Cari amici buongiorno, buona Domenica delle Palme e buona Festa di Purim. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
Oggi in Russia è giorno di lutto nazionale per la strage al Crocus City Hall di Mosca, perpetrata venerdì scorso 22 marzo, costata la vita a circa 143 persone, rivendicata due volte dai terroristi islamici dell'Isis.
Nel discorso pronunciato ieri, sabato 23 marzo, Putin ha sottolineato il coinvolgimento dell'Ucraina: «Tutti e quattro gli autori diretti dell'attacco terroristico, tutti coloro che hanno sparato, ucciso persone, sono stati trovati e arrestati. Hanno cercato di nascondersi e si sono mossi verso l'Ucraina, dove, secondo i dati preliminari, una finestra è stata preparata per loro dalla parte ucraina per attraversare il confine di Stato.»
Ma non ha mai menzionato o evocato il «terrorismo islamico», nonostante due rivendicazioni dell'Isis che, in un video, ha mostrato le foto dei quattro terroristi. Putin ha invece parlato di «terrorismo internazionale» e di «terroristi che non possono avere nazionalità»: «Sappiamo qual è la minaccia del terrorismo. Contiamo qui sull'interazione con tutti gli Stati che condividono sinceramente il nostro dolore e sono pronti a unire davvero le forze nella lotta contro il nemico comune, il terrorismo internazionale, con tutte le sue manifestazioni. Terroristi, assassini, inumani che non hanno e non possono avere nazionalità, un destino non invidiabile li attende: punizione e oblio. Non hanno futuro.»
Il legame tra i terroristi islamici dell'Isis e l'Ucraina sussiste. Dopo l'invasione russa in Ucraina del 22 marzo 2022, l'Ucraina assoldò dei mercenari, ufficialmente denominati “volontari”, inseriti nella “Legione internazionale di difesa territoriale dell'Ucraina”, un'unità militare inquadrata nell'Esercito ucraino composta da circa 20 mila mercenari stranieri, tra cui ci sono statunitensi, canadesi, britannici, francesi e italiani. In aggiunta, in Ucraina sono presenti altre formazioni di mercenari stranieri “irregolari”, tra cui figurano terroristi islamici dell'Isis.
La Russia è uno Stato multietnico e multiconfessionale. Su una popolazione di circa 143 milioni di abitanti, i musulmani sono tra l'8 e il 14% della popolazione, presenti prevalentemente in Cecenia, Daghestan e Inguscezia. La Russia ha dovuto combattere lungamente contro l'irredentismo e il terrorismo islamico autoctono, pagando un pesante tributo di sangue e reprimendo nel sangue gli insorti e i terroristi islamici, che di fatto rappresentano la principale minaccia alla sicurezza nazionale.
Ed è proprio sulla convergenza tra la Russia e gli Stati Uniti a combattere il terrorismo islamico, che il 28 maggio 2002, grazie all'azione diplomatica dell'allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi che, nella base dell'Aeronautiva militare di Pratica di Mare, con una stretta di mano tra Putin e l'allora Presidente statunitense George Bush Junior fu stipulata una storica “Dichiarazione congiunta” e si creò il “Consiglio Nato-Russia”, che consentiva alla Federazione Russa di partecipare a pieno titolo ai lavori dell’Alleanza Atlantica.
Oggi Putin sbaglia a non dire che gli autori dell'efferata strage a Mosca sono i terroristi islamici. Non dirlo si traduce in occultarlo, quindi a negarlo. Perché l'ha fatto? La necessità di focalizzare l'attenzione sulla responsabilità dell'Ucraina non sarebbe venuta meno, dal momento che è assodato che tra i mercenari che combattono in Ucraina contro la Russia ci sono anche terroristi dell'Isis. Resta la preoccupazione di non inimicarsi i ceceni, il cui leader Ramzan Kadyrov è uno stretto alleato di Putin nella guerra in Ucraina. Ma così facendo, il messaggio che Putin trasmette è di essere debole nei confronti della realtà e della minaccia islamica. E la debolezza non solo non paga, ma incentiva il nemico islamico a infierire ancor di più fino alla vittoria.
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Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà
Domenica 24 marzo 2024
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