Quello di cui parleremo è un tema che non ha appassionato molto nel corso degli ultimi forse 300 anni ma che oggi, alla luce della situazione economica attuale, impone un certo livello di conoscenza ed approfondimento.
Innanzitutto cominciamo col dire cos’è la Sovranità’ Monetaria e cos’è la Moneta.
La Sovranità Monetaria è il diritto di uno Stato Sovrano di emettere moneta, senza doversi indebitare con alcuno.
Oggi i paesi che hanno il potere di emettere “moneta-debito”, ovvero controllano direttamente la Banca Centrale sono gli USA, UK, Giappone, Cina, Corea del Sud,…
Noi invece nell’area Euro, siamo sottoposti al rigore della Banca Centrale Europea, che persegue quale primo obiettivo il controllo e la stabilità dei prezzi e non il benessere del popolo europeo. ( pensano ai prezzi, alle variabili macroeconomiche ma dimenticano le persone e le famiglie)
La definizione di moneta più corretta fino forse a 30 anni fa, era quella di Aristotele che definì la moneta come “la misura del valore”.Infatti la moneta serve per misurare il valore dei beni e servizi creati dall’uomo attraverso il lavoro od altre attività .Un paio di scarpe valgono 50 euro, una penna 2 euro, e così via.
Ma per completare la definizione di moneta occorre far luce sugli studi condotti dal Prof. Auriti sulla Teoria del valore indotto della moneta, il quale dopo circa 30 anni di studi accademici e vari saggi e pubblicazioni, completò la definizione di moneta come segue:
“La moneta è la misura del valore ed anche il valore della misura”,perché oltre che a misurare il valore possiede anche la qualità del valore della misura.
Ora proviamo a definire però cos’è il valore, da dove nasce il valore dell’euro.
A questo punto molti potranno dire che il valore della moneta nasce dal lavoro, altri diranno che il valore di una moneta dipende dall’oro delle riserve della Banca Centrale, altri ancora che il valore della moneta dipende dalla capacità di un Paese di produrre ed esportare merci e servizi o dalla quantità di moneta in circolazione.
Niente di tutto ciò però è corretto perché:
lavorando io produco un penna e con la moneta misuro il suo valore, produco un frigorifero e con la moneta misuro il suo valore,…;
la moneta poi non vale per l’oro posseduto dalle Banche Centrali perché, dal 15 agosto 1971 è stata abolita la riserva obbligatoria dal Presidente Nixon poichè, ascoltate bene, gli USA avevano stampato dollari per 8 volte il valore della loro riserva in oro ( come dire che 7 dollari su 8 erano falsi!!!);
infine, la moneta non assume un valore differente in funzione del livello di esportazioni che il paese realizza sul mercato, anzi i paesi esportatori sono quelli che cercano sempre di avere una moneta più debole rispetto agli importatori accettando in cambio una qualche inflazione.
Ma allora cos’è il valore della moneta.
Il valore della moneta è un valore indotto perché generato dalla accettazione della moneta da parte della collettività degli uomini vivi, ovvero nasce per convenzione per il solo fatto che ci mettiamo d’accordo che abbia valore.
Un esempio chiarirà questo punto:
se mettessimo Draghi su di una isola deserta a stampare euro non si creerebbe alcun valore; ma se sull’isola vivesse una comunità di persone che accettasse l’euro come mezzo di scambio e di pagamento, allora si creerebbe il valore .
Dunque siamo noi, la collettività che diamo valore alla moneta e non è l’attività umana , lavorativa, della banca centrale ,dell’esportazioni,…che creano il valore.
Quindi, il valore nasce per convenzione.
Ancora sulla definizione del valore: il valore di un bene è rappresentato dalla previsione di utilizzo di quel bene, attiene quindi ad una dimensione temporale e non fisica (si distingue tra momento strumentale che attiene all’oggetto e momento edonistico che riguarda il godimento del bene da parte del soggetto) .
Il coltello ha valore perché io prevedo di tagliare; la penna ha valore perché prevedo di scrivere; la moneta ha valore perché prevedo di spendere.
