Cari amici, buongiorno e buon inizio della Settimana Santa. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
Apprezzo l'iniziativa di Fratelli d'Italia di presentare in Parlamento un disegno di legge per separare le attività commerciali e di raccolta del risparmio delle banche da quelle di investimento e banca d’affari. 
«Consentire alle banche commerciali di fare operazioni speculative è drammaticamente negativo per l'economia reale e lede i più elementari principi di tutela del fondamento sociale ed etico dell'economia», si legge nella proposta di legge. 
«La stretta creditizia è causata dall’attenzione al profitto delle banche sistemiche che le spinge verso attività speculative», si afferma in riferimento al crollo della banca statunitense Silicon Valley Bank (Svb) e il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs e Governo svizzero. 
Nella proposta di legge si da dodici mesi di tempo alle banche, dopo la sua eventuale approvazione, per dichiarare quale tipo di attività intendono svolgere e procedere, se necessario, alla riorganizzazione.

Fratelli d'Italia aveva proposto una legge quasi identica nel 2018, quando il partito era all'opposizione e con Giorgia Meloni come prima firmataria. Ma la proposta di legge non superò neppure l'approvazione della Commissione Finanze e non fu quindi sottoposta al dibattito in Aula.

Il Capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, primo firmatario della nuova proposta di legge, ha detto: «Abbiamo riproposto il disegno di legge perché riteniamo che il tema rientri tra quelli sensibili e quindi meritori di attenzione». E ha precisato: «Non ci sono stati contatti con Palazzo Chigi dal momento che le iniziative parlamentari sono distinte da quelle del governo».

Ebbene, mi domando che credibilità e rilevanza politica possa avere una proposta di legge avanzata da Fratelli d'Italia in Parlamento, senza che venga interessato il Governo capeggiato dal Presidente di Fratelli d'Italia. È fondamentale che sia il Governo a voler approvare questa proposta di legge, ciò che potrebbe concretamente fare disponendo della maggioranza sia alla Camera sia al Senato. 
Chiarire, all'opposto, che si tratta di un'iniziativa solo del Partito Fratelli d'Italia, ma che non coinvolge il Governo, lascia adito al dubbio che la proposta di legge non goda del sostegno degli altri due partiti della coalizione governativa, la Lega e Forza Italia,, o forse non corrisponda più all'interesse della “nuova” Giorgia Meloni “Capo del Consiglio” e non più “Capo dell'opposizione”. 
Se così fosse, dovremmo dedurre che si tratta solo di una manovra mediatica, finalizzata a conquistare dei titoli in televisione e sulla stampa, per accrescere il proprio consenso. Non ci sarebbe da sorprenderci per il fatto che i partiti facciamo proposte di legge e impegnino l'attività del Parlamento, pur avendo la certezza che non verranno approvate, con il solo obiettivo che se ne parli, se ne scriva, se ne discuta per vedere salire l'indice di gradimento nei sondaggi pressoché quotidiani.

Resta il fatto che la questione è estremamente rilevante. La «separazione bancaria» è una legge con cui lo Stato separa l'attività delle banche commerciali, quelle che raccolgono il risparmio dei cittadini e lo reinvestono nello sviluppo del territorio locale, dalle banche d'affari dedite a attività speculative. Sostanzialmente non permette che i risparmi dei cittadini vengano investiti in Borsa o in speculazioni finanziarie.   
Gli Stati Uniti si salvarono dalla «Grande Depressione» del 1929, la più grave crisi economica dopo la Prima Guerra mondiale che successivamente colpì il mondo intero, attuando la «separazione bancaria» con il Glass Steagal Act del 1933. 
Fu il Presidente democratico Bill Clinton nel 1999 a porre fine alla «separazione bancaria» con il Gramm-Leach-Bliley Act, avviando l'ascesa e il predominio delle banche d'affari e della speculazione finanziaria.
In Italia la legge sulla separazione bancaria entrò in vigore nel 1936 sotto il fascismo, con la «Legge Bancaria» che stabilì la nazionalizzazione di Banca d’Italia e la separazione tra banche d’affari e banche commerciali. 
Ma il primo settembre 1993, con il «Testo Unico Bancario», elaborato da Mario Draghi, all'epoca Direttore Generale del Ministero del Tesoro, promulgato dal Governo di centro-sinistra presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, che era stato il Governatore della Banca d'Italia, si pose fine alla «separazione bancaria» e le banche tornarono a poter svolgere sia attività di credito e risparmio sia attività speculativa. Il risultato è che le banche d'affari hanno preso il sopravvento sulle banche commerciali, sono iniziati gli accorpamenti al punto che oggi in Italia non esiste più una sola banca singola ma solo gruppi bancari.

