Gentilissimo Papa Francesco,

come sta? Spero bene, dopo aver dormito questa notte in un bianco letto pulito, all’interno di una casa sulla cui porta nessuno ha fatto la croce per segnalare che quella è la casa da bruciare.

In Egitto le case di cristiani sono segnate da una croce indelebile perché poi i Fratelli Musulmani possano bruciarle.

Sono certa che lei avrà fatto un’ottima prima colazione, deve essere bello mangiare in pace dopo aver dormito in pace, una sensazione che molti cristiani in questo momento non hanno.

Le scrivo per farle i miei più vivi complimenti per le sue ultime parole, quelle in cui spiega che la cosa più importante è il dialogo.

Io credevo fosse la verità! Io credevo che la cosa più importante fosse la dignità umana, il diritto alla libertà, perché solo se è libero l’uomo può avvicinarsi a Dio, seguendo la libertà dell’obbedire, oppure allontanarsi da lui, seguendo la libertà di andare all’inferno, che deve comunque essere un diritto costituzionale.

Io credevo che la cosa importante fosse non essere perseguitati, non sentire le urla dei propri figli e delle donne, e invece no: la cosa importante  è il dialogo.

Il villaggio era pieno di cadaveri.

In un cortile c’erano un gruppo di donne (armene) ancora vive. I soldati (turchi) si divertivano a frustarle. Poi uno ebbe l’idea di prendere un tamburo e farle danzare.

«Danzate, donne, danzate quando sentite il tamburo». Urlavano i soldati mentre le fruste schioccavano sulle schiene di quelle poverette, lacerandole.

«Scoprite il seno e danzate. Danzate finché siete vive».

Urlavano i soldati. Uno di loro è andato a prendere una tanica di cherosene e l’ ha versato addosso alle ragazze.

«Danzate urlavano tutti, danzate fino a che siete vive e sentite questo aroma più dolce di ogni profumo.»

Poi hanno appiccato il fuoco.

I poveri corpi si sono contorti fino alla morte.

E io, ora, io che sto raccontando questo, come potrò mai, ditemi, levarmi quei poveri corpi dagli occhi?

Racconto di una testimone tedesca, Isola di Hectamar, Turchia, 1915

Gli armeni, quindi, incluse le donne di Hectamar furono dei babbei, nel senso etimologico di impediti della parola. Non dialogarono. Avessero dialogato tutto si sarebbe risolto.

Le successive righe riguardano la sorte dei bambini ebrei gemelli. Anche gli ebrei non dialogarono. Avessero dialogato tutto questo non sarebbe successo.  Le parole Male, Abominio, non le nominiamo. Dividiamo la responsabilità al 50% tra nazisti e ebrei, che non hanno dialogato. O la diamo tutta agli ebrei che non dialogarono?

I gemelli erano studiati da Menghele, per capirne "il segreto". Se i tedeschi fossero riusciti ad avere parti gemellari in continuazione, sarebbero stati numerosissimi e avrebbero conquistato il mondo prima. La demografia come arma di guerra è fondamentale per tutti i tipi di nazismo, tedesco, palestinese, islamico in generale. Chiunque non sia completamente idiota, anche in quegli anni, capiva che la cosa da studiare era l'ovulazione della madre, non il corpo dei gemelli, ma Menghele, come molti crudeli, era anche completamente idiota. Dopo essere stati selezionati sulla banchina dei treni erano sottoposti ad una doccia per poi essere condotti nell'ambulatorio medico.

Gli esami iniziavano dalla testa, non sottoposta alla rasatura, che veniva misurata accuratamente anche per più giorni. Successivamente tutto il corpo veniva esaminato a raggi X. Solitamente poi era applicato loro una specie di tubo al naso che insufflava nei polmoni un gas provocando una tosse violenta. L'espettorato era raccolto ed esaminato. Infine i bambini erano fotografati, con particolare attenzione ai capelli e ai peli delle ascelle.

Il giorno successivo, di mattina presto venivano condotti in una stanza nella quale vi era un tino con acqua calda e una serie di tavole. Costretti ad immergersi nel tino, venivano poi legati ad una tavola in modo che i capelli ricadessero all'esterno. Una parte dei capelli veniva strappata in modo da estrarne anche la radice. Dopo questa operazione erano reimmersi nel tino parecchie volte e l'operazione veniva ripetuta diverse volte. Quando il numero di capelli raccolti era stata ritenuta sufficiente, i bambini erano completamente rasati, depilati e nuovamente fotografati.

La fase seguente consisteva nel praticare clisteri di due litri seguiti da esami rettali e gastrointestinali senza alcuna anestesia.

Il giorno dopo era la volta di un esame urologico con prelevamento di tessuti dai reni, dalla prostata e - nei maschi - dai testicoli, senza alcuna anestesia. I bambini venivano legati e imbavagliati durante questi prelievi chirurgici.

