Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.

Le foto e i video mostrano gli ostaggi israeliani, tra cui bambini e anziani, accolti con commozione dai loro cari, ma con il cuore colmo di dolore per altri 1400 familiari e connazionali trucidati orrendamente dai terroristi islamici di Hamas lo scorso 7 ottobre. Per contro, i detenuti palestinesi rilasciati dalle carceri israeliane per dei crimini commessi, vengono accolti trionfalmente dai loro connazionali come se si trattasse di una vittoria, trascurando la tragedia dei circa 10 mila palestinesi morti, vittime della reazione militare israeliana, così come denunciato da Hamas di cui è confermata la manipolazione dei dati e dei fatti.

Chiariamo perché per i palestinesi si tratta di una vittoria. Per ottenere il rilascio degli ostaggi israeliani, al ritmo di circa 10 ostaggi al giorno, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto tre concessioni:
1-La sospensione della guerra.
2-Il rilascio di 3 detenuti palestinesi per ciascun ostaggio israeliano.
3-Il ripristino delle forniture di cibo, gasolio, attrezzature sanitarie e di prima necessità alla popolazione di Gaza.

Queste tre concessioni hanno come conseguenza:
1-La possibilità che la tregua venga prolungata, ipotesi accettata sia da Netanyahu sia da Hamas, per poter liberare altri ostaggi. Tenendo presente che restano ancora circa 180 ostaggi, si dovrebbe ipotizzare ulteriori 18 giorni di tregua per liberarli tutti al ritmo di 10 al giorno.
2-Hamas si è accreditato come l'interlocutore politico di Israele e, al tempo stesso, come un interlocutore con cui si rapportano gli Stati Uniti, anche se per il tramite del Qatar, che è lo Stato che ospita i capi e finanzia Hamas, e l'Egitto, che è lo Stato sotto la cui giurisdizione ricade il settore meridionale di Rafah, il valico tramite cui avvengono lo scambio tra ostaggi e detenuti, nonché il transito degli aiuti umanitari a Gaza.
3-Hamas ha rinsaldato il fronte interno palestinese, considerando che i detenuti palestinesi vengono liberati a Ramallah, la “capitale” dell'Autorità Palestinese in Cisgiordania, che fu espulsa da Gaza con la violenza e circa un centinaio di morti nel 2007.
4-Israele si scontrerà con una crescente opposizione internazionale alla ripresa della guerra, dopo aver accettato di negoziare con Hamas lo scambio tra ostaggi e detenuti, ripristinando una situazione di calma relativa per la popolazione civile.
   
L'accordo tra Israele e Hamas, ottenuto grazie alla mediazione americana, qatariota ed egiziana, potrà essere prorogato per un massimo di dieci giorni. Ogni 24 ore, finché le armi tacciono, una dozzina di ostaggi israeliani devono essere rilasciati in cambio di tre volte più palestinesi detenuti da Israele. Ogni giorno che passa aumenta quindi il numero degli ostaggi liberati, rispondendo a un'immensa richiesta dell'opinione pubblica israeliana, ma anche permettendo a Hamas di riprendere forza dopo settimane di guerra devastante. Allo stesso tempo, le cancellerie di molti Paesi stanno lavorando per evitare una ripresa dei combattimenti che aggraverebbe ulteriormente la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. 

«Il tempo è contro Israele», ha detto Andreas Krieg, professore presso la School of Security Studies del King's College di Londra, il Royal College of Defense Studies e membro dell'Institute of Middle Eastern Studies, riassumendo il dilemma delle autorità israeliane: da un lato liberare tutti gli ostaggi, dall'altro perdere il ritmo della guerra.

Se è vera l'affermazione di Carl von Clausewitz (1780 – 1831), Maggior generale nell'esercito prussiano, «La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», non è però sempre vero l'opposto, ovvero che la politica possa essere concepita come la continuazione della guerra con altri mezzi. Non lo è sicuramente nel caso della guerra di Israele contro Hamas, come legittima reazione all'attacco terroristico dello scorso 7 ottobre. Così come l'obiettivo di Hamas non è di pervenire ad un accordo con Israele, seppur da una posizione vantaggiosa, ma è la distruzione di Israele, ugualmente e comprensibilmente, l'obiettivo di Israele non è di pervenire ad un qualsivoglia accordo con Hamas, ma di sconfiggere Hamas e affidare il controllo di Gaza ad un'altra autorità palestinese.
Ecco perché questo accordo di tregua e di scambio di ostaggi innocenti in cambio di detenuti criminali potrebbe rivelarsi l'errore fatale di Netanyahu, che sta gestendo la guerra “politicamente” anziché “militarmente”.

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”

Martedì 28 novembre 2023