Ora chiarito che la moneta è la misura del valore; che detto valore è creato dalla collettività che accetta la moneta e consta in una previsione di spesa della stessa moneta, dobbiamo chiederci di chi sia la moneta.
Non si sa. O meglio ci hanno fatto credere che sia la nostra, ma non è così. Quando noi abbiamo il denaro in tasca ne abbiamo la proprietà temporanea che dura esattamente quanto è lungo il prestito che ci ha permesso di ottenerlo.
Ed è qui che sorge il grande inganno; il prestito ce lo fa la Banca Centrale che all’atto dell’emissione presta il denaro indebitando la collettività per l’intero ammontare del denaro in circolazione.
E poiché l’atto del prestare è proprio di chi ha la proprietà di un bene, la Banca Centrale prestando espropria la collettività della sua moneta, indebitandola ed applicandoci sopra anche gli interessi.
In virtù di cosa la BC presta? ha forse una riserva d’oro a garanzia dell’emissione? no, non più dal 1971 ed allora perché presta?
Dove è scritto di chi è la proprietà dell’euro?
Perché sulle banconote è scomparsa la dicitura “pagabile a vista al portatore” presente invece sulle vecchie lire?
Questo sistema di creazione del debito prende le mosse nel 1694 con la nascita della Banca D’Inghilterra; da quel giorno in poi si è generata la più colossale truffa che l’umanità abbia mai conosciuto sostituendo alla moneta d’oro un foglio di carta.
Fino a quel giorno infatti, chi aveva la fortuna di trovare una pepita d’oro se ne appropriava, senza indebitarsi verso la miniera.
Dal 1694 in poi invece, alla pepita è stato sostituito un pezzo di carta, alla miniera si è sostituita la Banca Centrale, alla proprietà il debito.
L’umanità tutta è stata trasformata da proprietaria a debitrice, schiava del debito, di un debito potenzialmente illimitato e soprattutto inestinguibile.
Praticamente cosa accade:
Per comprendere quale sia l’effettiva portata di un cambiamento così radicale basato sulla logica della Sovranità Monetaria, proviamo a far di conto prendendo come base di partenza la pubblica amministrazione in Italia e quanto costi allo Stato italiano in termini di salari e stipendi.
In Italia , secondo le ultime stime, i dipendenti della pubblica amministrazione sono circa 3,5 milioni.
Supponiamo che ciascun dipendente costi in media allo Stato 2000 euro, ovvero 20 banconote da 100 euro.
Attualmente ogni singola banconota costa allo Stato 100 euro più gli interessi applicati dalla Banca Centrale ( il prestatore) che supponiamo essere oggi pari all’1%. Ne consegue che per ogni banconota da 100 euro ,lo Stato ne spende 101.
Lo stipendio mensile di ciascun dipendente allora costerà al Paese una cifra pari a :
20 x 101=2020 euro.
Moltiplicando questa cifra per il numero di dipendenti complessivo avremo che lo Stato mensilmente si indebita per una cifra di:
2020 x 3.500.000= 7.070.000.000 euro
Annualmente quindi lo Stato spenderà, prendendola a prestito dalla Banca Centrale, una cifra pari a:
7.070.000.000 x 13 (mensilità di stipendio)= 91.910.000.000 di euro
Se invece, lo Stato stampasse la propria moneta, senza indebitarsi con alcuno, al costo di 30 centesimi alla banconota, il costo di una stipendio mensile per ogni dipendente pubblico sarebbe di :
20 (n. di banconote) x 0.30 ( costo di produzione della banconota) = 6 euro
Questi 6 euro mensili, determinerebbero un esborso annuale complessivo per lo Stato di :
6 x 3.500.000 x 13 = 273.000.000 euro
Non credo siano necessarie ulteriori spiegazioni: il confronto è impietoso e dovrebbe farci sobbalzare dalla sedia, ma non finisce qui.
Infatti, questa spesa complessiva sostenuta dallo Stato, che ricordiamo è oggi di quasi 92 miliardi di euro annuali, viene ripartita su ciascun contribuente italiano mediante l’imposizione fiscale, sottraendo ricchezza al popolo a favore delle Banche Centrali.