Il fatto rilevante nel fallimento del sistema finanziario mondiale è lo strapotere acquisito da una massa stratosferica di denaro virtuale di natura speculativa, del tutto sconnesso dall'economia reale. In particolare le banche sono piene di «titoli derivati», che secondo uno studio della Banca d'Italia del 2018 era pari a 2,2 milioni di miliardi di euro, cioè l’equivalente di 33 volte il valore del Pil mondiale. 
A livello dei 27 Stati dell’Unione Europea, l’ammontare dei titoli derivati nel 2018 era di 660 mila miliardi di euro, pari a 44 volte il Pil dell’Unione Europea. Le banche tedesche e francesi sono quelle che detengono la quota maggiore di titoli derivati, definiti «titoli tossici» e «titoli spazzatura» quando nel 2008 ci fu il tracollo della banca d'affari americana Lehman Brothers. Solo la Deutsche Bank deteneva 48,26 mila miliardi di euro di titoli derivati, pari a 14 volte il Pil della Germania e a 30 volte il Pil dell’Italia.

Alla base di questa sfacelo finanziario, attestato dal fatto che il debito mondiale è pari a tre volte il Pil (Prodotto interno lordo) mondiale, è che la moneta viene creata dalle banche dal nulla, con la conseguenza che lo Stato non può fare altro che accumulare sempre più un debito che è incontenibile e inestinguibile. 
Ciò è ancor più marcato con l'euro, emesso dalla Banca Centrale Europea e concesso solo alle banche commerciali, obbligando lo Stato a emettere titoli di debito per poter disporre della moneta, avviluppandosi in una spirale suicida in cui lo Stato è costretto a contrarre nuovo debito per ripianare l'interesse sul debito contratto. 
L’unica soluzione per affrancarci dalla morsa mortale del debito è che la moneta venga emessa dallo Stato e non più dal sistema bancario, tornando ad un modello di gestione del credito che fino al 1980 aveva garantito il controllo delle masse debitorie e favorito lo sviluppo industriale, quando la Banca d'Italia, che era interamente dello Stato, mentre ora è al 94% detenuta da privati, acquistava le obbligazioni emesse dal Ministero del Tesoro e che non venivano assorbite dal mercato. In questo modo il debito dello Stato era una partita di giro tra due istituzioni dello Stato e non gravava sullo sviluppo del Paese.

Cari amici, non è serio e neppure fattibile limitarsi ad affrontare un segmento della realtà del tracollo finanziario mondiale, senza occuparsi delle fondamenta di un sistema che è strutturalmente marcio, corrotto e disumano. 
Solo rimettendo al centro l'economia reale, attribuendo alla moneta la funzione di strumento che parametra il valore della ricchezza che si sostanzia di beni e servizi reali, ma che non sostituisce la ricchezza; definendo un sistema di sviluppo finalizzato alla crescita del benessere dei cittadini e non del lucro degli speculatori finanziari; perseguendo il traguardo della migliore qualità di vita e non della quantità di denaro, noi realizzeremo il bene primario degli italiani e l'interesse supremo dell'Italia. Ciò si traduce concretamente nell'affrancamento dalla dittatura dell'euro e dalle imposizioni finanziarie e economiche dell'Unione Europea, che stanno ridotto l'Italia ricca in italiani poveri.

Andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Lunedì 3 aprile 2023