avviata dallo stesso Maometto ancor prima della sua morte nel 632, concretizzatasi con la sottomissione all'islam della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo che fino al Settimo secolo erano al 97% terre cristiane.
Se gli europei non avessero combattuto e sconfitto gli eserciti islamici a Poitiers nel 732, con la Reconquista in Spagna nel 1492, a Lepanto il 7 ottobre 1571, a Vienna l'11 e il 12 settembre 1683, anche l'Europa sarebbe stata sottomessa all'islam. Maometto profetizzò che anche Roma, dopo Costantinopoli, sarà sottomessa all'islam.  

Se nel 2001 l’Occidente, nel bene e nel male, sosteneva sulla sponda meridionale e orientale del Mediterraneo dei regimi autocratici sostanzialmente laici, Saddam Hussein in Iraq e Gheddafi in Libia, oggi l'Occidente è ovunque schierato al fianco dei Fratelli Musulmani, nemici giurati della laicità e della democrazia sostanziale.
L'Occidente è caduto nella trappola micidiale dell'illusione che per affrancarsi dal terrorismo islamico dei “tagliagole”, coloro che disprezzano la sacralità della vita propria ed altrui, si possa o addirittura si debba allearsi con i terroristi islamici dei “taglialingue”, coloro che, bontà loro, ci risparmiano la vita, promettono che non metteranno le bombe e non si faranno esplodere dentro casa nostra, ma in cambio chiedono ed ottengono la loro piena legittimazione politica come potere egemone nei Paesi a maggioranza islamica e della concessione di “roccaforti islamiche” all'interno stesso dell’Occidente.

L’Occidente non ha compreso che la dittatura islamica si afferma sia con il terrorismo dei “tagliagole”, coloro che sgozzano, decapitano e massacrano uccidendoci fisicamente, sia con il terrorismo dei “taglialingue”, coloro che ci impongono di non dire e di non fare nulla che sia in contraddizione con l’islam, reprimendoci interiormente. Entrambi convergono nell’obiettivo di sottometterci all’islam, ma divergono e confliggono tra loro perché si contendono il potere, perseguendo lo stesso obiettivo con modalità diverse. 
L’Occidente ingenuamente teme i primi e asseconda i secondi, per quanto il nemico più insidioso siano proprio i terroristi “taglialingue”, coloro che dall’interno di casa nostra camuffandosi all’occorrenza all’insegna del precetto della dissimulazione, la taqiya, sancito dal Corano, sono convinti di poterci sottomettere strumentalizzando le nostre stesse leggi democratiche.   

Secondo l’università più prestigiosa del mondo musulmano, Al Azhar, con sede al Cairo, gli oltre 1.200 civili israeliani brutalmente massacrati da Hamas il 7 ottobre 2023, hanno ottenuto ciò che meritavano. Una fatwa, un responso giuridico islamico, emesso il 19 ottobre 2023 dal “Dipartimento della Fatwa” di Al Azhar, afferma:
«Il termine “civili” non si applica ai coloni sionisti della terra occupata. Piuttosto, sono occupanti della terra, usurpatori di diritti, deviatori dalla retta via incarnata dai profeti e palesi disprezzatori della santità del passato storico, la città di Gerusalemme, che comprende la rispettabile eredità islamica e cristiana della città di Gerusalemme.»
Il 4 aprile 2002 lo sheikh Mohammad Sayed Tantawi, nella sua veste di Grande imam dell’Università islamica di Al Azhar, ricevendo al Cairo il deputato arabo-israeliano Abdel Wahhab Darawsheh, pronunciò la seguente fatwa: 
«Le operazioni di martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge islamica. Il popolo palestinese intensifichi le operazioni di martirio contro il nemico sionista, in quanto la manifestazione più alta del Jihad». 
Il “Jihad” è essenzialmente la “Guerra santa islamica”, attuata principalmente con la guerra e il terrorismo, ma anche con altri strumenti demografici, ideologici e finanziari, che convergono nell'obiettivo di sottomettere l'intera umanità all'islam.
L'attuale “Grande imam” dell’Università islamica di Al Azhar, Ahmed Al Tayeb, concepito come il “Papa dell'islam maggioritario sunnita”, individuato da Papa Francesco come il suo principale interlocutore islamico, è un apologeta del terrorismo suicida. Il 4 aprile 2002 Al Tayeb, quando all’epoca era il Mufti d’Egitto, massimo giureconsulto islamico, legittimò il terrorismo suicida affermando: 
«La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah. I paesi, governanti e sovrani islamici devono sostenere questi attacchi». 
Nel 2003 Al Tayeb confermò: 
«Le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica».

