La crescita esponenziale del livello di debito è un fenomeno globale; ogni mese, nuovi ed inaspettati venditori di debito si affacciano con successo sul mercato finanziario proponendo le loro appetitose emissioni, che manco a dirlo, vanno a ruba. Stati africani, centro americani, piazzano senza problemi debito sovrano e corporate sul mercato.
Consideriamo l’Italia. Dal 2007 ad oggi il PIL nominale è cresciuto di ZERO. In compenso, il debito complessivo (Stato, famiglie, imprese, banche ) è arrivato, secondo Banca d’Italia, al 310% del PIL. Ebbene, in Italia si pagano annualmente circa 220/230 miliardi di euro d’interessi sul debito ( che lo ripetiamo sono un COSTO) pari al 15% del PIL.
Dove sta allora il problema?
Il problema sta nel fatto che mentre il PIL dal 2007, è cresciuto in termini nominali di ZERO, gli interessi sul debito sono costati ben 1.320 miliardi di euro (220 x6 anni) all’economia reale.
L’Italia intesa come economia, ha un costo di 220 mld circa di interessi l’anno su un PIL di 1560 mld l’anno, un 15% del PIL. E' una cifra che si accumula ovviamente sempre, sia in fasi di recessione che di espansione, con inflazione al 4% o allo 0%.
L’accumulo di 220 mld di interessi l’anno, significa che quando il PIL in euro (nominale, inclusa inflazione) non aumenta, il debito totale invece sale lo stesso di 220 mld , inesorabilmente. E quindi dopo sei anni il debito in % del PIL è aumentato in modo esponenziale.
E’ una situazione nella quale non si vede via di uscita: altro che svalutazione come sistema per esportare di più, altro che recuperi di efficienza, liberalizzazioni per taxi, farmacie e notai, altro che tagliare i costi della politica... altro che le ruberie del Mose...altro che EXPO …
Cosa succede quindi alle famiglie, alle imprese, allo Stato ed alle banche italiane in questa situazione, con un debito di 3 volte il PIL che cresce senza sosta del 5% annuo e reddito nominale che fa 0% l'anno ? Tutti cercano ovviamente di ridurre il loro debito: lo Stato che obbliga all’ austerità le famiglie e le imprese, le banche che tagliano costi e il credito a tutti, le famiglie che spendono meno, le imprese che licenziano… Questo è il meccanismo della Depressione attuale, generato dal debito.
IL PROBLEMA E’ IL DEBITO TOTALE di imprese, famiglie, banche e Stato di 5.000 miliardi che richiede 220 mld di interessi l’anno anche quando il reddito o prodotto nazionale, con cui pagare il debito, cresce di 0%, in termini nominali.
Se dunque si vuole far ripartire l’economia è indispensabile ridurre le tasse, rimborsare i crediti dello stato, ridurre i costi dell’economia, migliorare la competitività, ma per fare per questo si devono ridurre gli interessi passivi che sottraggono 220 miliardi di euro l’anno, oltre 1.300 da quando è iniziata la crisi.
Deve finire questo sistema di tutela unilaterale della rendita finanziaria, in cui l’investimento è sicuro e garantito; il prof. J. Cochrane dice che “nell'Eurozona il problema è che i detentori di bonds devono perdere soldi anche loro, non possono essere protetti sempre dai governi che dissanguano l'economia per garantire loro sempre gli interessi, anche se il paese che li paga è costretto ad alzare le tasse al punto di far fallire l'economia.”
Cochrane è un liberista, monetarista ed afferma: "... se vuoi l'euro, devi avere i default dei bonds, se non vuoi i default di bonds esci dall'euro, la matematica non è un opinione...." (...a currency union, without fiscal union, works only if you countenance sovereign default and default of banks who invest in sovereign debt).
Speriamo di riuscire il prima possibile a scardinare completamente questo sistema folle basato sull’Euro, su questa UE pensata, concepita e realizzata a danno dei popoli.