Cari amici buongiorno e Shabbat Shalom. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.

È grave il fatto che, in un primo tempo, il Ministero dell'Interno abbia autorizzato delle manifestazioni indicate formalmente come “pro Palestina”, proprio domani, 27 gennaio, nel “Giorno della Memoria”, data stabilita dalle Nazioni Unite per commemorare i 6 milioni di ebrei sterminati nella Shoah, l'Olocausto perpetrato dalla Germania nazista.

Ed anche la revoca di questa autorizzazione evidenzia tre fatti altrettanto gravi.
Innanzitutto, il fatto che il Ministero dell'Interno non faccia nemmeno menzione della volontà, da parte degli organizzatori delle manifestazioni “pro Palestina”, di accreditare il messaggio che a Gaza sarebbe in atto un “genocidio del popolo palestinese”, che andrebbe messo sullo stesso piano della Shoah, con la conclusione che oggi più che commemorare i 6 milioni di ebrei sterminati nelle camere a gas con la deliberata volontà di annientare il popolo ebraico ovunque nel mondo, si dovrebbero commemorare i circa 20 mila palestinesi che, secondo il resoconto tutt'altro che affidabile di Hamas, sarebbero morti nella legittima reazione di Israele a una guerra scatenata dai terroristi islamici il 7 ottobre 2023, perpetrando il più sanguinoso pogrom degli ebrei dalla Shoah. 

In secondo luogo, sembra che il Ministero dell'Interno, che in questo caso recepisce e rappresenta il Governo italiano attualmente presieduto da Giorgia Meloni, non sappia o sottovaluta il fatto che queste manifestazioni non sono “pro” uno Stato della Palestina che conviva pacificamente al fianco di Israele, ma sono “contro” il diritto di Israele ad esistere come Stato del popolo ebraico. Lo slogan che viene ossessivamente scandito, “Palestina libera”, a cui segue l'affermazione “Dal fiume al mare”, ovvero dal Giordano al Mediterraneo, indica esplicitamente che Israele deve essere semplicemente cancellato dalla carta geografica. Si tratta di una indubbia apologia di distruzione di Israele e di sterminio del popolo ebraico, che – se il diritto internazionale avesse una sua sacralità – dovrebbe essere condannato come crimine contro l'umanità.

In terzo luogo, il fatto che la revoca è stata decisa solo dopo la comprensibile e doverosa protesta delle comunità ebraiche, prendendo atto che a 79 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli ebrei vengono tuttora lasciati soli nella loro battaglia per salvaguardare il proprio diritto alla vita, negato da chi coltiva un pregiudizio millenario, nato in ambito cristiano che offende l'ebraicità di Gesù, e sviluppatosi in ambito islamico che concepisce non solo gli ebrei, ma anche i cristiani, alla stregua di “miscredenti” da discriminare, odiare, sottomettere, uccidere.

La «sacralità», per il Ministro dell'Interno Piantedosi, l'avrebbe il  «diritto di manifestare». A suo avviso, «Le manifestazioni possono essere compresse o limitate solo se ci sono motivi seri di ordine pubblico». Di conseguenza, secondo Piantedosi, «alcune manifestazioni, al di là delle intenzioni degli organizzatori, potrebbero avere evoluzioni lesive di alcuni valori sanciti dalla legge, come la commemorazione della Shoah. Confido nelle autorità di pubblica sicurezza, specie a Roma e Milano, che stanno incontrando gli organizzatori per vedere se differire le manifestazioni in altri giorni, non per negare un diritto, ma per renderle compatibili con i valori.»

