Alle volte mi sembra di vivere su Marte. Qui sulla Terra, stiamo sperimentando qualcosa che credo mai prima d’ora nella storia dell’umanità fosse avvenuto: la distruzione su larga scala del “buon senso”, la scomparsa dei “giusti criteri di valutazione”.

Se così non fosse, come potremmo mai giustificare il fatto che praticamente, nello stesso arco temporale di 24 ore, il Governatore della Banca Centrale Europea dice che aumenterà la moneta di 750 miliardi, il Premier Renzi afferma che per procurarsi 20 miliardi di euro dovrà tagliare la spesa pubblica di altrettanto e a nessuno viene in mente che ci sia qualcosa di anomalo, di sbagliato, di folle in questa situazione surreale?

L’opinione pubblica è stata narcotizzata, per cui oggi sembra del tutto normale che uno Stato sovrano resti in braghe di tela ed una entità come la BCE, che risponde solo al nostro Signore, crei dall’oggi al domani tutto il denaro che vuole (700, 800,…1.000 miliardi di euro) per destinarlo al sistema bancario che poi, forse, lo presterà alle imprese ed alle famiglie al tasso del 5, del 6, del 10%.

I commentatori economici, gli economisti stessi, i media tendono a confondere piuttosto che a chiarire; si perdono in dettagli che hanno il solo scopo di nascondere la realtà, la reale importanza della moneta, del suo processo di creazione ed immissione nel sistema economico.

Con colpevole ritardo, dopo aver distrutto l’economia europea Mario Draghi cambia rotta annunciando un nuovo intervento per immettere liquidità. Destinatari di questa nuova immissione saranno al solito le banche . Nello stesso momento però, il Governatore chiarisce che gli Stati dovranno rispettare tutti i vincoli e Trattati dell’Unione Europea; niente flessibilità, nessun allentamento dei parametri.

Osservando i due grafici sotto evidenziati, si comprenderà il collegamento diretto tra quantità di moneta e crescita economica.

Purtroppo per noi, il fatto che anche in sede di BCE si tenda a limitare la possibilità per gli Stati sovrani, di ampliare i deficit di bilancio, continuando sulla demenziale via del rispetto dei parametri e dei Trattati, renderà questa nuova immissione di liquidità assolutamente inutile per quanto attiene la crescita dell’economia reale. Non ci sarà aumento della produzione, dei consumi, non si produrranno nuovi posti di lavoro.

Se infatti, lo Stato non potrà aumentare la moneta in circolazione a causa dell’impossibilità di espandere il deficit, vuol dire che la nuova moneta potrà essere immessa nel sistema dell’economia reale solo attraverso l’indebitamento del settore privato (famiglie ed imprese). In pratica, Draghi con le sue esternazioni ci dice che per tirare fuori l’economia dalla palude in cui si trova da circa sei anni, è necessario aumentare l’indebitamento privato. Ma questa possibilità oggi risulta assolutamente impraticabile, dopo che l’economia reale è stata lasciata agonizzare per anni ed anni e l’austerità ha imposto progressive riduzioni di moneta nel sistema. Oggi il debito di famiglie ed imprese in Italia è di circa 2.000 miliardi di euro, su cui gravano annualmente interessi passivi superiori ai 100 miliardi di euro (stima per difetto che corrisponde al 6,5% del PIL!!). E questi “tecnici” vorrebbero farci credere che per uscire dalla crisi si dovrebbe spingere ancora di più sul debito e sul prestito bancario. Sono dei folli.

Allora a cosa serve e a chi serve questa nuova “espansione monetaria”?

Non alle famiglie e alle imprese, che sono già oggi in crisi sul lato debitorio, vessate dallo Stato a destra e da Equitalia a sinistra.

Non allo Stato che resterà vincolato ai parametri demenziali di Maastricht ed il cui debito non verrà acquistato dalla BCE.

Ci siamo: servirà anche stavolta solo ed esclusivamente al sistema bancario. Il concetto di fondo è:

si creano 750 miliardi di euro di liquidità e si prestano alle banche.

Lo scopo della BCE ed anche delle altre banche centrali, in realtà è solo uno: mantenere l’economia ad un livello tale che la piramide del debito pubblico e privato sopravviva e non si abbiano perdite per coloro che prestano i soldi, ovvero le banche.

E’ così necessario garantire che l’economia non sprofondi realmente, ma che al contempo venga drenata di moneta da parte degli Stati mediante l’imposizione di tasse asfissianti, con un livello d’inflazione intorno al 2%. Questo è l’obiettivo della BCE.

Perché? Perché il 2% e non zero? perché il 2% e non il 5%?

Perché non devono perdere soldi le banche che prestano denaro all’economia reale.

In parole semplici, con un livello d’inflazione pari allo 0% o addirittura negativo, non solo i prezzi, ma anche i redditi diminuiscono e dunque ripagare i debiti sarebbe sempre più difficile e le banche perderebbero soldi.

Nel caso invece di una inflazione superiore al 4-5%, si determinerebbe un crollo verticale delle quotazioni dei titoli obbligazionari (Bund, BTP, Bonos, Tbond, Oat, Gilt,…) tale da far saltare l’intero sistema bancario che, lo ricordiamo, è fondato sul DEBITO.

Per questi ed altri motivi la BCE non vuole che si riducano le tasse o che si stimoli realmente l’economia con deficit di bilancio significativi che metterebbero più moneta nelle tasche di famiglie ed imprese; ciò infatti indurrebbe un aumento del livello di reddito disponibile, una ripresa dei consumi, dell’inflazione ed il conseguente tracollo del mercato obbligazionario.

La verità su come stanno realmente le cose (specie se veicolata dai media conniventi) non è mai quella che viene “ufficialmente” raccontata. Utilizzano i dettagli per confondere, sviare, mentire: la sostanza è che questo nuovo tentativo della BCE di immettere moneta serve solo alle banche, ma non avrà nessun impatto sull’economia reale. La depressione economica continua.