Azer Sherif è stato picchiato due volte e minacciato di morte. Primo Levi descrive le sensazioni di paura e vergogna che nascono dal subire un’aggressione fisica soprattutto se ripetuta (I sommersi e i salvati, ed Einaudi). Il mondo non è più lo stesso. L’adrenalina è sempre latente. Qualsiasi fruscio diventa paura. Il coraggio nasce nella mente, nel pensiero, la paura nel corpo. Una persona può aver deciso nella sua mente, nella sua anima di avere il coraggio di rischiare la propria vita e l’incolumità per l’amore di Dio e della libertà, che è il più alto dei suoi doni, ma questo non toglie la scarica di adrenalina, la contrazione della muscolatura liscia, la tachicardia. Come hanno sperimentato i deportati dei lager, come quelli dei gulag e dei lagoi cinesi, cambogiani e birmani, la “punizione” fisica genera vergogna. Il nostro cervello ancestrale vive l’aggressione fisica come “punizione” di una colpa o una sconfitta . Anche quando è gratuita, quando sappiamo che siamo degli eroi, si creano i neurotrasmettitori della vergogna, vengono secreti gli ormoni da stress.
Sherif è stato aggredito due volte. Conosco Sherif. Il suo sorriso non è più quello di prima.
Sarebbe stato diverso, la seconda aggressione non ci sarebbe stata, se qualcuno dei nobili si fosse accorto di lui. I nobili sono i moralmente superiori, Gad Lerner, Michele Santoro, e tutti gli altri che sanno che cosa è l’etica, che del cristianesimo e della civiltà occidentale, di Stati Uniti e di Israele, vedono sempre e solo il peggio, e che giudicano in base a questo peggio. Dell’islam vedono solo il non peggio. Nell’islam il meglio non c’è, dall’undicesimo secolo il pensiero è fermo: nessun antibiotico scoperto in Arabia Saudita, nessuna nuova particella sub atomica scoperta negli Emirati e tutti i romanzi e i saggi di grandissimo valore scritti da persone nate nell’islam sono tutti opera di dissidenti, tutti costretti a vivere insieme alla paura e al rischio.
Se attorno a Sherif si fosse alzato un coro, se la sua voce e la sua faccia fossero arrivati ai salotti buoni della Repubblica, allora sarebbe stata una vittoria della libertà, e soprattutto non ci sarebbe stata la seconda aggressione. Se alla manifestazione fossimo stati migliaia la libertà sarebbe stata un valore affermato. Se quattro cristiani avessero aggredito un islamico al grido di islamico di m… , ve li immaginate i moralmente superiori del salotto buono? Dove accidenti sono i moralmente superiori del salotto buono? Perché non erano con noi alla manifestazione per la libertà di pensiero nel quartiere di Porta Palazzo a Torino? Quel quartiere è il primo punto dell’Italia dove la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo è stata abrogata. Nessuno si faccia illusioni, gli altri quartieri andranno a seguire. Anzi, Porta Palazzo è il secondo quartiere dove la libertà e la decenza: il primo è costituito dal salotto buono dei moralmente superiori.
Non alla manifestazione, certo, chi il coraggio non ce l’ha non se lo può dare, ma a casa di Sherif è venuto anche un uomo di religione islamica a esprimere la sua solidarietà, a spiegarci che il vero islam non è quello e che sono fatti isolati. Noi ci chiediamo con accorato e rinnovato interesse quale sia il vero islam e dove abiti: probabilmente è vicino di casa del comunismo dal volto umano, che anche lui senz’altro esisteva nel paese di Utopia, letteralmente in nessun luogo, mentre decine di milioni di creature umane venivano annientate, quel comunismo in cui Gad Lerner e Michele Santoro hanno tanto creduto, e che quindi deve esistere, su un isola deserta, appunto, insieme all’altro islam, quello vero, e a Elvis, che in realtà non è mai morto e quindi vive.
Perché l’indignazione dei moralmente islamici si limita al nazismo tedesco e si ferma davanti al nazismo islamico? Il nazismo ha due anime, tedesca e islamica, lo hanno detto Hitler e il Gran Mufti di Gerusalemme che, lui, il Corano lo aveva letto, quindi cosa accidenti sia il vero islam forse lo sapeva. I tre iman di Torino si sono ben guardati dal farsi vedere e allora possiamo dichiarare che le aggressioni di Sherif sono la manifestazione del vero volto dell’islam, parola oscena e tremenda che vuol dire sottomissione.
In tutto il Corano non una sola volta è contenuta la parola libertà, non una sola volta la parola amore, non una sola volta la parola perdono, perché l’islam è la negazione dell’amore per l’umanità, del perdono, e soprattutto della libertà.
L’islam non è una religione, non ne ha le caratteristiche antropologiche (Claude Levi Strauss), o se preferite è una religione atea, nel Corano Dio non c’è.
L’islam è un sistema politico militare per asservire il mondo.
Non è bello da dire, sarebbe bello fosse falso.
È vero, e chi nega questa realtà o è molto disinformato o sta mentendo.
Islam vuol dire sottomissione. Se cercate aspiranti sottomessi rivolgetevi ai nati servi dei salotti buoni.
Noi non ci sottometteremo mai.