Supponendo che in Italia vi siano circa 30 milioni di contribuenti, il costo sostenuto per la pubblica amministrazione da ciascun italiano è:
91.910.000.000 : 30.000.000 = 3.063,6 euro annuali
Se invece l’Italia emettesse la propria valuta senza indebitarsi verso altri, il costo annuale pro-capite per il mantenimento della pubblica amministrazione sarebbe di :
273.000.000: 30.000.000= 9.1 euro annuali
Differenza in termini di costi enormi, che permetterebbero di non tagliare servizi alla collettività, ma anzi, con una saggia e prudente gestione della spesa pubblica, ne potrebbero essere finanziati degli altri attraverso l’emissione della moneta necessaria realizzarli.
Sarebbe una nuova moneta libera dal debito, garantita dallo Stato sovrano e nessuno subirebbe alcuna perdita in termini di potere d’acquisto dall’adozione della nuova moneta.
Un ultima domanda: a chi va la differenza tra i 3.036,6 euro ed i 9.1 euro che gravano su ciascun contribuente per il mantenimento dell’apparato statale?
Esatto; vanno al prestatore di denaro: alla Banca Centrale ed ai suoi azionisti. Non male per una “tipografia”!!
Capite ora la grandezza della truffa? La necessità di tornare padroni della nostra moneta?
Dove prende i soldi la banca quando li presta?
Le banche nel loro complesso “creano” moneta dal nulla, a costo zero erogando prestiti e mutui gravati da interessi e solo in un momento successivo si procurano i mezzi da porre a garanzia della somma impiegata presso la Banca Centrale, depositandovi dei cosiddetti “collateral” che ultimamente, grazie a ripetute modifiche regolamentari, sono stati enormemente ampliati come tipologia, forma e consistenza. Praticamente le banche centrali accettano di tutto!!
I mutui e prestiti erogati al sistema imprese-famiglie provvedono poi a generare nuovi depositi presso altre banche che potranno così realizzare nuovi finanziamenti e così via.
Dunque le banche commerciali non sono degli intermediari come vogliono farci credere, che raccolgono depositi dalla clientela per poi finanziare investimenti, ma creano moneta nuova esattamente come lo Stato quando realizza dei deficit di bilancio.
Chiarito questo punto, facciamo un passo ulteriore e cerchiamo di verificare come e cosa abbiano finanziato le banche commerciali negli ultimi anni.
Possiamo distinguere due differenti tipologie di concessione di credito:
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credito concesso al settore produttivo ( imprese, attività commerciali,ricerca,..);
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credito concesso allo Stato, famiglie,settore finanziario. Rientrano in questa tipologia i crediti concessi ai Paesi sovrani, i crediti concessi alle famiglie per l’acquisto di immobili, autovetture, vacanze, pellicce… ed infine il credito concesso ad altre banche, fondi, società d’investimento (che poi, ad esempio, utilizzeranno questi stessi fondi per colpire con la speculazione i titoli del debito sovrano, far salire lo spread, costringere i Governi all’Austerity e la popolazione allo stremo).
Cosa è successo negli ultimi 40 anni?
E’ accaduto che circa l’80% della creazione di moneta ad opera delle banche commerciali è stata destinata a Governi, famiglie e settore finanziario mentre solo il 20% è andato a finanziare il settore produttivo. Al solito per meglio capire, osserviamo il grafico seguente relativo agli Stati Uniti d’America:
Dal grafico si osserva che dal 1953 circa il debito privato ha superato il debito pubblico USA e negli ultimi 30-40 anni, mentre il debito pubblico è passato dal 50 al 90% del PIL, quello privato è mostruosamente cresciuto dal 110 al 300% del PIL!!!
Il debito delle famiglie ed imprese USA è il 300% del PIL della prima potenza economica mondiale!!!
Altro che debito pubblico…è il debito privato quello che destabilizza il sistema economico!!
