Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, subito dopo la sua riconferma per un terzo mandato domenica 28 maggio, si è presentato in pubblico ostentando, come è sua consuetudine, entrambe le mani con il palmo aperto facendo il segno del quattro, “Rabia” in turco, piegando il pollice. Lui stesso ha spiegato che le quattro dita puntate in alto stanno per «Un popolo, una bandiera, una patria, una nazione». Mentre la patria è quella turca, nell'ambito dell'integralismo islamico la nazione è la “nazione islamica”, che abbraccia l'insieme dei popoli musulmani, in arabo la “Umma”.
Erdogan è oggi il leader politico dei Fratelli Musulmani, movimento radicale fondato in Egitto da Hassan al Banna nel 1928, che mira a sottomettere l'insieme dell'umanità all'islam. 
Il segno Rabia o Raba'a in arabo, è stato ostentato dai militanti dei Fratelli Musulmani dopo la violenta repressione il 14 agosto 2014 della manifestazione contro la rimozione del Presidente Mohamed Morsi, a loro affiliato, nella piazza Raba'a al Adawiya al Cairo. Il nuovo Governo di Abdel Fattah al Sissi ha ammesso l'uccisione di 638 persone, di cui 43 agenti di polizia. 

La vittoria di Erdogan, che governerà la Turchia per altri cinque anni, è un bene o un male per l'Europa e gli Stati Uniti? Sarebbe stata preferibile la vittoria del suo rivale, il laico e liberale Kemal Kilicdaroglu? 
L'ulteriore domanda è: è un bene o un male, specificatamente per l'Unione Europea, che alla Presidenza della Turchia ci sia un leader che, ottemperando alle condizioni poste, consenta l'ingresso nell'Unione Europea di uno Stato con una popolazione di 85 milioni di musulmani? E che, nei confronti dell'Occidente, assuma una politica interventista al fianco della Nato, di cui l'esercito turco è il più consistente dopo quello degli Stati Uniti?

Ebbene, dopo vent'anni di potere, di cui cinque come Capo del Governo e ben quindici come Presidente dello Stato, è ormai chiara la linea sostanzialmente indipendente dagli Stati Uniti della Turchia di Erdogan, al punto da aver siglato degli accordi militari e nel nucleare con la Russia. Non è un caso che il primo a congratularsi con Erdogan, prima ancora dell'annuncio del risultato ufficiale, sia stato il Presidente russo Putin. Possiamo dedurre che il Presidente statunitense Biden avrebbe preferito la vittoria di Kilicdaroglu.

Per quanto concerne l'Unione Europea, ugualmente è verosimile che avrebbe preferito la sconfitta di Erdogan, perché non ha esitato a scontrarsi e a umiliare i governanti europei; ha ricattato l'Unione Europea con l'arma dei quattro milioni di profughi siriani; persegue l'islamizzazione dell'Europa finanziando la costruzione di grandi moschee; minaccia ripetutamente la Grecia e non rinuncia all'occupazione militare di Cipro che persiste dal 1975; disattende una serie di richieste concernenti i diritti umani, tra cui primeggia la legittimazione dell'ideologia dell'omosessualismo, fortemente avversata da Erdogan.

Personalmente, prendendo atto che Erdogan di fatto allontana la Turchia dall'Europa ed è entro certi limiti autonomo dagli Stati Uniti e dalla Nato anche nella guerra in Ucraina, preferisco che sia lui al potere, pur disapprovando il suo integralismo islamico, la gestione autoritaria dello Stato, il sostegno ai Fratelli Musulmani e a gruppi terroristici islamici tra cui l'Isis, la violazione dei diritti nazionali del popolo curdo, l'occupazione militare di parte del territorio siriano. 
Mentre se avesse vinto Kilicdaroglu, si sarebbero accelerati i tempi dell'ingresso a pieno titolo di 85 milioni di turchi islamici in seno all'Unione Europea; così come la Turchia si sarebbe schierata militarmente con la Nato e contro la Russia in Ucraina. 
Piaccia o meno Erdogan è il male minore, non per ciò che fa ma per ciò che non fa, se abbiamo a cuore un'Italia e un'Europa che salvaguardino una civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”

Martedì 30 maggio 2023