Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate bene in salute fisica, mentale e spirituale.

Dopo aver risposto a centinaia di messaggi natalizi che piombano sul cellulare nell'arco di quattro giorni, dall'antivigilia fino a Santo Stefano, comprendiamo in modo inequivocabile che non possiamo avere veri rapporti personali con tutti, che  dobbiamo selezionare le persone sulla base delle affinità elettive. Il messaggio che ci viene trasmesso è che la nostra natura umana è stata concepita per una vita improntata alla qualità non alla quantità delle persone. Sul piano sociale e politico, il messaggio ulteriore è che l'ambito naturale della vita è la micro-dimensione del localismo, non la macro-dimensione del globalismo.

È vero che a taluni, non a tutti, può anche far piacere ricevere una valanga di auguri per le principali festività, anche se in gran parte sono messaggi stereotipati e anonimi, un unico testo che viene diffuso a centinaia di contatti con un semplice click. La spersonalizzazione e l'automatismo dei messaggi conferiscono un carattere di freddezza e un calcolo di opportunismo che mal si conciliano con lo spirito dell'amore del prossimo e della gioia di condividere un evento rilevante per la fede che ci accomuna.

Ma resta il fatto che non si possono passare le festività a rispondere ai messaggi. Il problema sussiste perché gran parte di chi li scrive, si attende, anzi esige una risposta. Se non riceve la risposta si offende; se la risposta arriva tardi, dopo qualche giorno o magari settimane, si sente trascurato, sminuito nella scala affettiva, non preso in debita considerazione. La correttezza imporrebbe che chi invia un messaggio di auguri lo faccia per una sua autonoma scelta, senza aspettarsi o pretendere la risposta.

Ognuno deve essere lasciato libero di vivere il giorno di festa come più gli aggrada, anche spegnendo il cellulare, per dedicarsi interamente ai propri affetti familiari e personali. Senza avere l'ansia di rispondere ai messaggi di tizio, caio o sempronio che potrebbero irritarsi o risentirsi. 
E se lo facessimo tutti cominciando a spegnere il cellulare dal 30 dicembre per riaccenderlo soltanto il 2 gennaio, magari attivandolo soltanto per fare gli auguri ai familiari più stretti e agli amici più intimi? Trovo giusto e doveroso che ciascuno possa trascorrere i giorni speciali dell'anno in modo speciale, adempiendo al dovere di essere pienamente se stesso nella propria sfera personale, esercitando il diritto di essere padrone a casa propria.

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”

Mercoledì 27 dicembre 2023