Se poi analizziamo come risulta composto questo sconcertante livello d’indebitamento del settore privato, ci accorgiamo che esso è per gran parte costituito da mutui erogati per l’acquisto di proprietà immobiliari, come si osserva dal seguente grafico chiarificatore relativo all’Australia:
Dunque, si può affermare che la qualità del credito erogato negli ultimi 40 anni dalle banche commerciali è stato indirizzato verso la componente improduttiva del sistema, determinando una sopravvalutazione degli asset immobiliari che ancora oggi, devono scontare almeno un altro 20-30% di perdita di valore.
A tal proposito è utile far riferimento al seguente grafico sui valori immobiliari degli ultimi 120 anni in cui si nota che c’è una evidente bolla speculativa iniziata proprio negli anni ’90 e che solo ora inizia a sgonfiarsi. Quindi i tempi duri dell’immobiliare devono ancora arrivare!!
Al finanziamento del settore produttivo, imprese, ricerca, attività commerciali sono arrivate 1/5 delle risorse complessivamente erogate; troppo poco per permettere al sistema di reggere la spirale crescente del debito e dell’interesse.
La crisi economica attuale discende proprio da questo meccanismo di indebitamento sbagliato e non dal fatto che c’è evasione, che i politici hanno rubato, che c’è una dimensione anomala della spesa pubblica. Fenomeni tutti reali, ma che non sono la causa di questa crisi che ci sta conducendo ad una Depressione economica stile anni 30.
Parte della soluzione di questa crisi potrebbe essere iniziare a vietare quasi totalmente alle banche commerciali di creare debito finalizzato al solo incremento di valore degli immobili; il credito andrebbe creato principalmente per attività produttive e non per indebitare famiglie e Stato e per far speculare banche e fondi hedge.
Non si dovrebbe permettere alle banche commerciali di creare nuova moneta dal nulla, come già Schumpeter aveva compreso lo scorso secolo, limitando la loro capacità di finanziamento all’ammontare della raccolta effettivamente realizzata.
Il Debito pubblico
Tempo fa ricordo di aver letto con una certa avidità un saggio del bravo Roberto Artoni, pubblicato nel volume “Storia economica d’Italia” a cura di Pierluigi Coccia e Gianni Toniolo, nel quale , pur tra mille difficoltà, l’autore cercava di fornire una interpretazione all’evoluzione del debito pubblico italiano.
La tabella utilizzata per lo studio è quella di seguito riportata:
Dalla tabella si parte dal’anno 1885 con un rapporto debito/Pil al 99.3% e si arriva al 2000, alle soglie dell’entrata in vigore dell’euro, con un rapporto pari a 110.6%.
Si individuano abbastanza facilmente quattro periodi di forte incremento del debito :
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dal 1887 al 1902;
-
dal 1919 al 1925;
-
dal 1942 al 1943;
-
dal 1981 al 2000, ma potremmo tranquillamente considerare questo ultimo periodo ancora in essere ,giacché ad oggi, il nostro rapporto debito/Pil è al 124% circa.
La spiegazione che viene fornita in relazione alla prima crisi di finanza pubblica, che raggiunse l’apice nel 1897 con un rapporto debito/Pil di 117, è quella di far riferimento alle spese militari sostenute per finanziare le imprese coloniali che determinarono una crescita del Pil praticamente nulla ed un costo medio del debito pubblico fermo al 4% .
La seconda crisi della finanza di Stato, la si ebbe a seguito della partecipazione alla Grande Guerra ; il rapporto debito/Pil salì fino a toccare il record storico del 1920 con un valore paria al 160 %.
Solo a seguito dell’eliminazione dei debiti di guerra e della forte diminuzione del debito privato, fu possibile superare la seconda crisi e riassestare la finanza pubblica nel 1926, con un rapporto debito/Pil pari a 51.
L’entrata in guerra al fianco della Germania comportò l’innalzamento del debito negli anni 40 cui seguì un periodo di forte inflazione, che dopo la caduta del regime fascista, determinò una rapida correzione del rapporto debito/Pil tanto che giunse al 40% nel 1946.
A partire dal 1981 ed in modo sempre crescente fino al 1991, anno della crisi valutaria, il debito pubblico iniziò una dinamica che col passare del tempo l’avrebbe portato a sottrarre dalla ricchezza nazionale una percentuale di spesa per interessi vicina al 12% del Pil annuo(tale tendenza è destinata a rafforzarsi nel tempo).