Dopo tre settimane di esami i due gemelli venivano uccisi simultaneamente con un'iniezione al cuore; i cadaveri venivano dissezionati e gli organi interni inviati al professor Verschuer all'Istituto di ricerca biologico-razziale di Berlino.

Questi procedimenti rappresentavano la norma, ma Mengele stava conducendo sui gemelli studi suoi in relazione a progetti condotti da Verschuer e dai suoi collaboratori.

Uno di questi riguardava le anomalie dell'apparato visivo. Mengele si interessava particolarmente alla eterocromia, uno scoloramento dell'iride dell'occhio causato da atrofia del pigmento. Questa patologia presenta e comporta una colorazione dell'iride chiara, blu acqua ad un solo occhio. Mengele si interessava ai casi di eterocromia soprattutto nei gemelli.

Il suo obiettivo era trovare il modo di influire sul colore degli occhi trasformandoli da scuri ad azzurri e per far questo iniettava nell'iride metilene blu. Il risultato erano atroci sofferenze, cecità e nessun cambiamento.

Interessante notare che questi esperimenti non avevano alcuna base scientifica.

Dopo l'eliminazione dei gemelli, i loro occhi venivano espiantati e inviati a Berlino alla dottoressa Karin Magnussen.

A Berlino, Verschuer ed il suo assistente, il biochimico Gunther Hillmann, si interessavano allo studio delle proteine del sangue e inseguivano il sogno di riuscire a trovare una differenza sostanziale tra il sangue degli ebrei e quello degli ariani. Per questo Mengele si impegnava nell'operare prelievi di sangue da inviare a Berlino. Spesso il prelievo di sangue era totale e terminava soltanto con la morte del bambino.

E ora arriviamo a noi, Santità, al suo gregge o a quello che ne rimane.

Qui sotto l’elenco enormemente approssimato per difetto, è della settimana scorsa, di chiese, case e negozi cristiani bruciati in Egitto.

Questa notte è arrivato un sms da padre Nader, dalla Siria: pregate per noi, ci stanno massacrando.

Tranquillo Santità: gli abbiamo risposto spiegando che deve dialogare.

Le sue parole trovano conferma anche nel Vangelo. Gesù Cristo tacque davanti a Pilato, avesse dialogato, tutto sarebbe andato meglio. Avesse dialogato anche prima, trovando una sana posizione di equilibrio, il giusto compromesso, ascoltando anche gli altri senza questa pretesa così poco postmoderna che solo lui era la Verità e la Via, le cose Santità, si sarebbero aggiustate, non è vero? Anche San Pietro e San Paolo era gente di scarso dialogo, assoluta incapacità a trovare un compromesso, questa becera pretesa che la Verità fosse la loro e che gli altri andassero salvati all’errore.

Il dialogo, consiste nel trovare un accordo, Santità, tra quello che sto dicendo io e quello che sta dicendo il mio antagonista, non uso il termine nemico, so che lei sussulterebbe davanti a un termine così desueto e duro. Se il mio antagonista dice che Gesù Cristo era un profeta il cui unico scopo era preannunciare la venuta di Maometto, qual è il punto di dialogo? In quale punto dei Vangeli sta scritto che Gesù ha preannunciato la venuta di Maometto? Scusi Santità: io capisco che la verità può essere arrotondata, che ci sono varie sfumature, ma che tutto e il contrario di tutto sia contemporaneamente vero e falso, mi sembra contrario al principio di realtà, che è un termine colto per dire che è un’idiozia. O una vigliaccata.

La cristianità è sotto attacco, Santità.

Abbiamo bisogno di uomini di coraggio. E di fede. Non ci sono altre strade, se non il coraggio e la fede.

 

Qui sotto l’elenco enormemente approssimato per difetto, è della settimana scorsa, di chiese, case e negozi cristiani bruciati in Egitto

 Chiese cattoliche e conventi
• 1. Chiesa francescana e scuola (strada 23) - Bruciata (Suez)
• 2. Monastero del Santo Pastore e ospedale - Bruciati (Suez)
• 3. Chiesa del Buon pastore; monastero del Buon Pastore - Molotov e attacco (Asuit)
• 4. Chiesa copta cattolica di san Giorgio - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 5. Chiesa dei gesuiti - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 6. Basilica di Fatima - Attacco - Heliopolis
• 7. Chiesa copto-cattolica di san Marco - Bruciata (Minya - Alto Egitto)
• 8. Convento francescano (suore del Cuore immacolato di Maria) - Bruciato (Beni Suef, Alto Egitto)
• 9. Chiesa di santa Teresa - Bruciata (Asuit, Alto Egitto)
• 10. Chiesa francescana e scuola - Bruciati (Asuit, Alto Egitto)
• 11. Convento di san Giuseppe e scuola - Bruciati (Minya, Alto Egitto)
• 12. Chiesa del Sacro Cuore dei copti cattolici - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 13. Convento delle suore di santa Maria - Attacco (Il Cairo)
• 14. Scuola del Santo Pastore - Attacco (Minya, Alto Egitto)
 
