Cari amici buongiorno e Shabbat Shalom. Vi auguro di cuore di stare tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati sereni, fortificati e determinati.
Si susseguono le notizie sulla prossima entrata della Polonia in guerra, al fianco dell'Ucraina e contro la Russia. La Polonia è uno Stato membro della Nato, confina con la Bielorussia, Stato satellite della Russia. Qualora ciò accadesse, scatenerebbe la Terza guerra mondiale, con il rischio di sfociare nella prima e ultima Guerra nucleare mondiale, ipotesi che nessuna persona sana di mente potrebbe auspicare.

«La Nato sta per varcare il Rubicone: polacchi pronti a combattere i russi», ha titolato il 21 giugno il quotidiano La Stampa, riportando un articolo di Domenico Quirico.
L'ambasciatore polacco in Francia, Jan Emeryk Rościszewski, intervistato dalla televisione Lci (canale francese di sole informazioni), lo scorso 19 marzo, aveva detto: «O l'Ucraina difenderà la sua indipendenza o, in caso contrario, saremo costretti a unirci a questo conflitto, perché sono in gioco i nostri valori fondamentali, che sono il fondamento della nostra civiltà, quindi non avremo scelta». 

«L'invasione dell'Ucraina e lo spiegamento delle armi nucleari in Bielorussia hanno accelerato la modernizzazione militare della Polonia rafforzando le capacità di difesa e attacco. Il Paese confinante con l'Ucraina, e nella Nato dal 1999, si candida a diventare il primo esercito di terra europeo. Al momento è classificato il ventesimo esercito più potente del mondo. Basta vedere lo zelo militare che la contraddistingue dal 24 febbraio 2022: è in prima linea nel sostegno convinto a Zelensky contro Putin, nell'aiutare i profughi di guerra (esclusivamente ucraini) e nel bruciare le tappe dell'alleanza atlantica, ma soprattutto dell'asse franco-tedesco, quando si tratta di consegnare a Kiev carri armati e jet. La Polonia - scrive, accendendo una spia rossa, il britannico Telegraph - si candida a diventare una super potenza militare più forte della Gran Bretagna nel giro di neanche dieci anni. La Polonia ha avviato un vasto programma di modernizzazione delle proprie forze armate che nel 2021 contava 120.000 soldati ma l'obiettivo è arrivare a 200.000 a breve e a 300.000 entro il 2035», ha scritto “Il Messaggero”, lo scorso 7 maggio.

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al termine del recente viaggio in Europa, aveva detto che «la nostra vittoria si avvicina». Su Twitter scrisse: «Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna. Torniamo a casa con nuovi pacchetti di difesa. Più armi nuove e potenti per la prima linea, più protezione per il nostro popolo dal terrore russo, più sostegno politico». 
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo aver incontrato Zelensky a Roma il 13 maggio, ha ripetuto per due volte che l'Ucraina vincerà la guerra contro la Russia. Queste le sue parole: «Noi scommettiamo sulla vittoria dell'Ucraina. Abbiamo ribadito al Presidente Zelensky il nostro sostegno a 360 gradi. L'Ucraina sta combattendo una dura battaglia per la difesa dei valori europei di libertà e di democrazia. È un avamposto di sicurezza dell'intero continente europeo e quindi di ciascuno dei nostri cittadini. Sono convinta che l'Ucraina vincerà e che rinascerà più forte, più prospera di prima.»

La realtà sul campo di battaglia è, al momento diversa. La tanto sbandierata controffensiva ucraina per recuperare il Donbass e la Crimea si è impantanata. Secondo la Cnn, che cita fonti militari americane, «L’azione militare delle forze ucraine, nelle sue fasi iniziali, sta avendo meno successo e le forze russe stanno mostrando più capacità di respingere gli attacchi di quanto previsto dalle valutazioni occidentali. La controffensiva non soddisfa le aspettative su nessun fronte» .
Alla luce di questa realtà, ieri il Presidente russo Vladimir Putin ha detto causticamente: «Le riserve di soldati di Kiev non sono infinite. Ma l'Occidente ha deciso di combattere fino all'ultimo ucraino». 

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”

Venerdì 23 giugno 2023