Quindi, per il Ministro dell'Interno le manifestazioni, cosiddette “pro Palestina”, sono assolutamente «sacre» e sarebbero «un diritto». Questo è il testo della circolare di Pubblica sicurezza inviata ai questori sul territorio che dispone il rinvio: 
«Il 27 gennaio p.v., come noto, ricorre la “Giornata della Memoria”, in occasione della quale si svolgeranno, in ossequio all’art. 2 della Legge 20 luglio 2000 n. 211, iniziative, cerimonie, incontri in ricordo delle vittime dell’Olocausto e di coloro che a rischio della vita si sono opposti al progetto di persecuzione e sterminio. Per la stessa data in alcune province sono state preavvisate, in relazione al conflitto in atto in Medioriente, iniziative a favore della causa palestinese ed è probabile che ulteriori manifestazioni con analoga finalità possano essere organizzate sul territorio nazionale per il medesimo giorno. 
Si tratta di iniziative che se svolte in concomitanza con la predetta ricorrenza, potrebbero assumere connotazioni lesive, sotto l’aspetto formale organizzativo e contenutistico, del valore nazionale che la Repubblica Italiana ha attribuito con la citata legge allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico. Risulterebbe, altresì, violato il valore universale che alla giornata del 27 gennaio è stato riconosciuto dalla Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in data 1° novembre 2005. 
Nondimeno, le suddette manifestazioni potrebbero determinare, anche in relazione all’attuale contesto conflittuale internazionale, il sorgere di tensioni con il conseguente rischio di effetti negativi sulla tenuta dell’ordine pubblico e sociale. Per questo motivo i questori sul territorio sono invitati a valutare, con riguardo alle iniziative organizzate a sostegno della causa palestinese, l’adozione, ai sensi dell’art. 18 de T.U.L.P.S., di prescrizioni di tempo che ne prevedano il rinvio alla giornata successiva o ad altra data, così garantendo la libertà di manifestazione che, ne caso di specie, va contemperata con il valore attribuito alla “Giornata della Memoria”. Dovranno comunque essere predisposte idonee misure di prevenzione e sicurezza, in considerazione della perdurante minaccia terroristica, prevedendo l’attuazione di dispositivi di ordine pubblico adeguati fronteggiare eventuali azioni promosse in violazione dei provvedimenti adottati nonché il potenziamento delle misure di vigilanza agli obiettivi e siti di qualsiasi natura ritenuti potenzialmente esposti a rischio».

Prendiamo atto che per il Ministero dell'Interno, le manifestazioni “pro Palestina” sono «sacre» e sono «un diritto», anche se sono fonti di tensioni, minacciano l'ordine pubblico, potrebbero culminare in attentati terroristici contro obiettivi ebraici. Mi domando: tutto ciò che il Ministro dell'Interno ha detto per giustificare la revoca delle manifestazioni  “pro Palestina”, non erano note anche prima di accordare l'autorizzazione?

Ieri mattina, nell'Università Roma Tre, intervenendo alla “‘Giornata della memoria 2024 per non dimenticare”, il Presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha detto: «Il mondo capovolto è pensare di poter autorizzare un corteo antisemita che usa e abusa le parole di Primo Levi come arma contro di noi. Il tragico risveglio del 7 ottobre dimostra quanto sia facile capovolgere il mondo, essere negazionisti. Noi ebrei non abbiamo paura, non più dai tempi dei rastrellamenti, non ci nasconderemo più e non staremo in silenzio». 

Neanche noi, fedeli alleati di Israele e sinceri amici del popolo ebraico, non staremo in silenzio. Innanzitutto perché noi crediamo nella sacralità della vita di tutti, a partire dalla sacralità della vita del popolo ebraico e dello Stato di Israele, proprio perché è l'unico Stato al mondo di cui la totalità degli Stati islamici, compresi quelli che per opportunità hanno allacciato delle relazioni diplomatiche, negano il suo diritto a esistere. In secondo luogo perché siamo assolutamente consapevoli che il nemico che minaccia il diritto di Israele ad esistere, è lo stesso nemico che minaccia il diritto dell'Europa ad esistere e da 1400 anni non ha mai rinunciato a sottomettere anche l'Europa alla dittatura dell'islam.

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”

Venerdì 26 gennaio 2024 

Chi fosse interessato ad aderire alla Casa della Civiltà, “Associazione di Comunità locali - Per l'Italia nostra amata Patria”, a condividere il successo della missione per essere pienamente noi stessi dentro casa nostra, elevare l'amata Italia nel Paese numero 1 al Mondo per la qualità della vita, può farlo sottoscrivendo la nostra Proposta e compilando il Modulo di adesione presenti nel nostro sito www.casadellacivilta.com