Chiese ortodosse ed evangeliche
 
• 1. Chiesa anglicana di san Salvatore - Bruciata (Suez)
• 2. Chiesa evangelica di St Michael - Circondata e saccheggiata (Asuit, Alto Egitto)
• 3. Chiesa copto-ortodossa di san Giorgio - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 4. Chiesa di Al-Esla - Bruciata (Asuit, Alto Egitto)
• 5. Chiesa avventista - Bruciata; il pastore e sua moglie rapiti (Asuit, Alto Egitto)
• 6. Chiesa degli Apostoli - Bruciata (Asuit, Alto Egitto)
• 7. Chiesa del Santo rinnovamento - Bruciata (Asuit, Alto Egitto)
• 8. Centro diocesano copto ortodosso di Qusiya - Bruciato (Asuit, Alto Egitto)
• 9. Chiesa di san Giorgio - Bruciata (Arish, Nord Egitto)
• 10. Chiesa di san Giorgio ad al-Wasta - Bruciata (Beni Suef, Alto Egitto)
• 11. Chiesa della Vergine Maria - Attacco (Maadi, Il Cairo)
• 12. Chiesa della Vergine Maria - Attacco (Mostorod, Il Cairo)
• 13. Chiesa copto-ortodossa di san Giorgio - Attacco (Helwan, Il Cairo)
• 14. Chiea di santa Maria di El Naziah - Bruciata (Fayoum, Alto Egitto)
• 15. Chiesa di santa Damiana - Saccheggiata e bruciata (Fayoum, Alto Egitto)
• 16. Chiesa di san Teodoro - Bruciata (Fayoum, Alto Egitto)
• 17. Chiesa evangelica di al-Zorby - Saccheggiata e distrutta (Fayoum, Alto Egitto)
• 18. Chiesa di san Giuseppe - Bruciata (Fayoum, Alto Egitto)
• 19. Scuola francescana - Bruciata (Fayoum, Alto Egitto)
• 20. Centro diocesano copto-ortodosso di san Paolo - Bruciato (Gharbiya, Delta)
• 21. Chiesa copto-ortodossa di sant'Antonio - Bruciata (Giza)
• 22. Chiesa copta di san Giorgio - Bruciata (Atfeeh, Giza)
• 23. Chiesa della Vergine Maria e del padre Abramo - Bruciata (Delga, Deir Mawas, Minya, Alto Egitto)
• 24. Chiesa di san Mina di Abu Hilal Kebly - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 25. Chiesa battista di Beni Mazar - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 26. Chiesa di Amir Tawadros - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 27. Chiesa evangelica - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 28. Chiesa di Anba Moussa al-Aswad- Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 29. Chiesa degli Apostoli - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 30. Chiesa di santa Maria - Tentativo di incendio (Qena, Alto Egitto)
• 31. Chiesa copta di san Giorgio - Bruciata (Sohag, Alto Egitto)
• 32. Chiesa di santa Damiana - Attaccata e bruciata (Sohag, Alto Egitto)
• 33. Chiesa della Vergine Maria - Bruciata (Sohag, Alto Egitto)
• 34. Chiesa di san Marco e centro comunitario - Bruciati (Sohag, Alto Egitto)
• 35. Chiesa di Anba Abram - Distrutta e bruciata (Sohag, Alto Egitto)
 
Istituzioni cristiane
• 1. Casa del p. Angelos (pastore della chiesa della Vergine Maria e del padre Abramo) - Bruciata (Minya, Alto Egitto)
• 2. Proprietà e negozi di cristiani - Bruciati (Arish, Nord Egitto)
• 3. 17 case cristiane attaccate e saccheggiate (Minya, Alto Egitto)
• 4. Case cristiane - Attaccate (Asuit, Alto Egitto)
• 5. Uffici della Fondazione evangelica - Bruciati (Minya, Alto Egitto)
• 6. Negozi, farmacie, hotel di proprietà di cristiani - Attaccati e saccheggiati (Luxor, Alto Egitto)
• 7. Libreria della Bible Society - Bruciata (Il Cairo)
• 8. Bible Society - Bruciata (Fayoum, Alto Egitto)
• 9. Bible Society -Bruciata (Asuit, Nord Egitto).
Edifici di proprietà di cristiani bruciati
• 1. 58 case
• 2. 85 negozi
• 3. 16 farmacie
• 4. 3 hotel (Alto Egitto)
• 5. 75 autobus e auto