Cari amici buongiorno e buon inizio di settimana. Mi auguro di cuore che stiate bene in salute fisica, mentale e spirituale.
Il primo novembre, Papa Francesco in un'intervista al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, ha detto: «Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo».
In parallelo in Italia e in Occidente si moltiplicano le “manifestazioni per la pace”, esibendo e sventolando la bandiera arcobaleno che è tutt'altro che neutrale, corrispondendo sia all'adesione all'ideologia globalista e relativista che promuove il “Nuovo Ordine Mondiale” abbattendo gli Stati nazionali e scardinando la nostra civiltà dalle radici ebraico-cristiana, promuovendo l'immigrazionismo, l'islamofilia e l'omotransbisessualismo, sia il sostegno ai terroristi islamici di Hamas e alla causa della “Palestina libera”, ovvero alla distruzione dello Stato di Israele e allo sterminio del popolo ebraico.
Questi “pacifinti” non hanno protestato lo scorso 19 settembre quando in 24 ore 120 mila cristiani armeni sono stati cacciati dall'esercito islamico dell'Azerbaigian dalla loro patria, l'Artsakh, ufficialmente conosciuto come Nagorno-Karabakh, dove hanno risieduto per 3 mila anni, replicando il silenzio dell'Occidente al primo genocidio della Storia contemporanea, quando 1,5 milioni di cristiani armeni sono stati sterminati in seno al Califfato islamico turco-ottomano tra il 1915 e il 1919; così come non hanno gremito le piazze quando lo scorso 7 ottobre i terroristi islamici di Hamas hanno perpetrato il più atroce pogrom in terra d'Israele, massacrando circa 1400 ebrei israeliani, sgozzando, decapitando e bruciando anche i corpicini di neonati e bambini.
La verità è che il tema della guerra e della pace non possono essere decontestualizzati, perché il vissuto di ciascuno di noi è contestualizzato in uno spazio e in un tempo specifico, i cui contenuti sostanziano i concetti che rappresentano i fatti e, successivamente, determinano le azioni assunte per salvaguardare il proprio interesse.
Un conto è sostenere il valore morale della sacralità della vita di tutti; un altro conto è l'atteggiamento concreto a cui siamo costretti quando la nostra vita e la vita dei nostri figli è negata e ci viene tolta da chi pregiudizialmente disconosce il nostro diritto ad esistere.
È del tutto evidente che il valore della sacralità della vita non può sussistere nei confronti dei terroristi islamici che, dopo aver subito un lavaggio di cervello che li ha trasformati in “robot della morte” e li porta a dirci «così come voi amate la vita, noi amiamo la morte», odiano pregiudizialmente e uccidono spietatamente tutti i «miscredenti», a cominciare dagli ebrei e dai cristiani, ottemperando letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Il vero problema c'è quando i terroristi islamici controllano un territorio e sottomettono al loro arbitrio una popolazione, lo trasformano in un arsenale e in un avamposto militare per distruggere Israele, usano i civili come “scudo umano” per poter criminalizzare gli israeliani quando sono costretti a reagire, assumendo legittimamente la decisione di porre fine alla tirannia di Hamas, condizione imprescindibile affinché possano esserci le condizioni per una pace autentica tra israeliani e palestinesi.
La Storia attesta che la guerra è una necessità a cui si è costretti per salvaguardare il nostro diritto alla vita. Recentemente anche la Chiesa cattolica ha affermato il concetto di “guerra giusta” e“guerra umanitaria”.
La Storia ugualmente attesta che la pace autentica, stabile e duratura, può sussistere solo se una comunità dispone della forza adeguata per salvaguardare il proprio diritto alla vita, confermando la massima tratta dalle Leggi di Platone «Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum», letteralmente «Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra», sintetizzata in «Si vis pacem, para bellum».
Cari amici, la nostra civiltà della vita sta subendo in Israele e all'interno dell'Occidente una guerra scatenata nel nome dell'islam sia dai terroristi islamici sia dai militanti islamici che convergono nell'obiettivo di sottometterci anche con le armi della demografia, della finanza e del controllo sociale.
In questa guerra non possiamo essere neutrali, anche se inconsapevolmente. La guerra c'è e la subiamo comunque. O combattiamo per vincere o saremo comunque sconfitti e sottomessi alla tirannia dell'islam.
In questo contesto sostenere, come fa Papa Francesco, che la guerra è di per sé il male e che «ogni guerra è una sconfitta»; inscenare delle oceaniche manifestazioni “per la pace”, anche se di fatto sono schierate con il nostro nemico e spesso svolte violentemente, si traduce nella scelta di suicidarci rassegnandoci a non combattere e a farci sottomettere dentro casa nostra.
Andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”
Lunedì 6 novembre 2023