La strage efferata di 1200 ebrei in Israele da parte dei terroristi islamici di Hamas lo scorso 7 ottobre, è stata ribattezzata “Tempesta Al-Aqsa”, dal nome della moschea di Gerusalemme dove, secondo il Corano nel 621 Maometto, arrivato dalla Mecca in sella a un cavallo alato, sarebbe asceso al Settimo cielo per incontrare Allah. 
Il fatto che nel 621 a Gerusalemme non ci fosse nessuna moschea, non altera il convincimento islamico che quel viaggio notturno di Maometto sarebbe effettivamente avvenuto, che tutta Gerusalemme sarebbe islamica, anzi tutto il territorio su cui sorge Israele sarebbe islamico, da “liberare” con il Jihad, la guerra santa islamica, più esplicitamente distruggendo Israele e sterminando gli israeliani. 

Ebbene, proprio quando la guerra dell’islam per eliminare Israele e sottomettere l’Europa si manifesta in modo inconfutabile, l’Europa mostra la sua fragilità e la sua vocazione al suicidio innalzando la bandiera bianca della resa all’islam, condividendo l’odio degli ebrei e criminalizzando Israele propugnati dagli islamici, affiancati acriticamente dai pacifinti dell’arcobaleno, emblema della civiltà decaduta, sostenuti pregiudizialmente da Papa Francesco e da parte delle Chiese evangeliche, protestanti e ortodosse.

Oggi più che mai ebrei e cristiani sono chiamati a unirsi e a combattere insieme una comune battaglia per la propria sopravvivenza. Mentre a dividere ebrei e cristiani sono ragioni teologiche, a dividere gli islamici dagli ebrei e dai cristiani sono ragioni esistenziali. La disputa tra ebrei e cristiani si risolve seduti attorno a un tavolo, quella tra gli islamici contro ebrei e cristiani sul campo di battaglia. 

È ora che gli europei e gli occidentali si sveglino dal sonno della ragione che li porta a ripetere «l'islam è una religione d'amore e di pace», «nessuna religione predica l'odio, la violenza e la morte». 
È ora che comprendiamo che la radice del male non sono tanto i terroristi islamici che massacrano, decapitano e si fanno esplodere; non sono tanto i predicatori che dal pulpito delle moschee per 17 volte al giorno, nel corso delle cinque preghiere obbligatorie, condannano di miscredenza gli ebrei e i cristiani; ma che la radice del male è l'islam che si sostanzia di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Ecco perché se vogliamo, dentro casa nostra, sradicare il male del terrorismo e del radicalismo islamico, dobbiamo avere l'onestà intellettuale e il coraggio umano di mettere fuori legge l'islam all'interno del nostro stato di diritto. Solo così potremo salvaguardare la civiltà della vita, dignità e libertà e garantire ai nostri figli di poter essere pienamente se stessi nella nostra casa comune.

Il tema della guerra e della pace non possono essere decontestualizzati, perché il vissuto di ciascuno di noi è contestualizzato in uno spazio e in un tempo specifico, i cui contenuti sostanziano i concetti che rappresentano i fatti e, successivamente, determinano le azioni assunte per salvaguardare il proprio interesse.
Un conto è sostenere il valore morale della sacralità della vita di tutti; un altro conto è l'atteggiamento concreto a cui siamo costretti quando la nostra vita e la vita dei nostri figli è negata e ci viene tolta da chi pregiudizialmente disconosce il nostro diritto ad esistere. 

È del tutto evidente che il valore della sacralità della vita non può sussistere nei confronti dei terroristi islamici che, dopo aver subito un lavaggio di cervello che li ha trasformati in “robot della morte” e li porta a dirci «così come voi amate la vita, noi amiamo la morte», odiano pregiudizialmente e uccidono spietatamente tutti i «miscredenti», a cominciare dagli ebrei e dai cristiani, ottemperando letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto.

La Storia attesta che la guerra è una necessità a cui si è costretti per salvaguardare il nostro diritto alla vita. Recentemente anche la Chiesa cattolica ha affermato il concetto di “guerra giusta” e“guerra umanitaria”. 
La Storia ugualmente attesta che la pace autentica, stabile e duratura, può sussistere solo se una comunità dispone della forza adeguata per salvaguardare il proprio diritto alla vita, confermando la massima tratta dalle “Leggi” di Platone, «Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum», letteralmente «Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra», sintetizzata dai romani in «Si vis pacem, para bellum», «se vuoi la pace, prepara la guerra».

In questa guerra non possiamo essere neutrali, anche se inconsapevolmente. La guerra c'è e la subiamo comunque. O combattiamo per vincere o saremo comunque sconfitti e sottomessi alla tirannia dell'islam.
In questo contesto sostenere, come fa Papa Francesco, che la guerra è di per sé il male e che «ogni guerra è una sconfitta»; inscenare delle oceaniche manifestazioni “per la pace”, anche se di fatto sono schierate con il nostro nemico e spesso svolte violentemente, si traduce nella scelta di suicidarci, rassegnandoci a non combattere e a farci sottomettere dentro casa nostra.

