Buona domenica del Signore amici. Oggi nella terza domenica di Quaresima la Chiesa cattolica nella sua liturgia commemora l’evento di Gesù che cacciò i mercanti dal Tempio. In Giovanni 2, 13-17 si legge: «Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!” I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: “Lo zelo per la tua casa mi divorerà”.».

La cacciata dei mercanti dal Tempio è una testimonianza per i cristiani della specificità e diversità della fede in Gesù, concepito come vero Dio e vero uomo nato, morto e risorto, rispetto alle altre religioni.

Ebbene nella sua visita in Iraq, che si concluderà domani, Papa Francesco ha consolidato la tesi di una spiritualità comune dell’ebraismo, cristianesimo e islam perché discenderebbero da Abramo, presentato nella sua terra natia a Ur dei Caldei come “padre” unico di quelle che in una ricorrente litania vengono indicate come le  “tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche, del Libro”.

In parallelo Papa Francesco ha reiterato la tesi secondo cui tutte le religioni sono sostanzialmente uguali perché si fonderebbero sulla fede in Dio e sull’amore del prossimo, e di conseguenza i terroristi islamici sarebbero la manifestazione di una perversione del “vero islam”.

In un video-messaggio diffuso prima della sua partenza in Iraq venerdì 5 marzo, Papa Francesco dice: «Giungo tra voi come pellegrino di pace, a ripetere: 'Voi siete tutti fratelli”. Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un'unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani». Ieri a Ur dei Caldei, dove si è tenuto un incontro interreligioso, Papa Francesco ha chiarito: «Dio chiese ad Abramo di alzare lo sguardo al cielo e di contarvi le stelle. In quelle stelle vide la promessa della sua discendenza, vide noi. E oggi noi, ebrei, cristiani e musulmani, insieme con i fratelli e le sorelle di altre religioni, onoriamo il padre Abramo facendo come lui: guardiamo il cielo e camminiamo sulla terra».

A proposito della tesi secondo cui tutte le religioni si fonderebbero e predicherebbero l’amore per il prossimo, Papa Francesco ieri a Ur dei Caldei ha detto: «Ecco la vera religiosità: adorare Dio e amare il prossimo. Nel mondo d’oggi, che spesso dimentica l’Altissimo o ne offre un’immagine distorta, i credenti sono chiamati a testimoniare la sua bontà, a mostrare la sua paternità mediante la loro fraternità». «Da questo luogo sorgivo di fede, dalla terra del nostro padre Abramo, affermiamo che Dio è misericordioso e che l’offesa più blasfema è profanare il suo nome odiando il fratello. Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione. E noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Anzi, sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti. Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell’odio!».

Apprezzo il fatto che Papa Francesco sia stato il primo Papa a recarsi in Iraq, dopo il divieto di Saddam Hussein a Giovanni Paolo II di recarvisi nel 1999, anche se si tratta comunque di una visita tardiva considerando che in vent’anni sono scomparsi i due terzi dei cristiani residenti, costretti alla fuga dalle guerre, massacrati dai terroristi islamici sunniti, repressi da tutti i musulmani. Così come apprezzo la volontà di Papa Francesco di favorire uno spirito di fraternità tra le differenti confessioni ed etnie che compongono la realtà dell’Iraq.

Ma Papa Francesco sbaglia nel ribadire che ebraismo, cristianesimo e islam adorerebbero lo stesso Dio, perché l’Allah islamico è uno dei 365 idoli del Pantheon politeista arabo e non è in alcun modo paragonabile né al Dio unico dell’ebraismo né al Dio uno e trino del cristianesimo. 

Papa Francesco sbaglia a ribadire che Abramo sarebbe il “padre” unico degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani perché l’Abramo coranico è solo un omonimo dell’Abramo biblico, che secondo il Corano sarebbe vissuto alla Mecca, sarebbe il fondatore dell’islam, avrebbe lui edificato la Kaaba, il principale luogo di culto sacro dell’islam nel punto della Terra che corrisponderebbe al trono di Allah nei Cieli. 

Papa Francesco sbaglia a ribadire che ebraismo, cristianesimo e islam sarebbero in ugual modo delle religioni fondate sull’amore del prossimo, perché Allah nel Corano ordina di discriminare, odiare e uccidere i non musulmani, ma soprattutto perché Maometto ha perpetrato crimini contro l’umanità combattendo, uccidendo, sgozzando e decapitando personalmente i non musulmani, culminando nella strage di circa 900 ebrei della tribù dei Banu Quraisha nel 627 a Medina. 

Papa Francesco sbaglia nel ribadire che i terroristi islamici sarebbero delle schegge impazzite che devierebbero e profanerebbero il “vero islam”, mentre la verità è che all’opposto i terroristi islamici sono i musulmani che più di altri ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che Maometto ha detto e ha fatto. 

Papa Francesco sbaglia nel sovrapporre la dimensione della persona con la dimensione della religione, ritenendo che il doveroso amore cristiano del prossimo insegnatoci da Gesù debba automaticamente e acriticamente tradursi nella legittimazione della religione del prossimo, a prescindere dall’assoluta incompatibilità di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto non solo con i valori che sostanziano il cristianesimo, ma anche con le leggi laiche dello Stato e con le regole su cui si fonda la civile convivenza.

Cari amici, è da 1400 anni che l’islam codificato nel Corano e praticato da Maometto combatte su vari fronti per sottomettere l’Europa e l’insieme dell’umanità, dopo aver sottomesso la sponda meridionale e orientale del Mediterraneo. Se noi europei non vogliamo fare la fine dei cristiani che sulle altre due sponde del Mediterraneo costituivano il 98% della popolazione prima delle invasioni islamiche nel Settimo secolo e ora sono circa il 5%, dobbiamo avere l’onestà intellettuale e il coraggio umano di mettere fuori legge l’islam come religione dentro casa nostra, nel più assoluto rispetto dei musulmani che scelgono di condividere la nostra casa comune rispettando le nostre leggi, ottemperando alle regole della civile convivenza, condividendo i valori che sostanziano la nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe. Solo se saremo forti dentro casa nostra assicurandoci il rispetto incondizionato da parte di tutti, noi potremo essere forti ovunque nel mondo assicurandoci il rispetto incondizionato da parte di tutti. 

Noi che amiamo l’Italia andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà per riscattare l’Italia come Stato nazionale indipendente e sovrano, per affermare il primato del bene degli italiani, per far rinascere la nostra civiltà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

7 marzo 2021