L'Associazione Salviamo i cristiani non è un'associazione religiosa, ma è un'associazione per i diritti civili. Ne fanno parte persone fortemente credenti ed altre che non lo sono, ma che condividono i valori non negoziabili del valore della vita. E del valore del dolore, che non deve mai essere sperperato. L’Associazione nasce per soccorrere i cristiani perseguitati nelle terre dell’islam, oltre che in quelle del socialismo reale.

E allora perché questo nome? Perché non Salviamo i Perseguitati? Sarebbe stato più bello. Salviamo i Cristiani suona anche discriminatorio: diamo la nostra parola che ci impegniamo a spendere la nostra vita per fare tutto il nostro possibile per salvare tutti i perseguitati, i cristiani, gli ebrei, i buddisti, le donne lapidate, i ladri a cui viene tagliata la mano. E allora perché Salviamo i cristiani? Perché quello da cui è necessario salvare i cristiani è il suicidio, il suicidio demografico che ci consegna alla demografia islamica, il suicidio ideologico che ci impedisce di affermare che l’adultera era già stata graziata da secoli e chi l’ha di nuovo condannata ha commesso un crimine contro l’Umanità e contro Dio.

Il 30 settembre l’associazione si occupa dell’aborto. Punto di vista da cui parlerò è un punto di vista laico e molto legato alla scienza, il mio punto di vista: una persona laica che da quasi 40 anni pratica la medicina.

Il  nucleo centrale di tutta la scienza contemporanea è la teoria dell'evoluzione: ogni essere vivente tende alla propria sopravvivenza e dalla sopravvivenza della propria prole. Ogni essere umano e la somma di natura e cultura, e la cultura non deve mai essere contro natura. Tutte le volte che la cultura dell'individuo lo spinge a un suicidio, il sistema ha fallito. L'aborto è sempre un suicidio differito. Una donna non uccide se stessa, ma uccide la propria prole, che per un qualsiasi motivo è considerata inadatta non abbastanza sana non abbastanza bella non nel momento giusto, non figlio del padre giusto. È una scelta che le parti più arcaiche e profonde della psiche rifiuta sempre, questa regola non ha eccezioni, e questo è il motivo per cui si instaurano le sindromi da aborto: depressione e disturbi psicosomatici.

La volontà di abortire è come quella di suicidarsi: può appartenere ad una parte della psiche, quella cosciente, ma è sempre rifiutata da un’altra parte, la mente inconscia e la mente arcaica, quella che ha superato millenni di evoluzione tra sangue sudore e lacrime e che il bambino lo vuole, lo vuole sempre. Noi siamo natura e cultura e quando la cultura si oppone alla natura del nostro essere, qualcosa di distorto sta avvenendo. Abortire, come suicidarsi non può mai essere una volontà vera, totale, come quella di vivere, mangiare qualcosa di buono, mettere al mondo un figlio che sono consone alle linee biologiche ed evolutive, non in contrasto.

È fondamentale il rispetto della volontà della donna. Ancora più fondamentale e il rispetto della sua libertà. Queste due parole volontà e libertà sono ossessivamente presenti in tutta la costruzione filosofico-culturale dell'era post moderna. Sono due parole che avrebbero dovuto rompere le catene e invece hanno costruito un delirio di onnipotenza che costituisce una gabbia micidiale. La libertà non consiste nel fare quello che si vuole nel momento in cui ci viene voglia di farlo, questa è la definizione della compulsione, che è il paradigma della non libertà. La libertà consiste nell’assumersi la responsabilità di quello che si sta facendo. Dove non esiste assunzione di responsabilità non c’è libertà. Libertà non può esserci dove non esistano alternative. La presenza di alternative e la capacità di assumersi la responsabilità permettono la scelte, senza la quale non c’è libertà. La volontà umana non è un monolite. Cambia secondo l’umore. Cambia a seconda di quello che stiamo vivendo. Le volontà umana è talmente labile e le campagne elettorali e la pubblicità la influenzano e la stravolgono ed è necessario regolamentarle. Nelle dittature e nelle teocrazie la propaganda può spingere i figli a denunciare i genitori. La tendenza all’imitazione è talmente radicata che qualsiasi episodio che arrivi alla notorietà, incluso il suicidio e la piromania, trova dei proseliti.

L’aborto è pubblicizzato nelle serie televisive: Dottor House lo spiega come unica scelta “razionale” dopo uno stupro e “dimostra”che la scelta inversa, tenere il bimbo e considerare la sua vita come un vittoria sulla violenza e sulla morte sia una scelta ridicola dettata da fanatismo religioso. In Grace’s Anatomy è venduta come scelta giusta, inevitabile, l’aborto di una dottoressa regolarmente sposata con un uomo che ama e da cui è riamata, che potrebbe compromettere la sua carriera con la nascita del figlio.

