Cari amici buongiorno e buona Domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate bene in salute fisica, mentale e spirituale.
Nel lessico politico ufficiale si sta accreditando l'equiparazione di “antisemitismo” e “islamofobia”. Entrambi i concetti vengono concepiti e condannati come una forma di discriminazione e di criminalizzazione del prossimo sulla base della sua appartenenza ad una specifica etnia o popolo, fede o ideologia.
Anche recentemente, a seguito dell'attacco terroristico di Hamas dello scorso 7 ottobre, culminato nella strage di circa 1400 israeliani ebrei e il sequestro di altri 240, a cui ha fatto seguito la legittima risposta militare d'Israele con lo scopo dichiarato di sconfiggere Hamas, gli organi d'informazione del pensiero unico egemone si sono cautelati nell'affiancare la denuncia dell'antisemitismo, concretizzatosi con violente manifestazioni sia contro gli israeliani accusati di perpetrare il “genocidio dei palestinesi” sia contro gli ebrei in varie parti del Mondo; e la denuncia della “islamofobia”, correlato a manifestazioni fortemente critiche nei confronti sia dei terroristi islamici sia dell'islam in quanto è la fede e l'ideologia che ispira il terrorismo islamico.
Ebbene, chiariamo che mentre la discriminazione e la criminalizzazione delle persone sulla base della loro appartenenza etnica, religiosa o anche sessuale è assolutamente condannata dalla nostra Costituzione e dal diritto internazionale, viceversa la critica di una religione o di un'ideologia, anche radicale purché fondata e documentata, rientra nella libertà d'espressione sancita dall'articolo 21 della nostra Costituzione.
Qualora i musulmani come persone dovessero essere discriminati, criminalizzati o essere oggetto di violenze in quanto musulmani, sarebbe un reato. Ma la critica o anche la condanna dell'islam come religione, adducendo una motivazione oggettiva e plausibile, è assolutamente legittima.
Noi riscontriamo che, in linea di massima, la condanna degli israeliani e degli ebrei avviene su un piano personale, per il fatto stesso di essere israeliani o ebrei, anche a prescindere da ciò che fanno nel contesto specifico del conflitto in atto.
Viceversa, la condanna dei terroristi o dei manifestanti islamici, parte dalla denuncia dei crimini e dei reati perpetrati, ma perviene e si concentra sull'islam come fede e ideologia, fino a estendere l'allarme e l'appello a liberarci dall'islamizzazione in atto all'interno di casa nostra, in Italia e in Europa.
È assolutamente legittimo, è un nostro diritto costituzionale ed è un nostro dovere civile condannare l'islam, perché è la fonte che forgia i terroristi islamici che sono i musulmani che ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto; perché è un'ideologia guerrafondaia e intrinsecamente violenta che da 1400 anni persegue l'obiettivo di sottomettere l'Europa all'islam concepito come l'unica vera religione, che condanna l'ebraismo e il cristianesimo come miscredenze, legittimando la discriminazione, l'odio e l'uccisione degli ebrei e dei cristiani.
In conclusione, mentre la condanna dell'antisemitismo, ma sarebbe più corretto definirlo “anti-ebraismo”, è inequivocabilmente da condannare perché concerne gli ebrei in quanto ebrei; viceversa la cosiddetta “islamofobia”, termine comunque sbagliato perché letteralmente significa “paura dell'islam”, un sentimento comprensibile e umano, se viene concepita come il divieto di criticare o di condannare l'islam come religione, sarebbe del tutto inaccettabile e estremamente pericolosa per la salvaguardia della nostra civiltà laica e liberale.
Nel contesto del nostro Stato di Diritto ci ritroveremmo a poter criticare tutte le idee, ideologie e religioni, ad eccezione dell'islam. Ecco perché qualora la cosiddetta “islamofobia”, intesa come il divieto assoluto di criticare e di condannare l'islam, si traducesse in un reato codificato dal nostro ordinamento giuridico, si trasformerebbe nel suicidio del nostro Stato di Diritto, il colpo di grazia alla nostra civiltà comunque decaduta, la nostra morte interiore che ci impedisce di essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.
Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”
Domenica 19 novembre 2023