La situazione economica italiana è estremamente debole e presenta problemi irrisolvibili da questo Governo di “inadeguati”, in cui il premier Renzi continua a promettere mari e monti, come una Vanna Marchi qualsiasi.

Il debito pubblico italiano ha toccato la cifra record di 2.166 miliardi di euro, crescendo di 20 miliardi nel solo mese di maggio, mostrando un incremento del 4,7% annuale. Forse è superfluo ricordarlo, ma il debito in crescita comporta inevitabilmente interessi sul debito in aumento, che dovranno essere pagati attraverso il prelievo fiscale sui cittadini e le imprese italiane.

Il PIL è ben lontano dallo 0,8% previsto nel DEF del Governo; l’ ultima stima del FMI, che per inciso non ci azzecca mai ed è sempre ottimista, indica una crescita del PIL italiano intorno allo 0,3%. Nonostante ciò, il buon Renzi rassicura tutti dicendo che “la crescita sia dello 0,4 o 0,8 o 1,5 non cambia niente per la vita quotidiana delle persone''. Se lo dice lui…

Il 6 agosto ci sarà il dato del PIL del secondo trimestre che al momento sembrerebbe compreso tra una variazione del -0,1% ed un +0,4% ; se il dato indicherà una prosecuzione dell’andamento negativo, nella revisione del DEF di settembre potrebbero esserci delle sorprese per gli italiani.

Il ministro dell’Economia Padoan, nel frattempo, non perde occasione per rassicurare dicendo: “Certo, la ripresa tarda ad arrivare e il governo avrà "margini più stretti" per agire, ma questo non vuol dire che ci sarà bisogno di una correzione dei conti in corso d'anno”. E’ un bugiardo, inaffidabile ed i fatti lo sconfesseranno.

Il fatturato dell’industria a maggio scende dell'1,0% rispetto ad aprile, segando il secondo ribasso congiunturale consecutivo; gli ordinativi dell'industria a maggio scendono del 2,1% su aprile, dopo due mesi in aumento. Le commesse calano anche su base annua, con un ribasso del 2,5% (dato grezzo). E' la prima flessione dopo 8 mesi.

Come risultante di un quadro generale desolante la disoccupazione marcia a ritmi indiavolati; oggi siamo al 12,6% e quella giovanile supera il 43%!!

A fronte di questo quadro disarmante di povertà e miseria crescente, si sta verificando un fatto che ha dell’incredibile, o meglio che in realtà ci da la misura di quanto poco o nulla comprendano gli stessi operatori economici del reale funzionamento del sistema economico.

Infatti, appena qualche settimana fa l’ISTAT ha prodotto l’ennesimo dato incoraggiante sulla FIDUCIA delle imprese; l’indice complessivo è risalito un poco e questa volta non è solo il settore manifatturiero a tirare l’indice verso l’alto indice, ma anche il settore terziario e costruzioni hanno un dato positivo.

E’ abbastanza comico verificare come l’indice presenti in Italia un andamento positivo ed in Germania sia invece decisamente negativo.

Premesso che questi indicatori sono quasi del tutto inutili e non spostano neppure di uno 0,1% le performance dei mercati nel medio termine, rimane il mistero di come possa prodursi una simile ventata di ottimismo in relazione ad un quadro macroeconomico, che gli operatori in prima linea, aziende ed imprese, dovrebbero conoscere e comprendere alla perfezione.

Imprenditori e professionisti hanno di fatto firmato una cambiale in bianco al Governo Renzi, dando a questo una fiducia totale. Si son fidati di uno che a parole dice di abbassare le imposte e fare sviluppo e crescita, ma poi nel DEF, nei documenti ufficiali, aumenta le imposte di 100 miliardi in 5 anni e taglia gli investimenti per la crescita del 10%.

Cosa accadrà quando questa manica di creduloni si sveglierà dinanzi all’ennesimo balzello di stato?

Credo che il risveglio sarà duro, almeno tanto quanto la reazione dei mercati che in un millisecondo decideranno il destino del nostro Paese attaccando ancora una volta il nostro debito, sulla base di una crescita fuori controllo di questo e di un mancato corrispondente incremento del reddito nazionale.

Il debito italiano non è sostenibile; se andrà bene raddoppierà in 15-17 anni. Chi opera sui mercati questo lo capisce e comprende anche l’impossibilità di onorare queste obbligazioni se non vi sarà una crescita adeguata, che al momento non è neppure minimamente ipotizzabile.

Questa volta non basteranno le rassicurazioni di Draghi, il suo T-LTRO e le promesse di dar credito al sistema industriale continueranno ad essere smentite nei fatti; il credito bancario continuerà a contrarsi non per mancanza di denaro da prestare (che è una stupidaggine), ma semplicemente perché gli istituti di credito non trovano le controparti in grado di garantire il pagamento del credito stesso. Non fanno credito semplicemente perché non ci sono più buoni pagatori.

Il Governo Renzi ha fatto leva sino ad ora sul suo unico reale asset: la fiducia e prova ne è il risultato bulgaro delle passate elezioni europee. Quando questa verrà ritirata, ed accadrà molto presto, ci troveremo a dover affrontare una situazione economico-finanziaria senza precedenti, con l’aggravante di avere al timone del Paese un novello Schettino.

Ci aspettano mesi duri, durissimi.