Buongiorno amici. La vicenda dell'arresto di uno dei più potenti capi di “Cosa Nostra”, Matteo Messina Denaro, dopo trent'anni di latitanza, nella clinica “La Maddalena” di Palermo, dove da un anno era sottoposto a chemioterapia, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, per un tumore aggressivo al colon con metastasi diagnosticato nel 2020, ormai impossibilitato a nuocere e la cui vita dipende dalle cure oncologiche, accresce ulteriormente la consapevolezza dello stretto intreccio tra lo Stato e la Mafia.

Per Nino Di Matteo, magistrato anti-Mafia e Consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, il fatto che Messina Denaro «si curasse a Palermo e vivesse stabilmente a Campobello di Mazara dimostra come nell’ultimo periodo ha goduto di tantissime protezioni, provenienti anche dall’alto».
Più esplicitamente dice: «Mi ha sorpreso e lasciato inquieto sapere che Matteo Messina Denaro si sentisse così sicuro e protetto nella sua latitanza: il trionfo dello Stato sulla Mafia arriverà quando scopriremo chi ha interagito con lui e chi lo ha coperto così a lungo. Da uomo di Stato mi vergogno di questi trent’anni di silenzio».

Teresa Principato, ex Procuratrice aggiunta di Palermo, sostiene Messina Denaro era a capo di una loggia massonica e ha potuto contare «su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo». Precisa che «oltre ad essere abbastanza colto, amava la bella vita, era un maniaco del lusso. E non rimaneva troppo a lungo fermo nello stesso luogo. Ha viaggiato molto, anche all’estero».

È evidente che dietro al potere e alla latitanza dorata di Matteo Messina Denaro c'è una rete altolocata di legami d'affari con il mondo politico e imprenditoriale. Il Giudice Michel Claise che guida l’inchiesta sulle tangenti del Qatar all’Europarlamento ha sostenuto che «In Italia, mafie ricchissime stanno comprando una dopo l’altra tutte le aziende che stanno fallendo: il 50% dell’economia è attualmente nelle mani di mafie come 'Ndrangheta e Cosa Nostra. La situazione si è aggravata con la crisi del 2008 e ora con la pandemia di Covid.»

Se diamo per scontato che ciò che interessa a un'organizzazione criminale organizzata è il denaro a prescindere dalla sua provenienza, ebbene dove si trova l'ammontare più cospicuo di denaro e dove è più facile mettere le mani sul denaro? La risposta è semplice: nello Stato.
Lo Stato incamera denaro dai cittadini sotto forma di tasse dirette e indirette, e i partiti che hanno monopolizzato il potere trasformando la democrazia in partitocrazia consociativa, dove ciascun partito beneficia di una fetta più o meno consistente del potere, decidono la gestione di quest'ammontare stratosferico di denaro, in quali tasche deve andare, definendo le priorità su cui investire, orientando i bilanci di spesa, definendo i bandi e pilotando i concorsi.
Sono soprattutto gli alti vertici della Pubblica amministrazione, che restano tali a prescindere dal mutamento del quadro politico, unitamente ai ministri designati dai partiti che si invece si avvicendano, a decidere le sorti del denaro pubblico, circa 1800 miliardi di euro che sostanziano il Pil (Prodotto interno lordo).
E se consideriamo che gran parte delle scelte strategiche sono prerogativa dell'Unione Europea, specificatamente della Commissione Europea, possiamo immaginare l'interesse della criminalità organizzata per influenzare le decisioni dei burocrati di una Eucrocrazia non eletta e che non risponde del proprio operato a nessuno.

Il giudice Michel Claise, specializzato nella lotta alla criminalità finanziaria, ha detto: «Siamo divorati dalla politica incompetente e corrotta. Sono preoccupato per la tenuta delle democrazie. Quando si toccano le mazzette e i colletti bianchi, le persone si trasformano in bestie feroci».

Il magistrato Paolo Borsellino aveva denunciato in modo inequivocabile il marciume presente nello Stato: «Politica e Mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo».

Cari amici, la vicenda di Matteo Messina Denaro conferma che lo Stato e la Mafia, anche in questo caso, si sono messi d'accordo. È un livello di accordo che, di fatto, tocchiamo con mano che lo Stato e la Mafia s'intersecano e si sovrappongono, sono un tutt'uno, al punto da prendere atto che la vera Mafia è lo Stato che impone il più alto livello di pizzo, sotto forma di tasse dirette e indirette, che specula sul gioco d'azzardo nelle sue varie modalità, che controlla la distribuzione e il consumo delle droghe arrivando a legittimarne l'uso. Il risultato è che siamo sottomessi a uno Stato onerosissimo, ladrone, corrottissimo, inefficientissimo, vessatorio e aguzzino nei confronti dei propri cittadini.

La Casa della Civiltà vuole uno Stato al servizio dei cittadini, che metta al centro il bene primario degli italiani e l'interesse supremo dell'Italia, affidando alle comunità locali la gestione dell'amministrazione e dello sviluppo del territorio, con la più assoluta trasparenza della destinazione del denaro pubblico, nel contesto della micro-dimensione dove è più facile il controllo dei cittadini e più difficile l'uso improprio delle risorse della collettività.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Giovedì 19 gennaio 2023