Solo chi non conosce la realtà dell'islam, che si sostanzia di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto; solo chi non conosce o comunque non considera la realtà di 1400 anni di guerre islamiche per sottomettere l'Europa e l'insieme dell'umanità; solo chi è ignorante, irresponsabile e votato al suicidio può immaginare che innalzare la bandiera palestinese o quella arcobaleno possa magicamente tradursi nell'affermazione della “Pace” dentro casa nostra e ovunque nel Mondo. All'opposto, soprattutto ora che il terrorismo islamico di Hamas ha scatenato la guerra contro Israele con la finalità esplicita di distruggerlo in quanto Stato del popolo ebraico, innalzare la bandiera palestinese o quella arcobaleno equivale a innalzare la bandiera bianca della resa incondizionata dentro casa nostra all'islam, il nemico storico dell'Europa, dell'ebraismo, del cristianesimo e del Mondo libero.

Oggi l'Europa è sottomessa a un “potere islamico” che si prefigura simile a quello del nazismo. Anche nei confronti del “potere islamico” l'Europa ha scelto di essere conciliante e di non combatterlo, pur ritrovandosi sempre più sottomessa all'islam dentro casa propria. 
Il “potere islamico” è un insieme diverso e apparentemente conflittuale, in cui i terroristi islamici sono solo la punta dell'iceberg, l'aspetto più appariscente ed eclatante. Ma l'iceberg, che è la realtà di maggior peso, si sostanzia innanzitutto di una umanità prevalentemente giovane, stranieri naturalizzati ma non integrati, che colma il vuoto del tracollo demografico delle popolazioni europee prevalentemente anziane, scristianizzate e relativiste, condannate all'estinzione e votate al suicidio della propria civiltà. 
Il “potere islamico” è già saldamente insediato come un Cavallo di Troia all'interno dell'Europa, grazie a una fitta e incontenibile rete di moschee e scuole coraniche dove si pratica il lavaggio di cervello trasformando le persone in soldati di Allah e in robot della morte; banche islamiche, associazioni umanitarie per la raccolta fondi; macellerie e alimentari halal; centri studi e di formazione dove si insegna l'arte di colpevolizzare gli europei accreditando il reato di “islamofobia”; l'infiltrazione e l'assalto alle istituzioni dello Stato di diritto, strumentalizzando un sistema elettorale spoglio di valori, per sostituire la democrazia con la sharia quando conquistano il potere; il controllo del territorio nelle aree a maggior densità islamica con milizie armate e addestrate alla guerriglia urbana che impongono a tutti i residenti la sottomissione alla sharia, prefigurando la nascita di uno Stato islamico in nuce.

L'atteggiamento dell'Europa di resa a Hitler si riassume in due celebri aforismi di Winston Churchill,  Primo ministro del Regno Unito tra il 1940 e il 1945, protagonista della vittoria degli Alleati contro il nazi-fascismo. Entrambi gli aforismi sono una critica al comportamento del suo predecessore Neville Chamberlain, per la sua resa a Hitler: 
«Una persona conciliante è come uno che dà da mangiare a un coccodrillo perché spera che questo lo mangi per ultimo». 
«Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra».
Ebbene, lo stesso comportamento si verifica oggi con il “potere islamico”. Quest'Europa dalla civiltà decaduta e con la popolazione autoctona condannata all'estinzione, si comporta in modo sempre più accondiscendente con gli islamici, pur di rinviare il più possibile l'inevitabile scontro frontale e l'esito indubbio della nostra sottomissione all'islam. Ed è così che l'Europa sceglie il disonore, anziché combattere da subito il nemico che mira sopraffarci e a sottometterci, ma ciò non ci salverà dal dover subire la guerra. È una guerra in atto, scatenata dal “potere islamico” sui vari fronti militare e terroristico, demografico, ideologico, finanziario, economico, culturale, sociale e politico. In guerra o si combatte per vincere, o la si subisce comunque e si verrà sconfitti e sottomessi.

Oggi come mai difendere, senza se e senza ma, il diritto di Israele a salvaguardare la propria esistenza come Stato del popolo ebraico, corrisponde a difendere il diritto alla sacralità della vita in seno all'intera umanità. La salvaguardia di questo diritto comporta necessariamente combattere e sconfiggere le forze del Male che perseguono ciecamente e ostinatamente l'obiettivo di distruggere Israele e sterminare il popolo ebraico, conformemente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. 
Oggi come mai la retta via è schierarsi al fianco di Israele e al popolo ebraico. Pur nella consapevolezza che siamo in minoranza. Pur prendendo atto che la maggioranza dei “pacifinti” monopolizzano le piazze, le loro urla prevalgono sulla ragione, la loro violenza calpesta il valore della sacralità della vita, mettendo sullo stesso piano il terrorismo islamico e lo Stato di diritto, l'azione e la reazione, il pregiudizio e l'obiettività, il falso e il vero, il male e il bene, l'ingiustizia e la giustizia. 
Am Israel Chai! Viva Israele!

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Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Sabato 27 gennaio 2024


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