Franco Nembrini è uno straordinario commentatore di Dante che lo sta facendo scoprire a mezza Italia (cercate i suoi video su YouTube!). È settimo di dieci figli. Ha dovuto con grandissimo dolore andare ragazzino via da casa per guadagnare qualcosa. E' stato allora, in quella sofferenza, che ha finalmente capito il senso dei versi di Dante che era stato costretto a imparare a memoria in seconda media. Per nostra e sua infinita fortuna, per fortuna dei suoi figli che esistono e dei suoi studenti, i suoi genitori lo hanno messo al mondo, anche se erano poveri: hanno considerato che l’onestà sarebbe bastata.

Mio nonno è partito a 14 anni, con quello che restava della dote di sua madre ha pagato il viaggio. È andato solo a New York a fare il muratore. Non sapeva l’inglese, e anche con l’italiano non era un gran che (ma conosceva le preghiere in latino). A 21 anni ha assunto il suo secondo lavoratore.

Il nonno di una mia cara amica aveva sei fratelli e tutta la famiglia, un totale di nove persone, disponeva di quattro letti: i ragazzi dormivano due per letto e la più piccola dormiva con papà e mamma. Da questa casa si usciva per andare al liceo in giacca e cravatta.

La teoria che blaterano nelle facoltà di sociologia che la maggiore illegalità, il maggiore disordine sociale con consumo e spaccio di sostanze e alto numero di gravidanze precoci e indesiderate si accompagna alla povertà è delirante. La maggiore illegalità si accompagna alla mancanza di valori. Dove i valori sono forti, non si crea illegalità e il forte senso del dovere permette di risolvere la povertà in una generazione. Dove i valori sono scarsi e il denaro disponibile, si crea ugualmente illegalità con tutto il suo corteo di conseguenze e la ricchezza viene distrutta.

I rampolli della mafia e dei divi di Hollywood vivono disperati e pasciuti, con un tasso di illegalità altissimo, nei più esclusivi college statunitensi il consumo di alcool e droghe non leggere è, diciamo, imbarazzante. Criminalità zero ce l’hanno i ragazzi Amish che vivono senza riscaldamento e senza elettricità, e vanno a scuola dopo essersi alzati all’alba per arare.

Da confortevoli casette riscaldate, tutti con i vestitini carini, vengono i teppisti-squadristi che ieri hanno devastato Milano, arrivando a prendere a picconate Sant’Ambrogio per trasformarne i muri in materiale da combattimento. Siamo certi che i loro genitori li hanno messi al mondo solo quando erano ben certi che loro potessero avere la loro stanzetta, il motorino, il computer, e i soldini per la benzina e il treno. Ora stanno tutti riposando nei loro lettini puliti, nelle loro casette ordinate dove nessuno è entrato per spaccare computer e televisori.

Una nazione dovrebbe essere fondata sui diritti inalienabili dei cittadini. Il diritto a camminare nelle proprie strade, a possedere un’auto e parcheggiarla senza che sia bruciata, al rispetto dei propri luoghi storici e di culto, il diritto di non vedere la città pagata con i propri contributi devastata, il diritto di non avere la propria attività commerciale devastata.

Il dovere di uno Stato è proteggere questi diritti nell’unica maniera in cui si difende la libertà e il diritto: con la forza. Dove esiste incapacità a usare la forza, l’arbitrio prevale e travolge tutto.