L'aborto è un suicidio differito. Una donna che ama se stessa, che crede in se stessa , che crede nella vita, non abortisce mai. Nel mio lavoro di medico e psicoterapeuta ho ascoltato troppe volte il pianto di donne che ad anni di distanza continuano a dire “era il mio bambino, avrei dovuto proteggerlo”. In un enorme numero di casi la scelta non è libera. Le donne cinesi e indiane cedono alla volontà di sistemi statali  e familiari ignobili alla scelta di sopprimere il feto femmina, mancano decine di milioni di bambine in India e in Cina. Le donne occidentali cedono alla volontà di uomini fragilizzati dalla perdita di etica del post moderno di non mettere al mondo un figlio e sottrarre tempo alla palestra o alla discoteca per mantenerlo.

Quello che chiediamo è

1) Il diritto di parola, il diritto di riempire i muri di cartelloni che chiedono alle donne di pensarci. Siamo convinti che l’ammasso di cellule che è nell’utero della madre sia una persona, ma nessuno Stato può chiedere ad una persona di tenere un’altra persona nel ventre se non vuole, esattamente come siamo convinti che una trasfusione salvi una vita, ma nessuno Stato decente può rendere obbligatoria la donazione del sangue. Facciamo però campagne di stampa per spingere le persone a donare il sangue e nessuno protesta che quella campagne possono “creare senso di colpa in chi il sangue non lo vuole donare, e altrettanto doveroso fare campagne di stampa a favore della scelta della vita e chi ci aggredirà dicendo che questo “crea sensi di colpa in chi ha abortito” si renda conto di cosa sta dicendo.

Ogni società inoltre ha il dovere di preservare se stessa. Semplicemente. Distratti a fare idiozie invece che ad essere un uomo e una donna, cioè un padre e una madre, abbiamo permesso il crollo della natalità, una crisi demografica ben più grave di quella della peste del ‘300. Grazie all’immigrazione ed alla maggiore natalità islamica rischiamo la libanizzazione, cioè di diventare una minoranza in una maggioranza islamica nel giro di mezzo secolo. L’aborto è una cultura di morte che porta al suicidio della società.

2) Sostegno vero garantito dallo Stato, non solo da associazioni di volontariato, alle donne che valorosamente affrontano una maternità in condizioni economiche disagiate. Che i servizi sociali si battano sempre a favore dei queste madri e del loro diritto ad avere aiuto per tenere il loro bambino vicino a sé.

Quello che vogliamo, che chiediamo a gran voce è il diritto di dire che la vita è meravigliosa e straordinaria. E che vale la pena di crederci, sempre.

Per tutto questo il 30 settembre 2012 si terrà in tutte le città dove riusciremo a far sentire la nostra voce o una pedalata o una conferenza: nel primo caso verranno suonati i campanelli, nel secondo una campanella.

Vuol dire : svegliamoci, svegliamoci, alziamoci in piedi e salviamo la nostra etica.

 

No man’s land. Voci dalla terra di nessuno.

 

Io vorrei essere ricco, giovane, bello.

Vorrei essere un re per regalarti il mio regno.

Vorrei essere un ladro, così potresti riavere una bicicletta.

Vorrei essere Dio per poter mettere l'Universo ai tuoi piedi.

Vorrei essere Lucifero: io svuoterei i miei regni e li distruggerei,

così da essere certo che non abbiano a ospitarti mai.

Libererei le anime dei dannati e le lascerei libere di volare

oltre le stelle dove il buio è infinito,

con l'unica obbligazione

di portarti gratitudine e cantare le tue lodi.

 

Io non sono niente e nessuno:

tutto quello che ho da offrirti sono io stesso,

un uomo senza niente che vaga in lande desolate

cercando un posto dove stare.

Non cacciarmi. Senza di te la vita è un deserto inutile,

un ammasso di ieri idioti e atroci.

La scuola dove ci siamo seduti insieme è crollata sotto le bombe.

Il cinema dove siamo andati a tenerci per mano nel buio

lo hanno usato per farci morire gli uomini e violentare le donne.

Vorrei poter ricostruire la scuola.

Vorrei cancellare il presente.

Vorrei reinventare il passato.

Tutto quello che posso fare è vegliare il tuo sonno pieno di incubi.

Posso raccontare fiabe perché tu scordi i tuoi ricordi.

Insieme, la notte sarà meno fredda, la luce si alzerà prima.

Soli, il mondo ci schiaccerà

e anche se nessuno si disturberà a ucciderci,

la nostra stessa tristezza soffocherà il nostro respiro

prima che il giorno ritorni.

Non possiamo nulla contro i torturatori,

gli assassini, gli stupratori

se non questo:

rendere vana la loro opera su di noi

essendo felici nonostante loro.

Diventa la mia sposa.

Io ti amerò sopra ogni cosa.

Il tuo viso sarà di nuovo intatto,

il tuo corpo inviolato,

perché così sei nei miei occhi e così sarai anche nei tuoi.

Gli uomini che hanno distrutto la tua gente

e penetrato il tuo ventre

saranno solo il sogno confuso di una notte di vento.

Il figlio che  hanno seminato dentro di te

sarà il nostro primogenito

e l'amore che gli daremo

affonderà per sempre

la distruzione e l'odio

nella melma delle cose inutili.