Cari amici buongiorno, buona domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
La verità è oggettiva, assoluta e universale. Ma ciascuno di noi scopre la verità tramite un percorso che è soggettivo, relativo e contingente. 
Perché naturalmente noi siamo la sintesi dell'eredità genetica genatoriale, in aggiunta all'acquisizione culturale espressione della specificità della formazione familiare, scolastica, sociale e religiosa. 
La conseguenza è che individualmente siamo spontaneamente attratti dagli aspetti della verità esteriore che maggiormente combaciano con la nostra realtà interiore. È così che, durante l'incessante percorso della conoscenza che è intrinsecamente illimitato, magistralmente sintetizzato da Socrate nella massima «Più so e più so di non sapere», affermiamo quella dimensione della verità che siamo di grado di recepire, di elaborare e di rappresentare. 

Grazie alla saggezza che si matura con l'esperienza, accrescendo in noi la dimensione della verità oggettiva, assoluta e universale, e con l'inesorabile fluire del tempo che, di fronte all'ineluttabile approssimarsi della morte terrena, ci obbliga ad affrancarci dai residui lasciti soggettivi, relativi e contingenti, acquisiamo la capacità di conciliare la dimensione della verità nella sua integralità e di essere pienamente noi stessi nella nostra integrità.

Ma la verità è una sola. Non c'è una verità esterna e una verità interna. Non sono due verità che ontologicamente sussistono in distinte dimensioni oggettive, assolute e universali. 
La nostra civiltà è decaduta perché nega il concetto stesso di verità, aderendo all'ideologia del relativismo che, correttamente e magistralmente, Benedetto XVI ha qualificato come «dittatura del relativismo», perché ci obbliga a mettere sullo stesso piano tutto e il contrario di tutti, a immaginare che ciascuno di noi possa essere detentore della propria verità e, in definitiva, a negare la sussistenza della verità. Da fine filosofo, in aggiunta a straordinario teologo, Benedetto XVI specificò che la negazione della verità è un'offesa alla ragione, prima ancora che alla fede.

La rinascita della nostra civiltà si realizzerà recuperando e aderendo alla certezza della verità oggettiva, assoluta e universale, che laicamente corrisponde all'accettazione della realtà nella sua integrità interiore e integralità esteriore. Ed è soltanto dopo l'abbraccio della verità, che potremo riscoprire la vera dimensione della dignità e della libertà, istruiti dall'insegnamento di Gesù «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Domenica 26 marzo 2023