Lo studio si conclude però in modo abbastanza inquietante dopo 70 pagine di cifre, dati e tabelle dicendo:“l’interpretazione del periodo che va dal 1974 al 1994 è il problema veramente aperto”.
Insomma, d’accordo che non si è riusciti a delineare uno schema di fondo unitario per la spiegazione della dinamica del debito, considerate anche le attenuanti concesse per la difficile interpretazione dei dati almeno fino agli anni 30, ma qualcosa evidentemente sfugge alle logiche interpretative dell’economia classica se si ammette di non essere riusciti a comprendere come e perché si sia formato un debito pubblico crescente nell’arco di pochi decenni.
A questo punto, mettiamo in soffitta la laurea di economia, i corsi di specializzazione e cerchiamo di ragionare in termini di teoria monetaria. Liberiamoci il cervello dalle chiacchiere televisive, dai talk-show tutti uguali e tutti ugualmente inutili e cominciamo a cercare soluzioni interpretative alternative.
Al solito per ragionare , usiamo numeri e tabelle, in questo caso dal 1990 al 2008:
Al 2008 avevamo un debito pubblico consolidato ( quindi comprensivo di ogni apparato pubblico) pari a 1.663.353.000 euro; se a questo sommiamo la spesa per interessi dovuta per gli anni 2009, 2010, 2011 ( supponiamo pari a 80 miliardi) e la quota parte del 2012 , il risultato sarà:
1.663+80+80+80+40= 1.943 miliardi di euro.
Questa cifra, calcolata a spanne, ma con valori realistici ,non è troppo distante dal valore del nostro debito attuale ( circa 1.950 miliardi) e ci dimostra che il debito che oggi grava sul nostro paese è essenzialmente composto da spesa per interessi cumulati e non, come molti, forse troppi vogliono farci credere, dovuto a politiche di spesa pubblica senza freni.
Infatti, mentre il Pil è cresciuto dal 1990 al 2008 del 124% e la spesa pubblica totale è cresciuta di una percentuale del 106%, oggi ci troviamo con un debito pubblico sempre crescente; dunque, non è la spesa pubblica la componente da comprimere come stanno facendo Monti ed i suoi, ma l’interesse sul debito è il vero obiettivo da perseguire.
Non ci credete? ..allora come ci possiamo spiegare che negli ultimi anni le Entrate dello Stato superano le Spese ed il debito pubblico continua a salire; cioè, nonostante si realizzino Avanzi Primari di bilancio, il debito risulta incomprimibile.
Sia chiaro; questo non assolve la classe politica dall’averci condotto ad una tal situazione ed anzi, il non aver compreso la reale natura del debito è una aggravante alla loro già miserevole leadership.
Compreso ciò,ovvero che il debito pubblico oggi è sostanzialmente un debito per interessi, ci si domanda: perché tra lo stampare moneta ricomprando detto debito a costo zero e l’ imporre nuove tasse ed imposte alla popolazione, si è scelta la seconda via?
Perché nessuno spiega chiaramente alla popolazione che le tasse che paghiamo non vanno a favore di servizi e prestazioni sociali, ma quasi esclusivamente a rimpinzare i creditori dello Stato ovvero le banche e le grandi istituzioni sovranazionali detentori di BTP, CCT, CTZ e BOT.
Questa non è una mia bizzarra conclusione , quanto piuttosto il risultato cui è giunto anche uno studio dell’Agenzia delle Entrate, la cui risultante è che “ la spesa pubblica è logicamente e temporalmente distinta dalle tasse. Le spese determinano il reddito per le imprese, come per lo Stato. Le tasse non sono quindi un mezzo per finanziare la spesa pubblica già effettuata in precedenza.”
Infine, vorrei far notare che “casualmente”proprio il 15 agosto del 1971 Nixon sancì la fine degli accordi di Bretton Woods, di fatto abolendo la convertibilità della moneta in oro, sostituendoli con il principio della riserva frazionaria.
Perché fece ciò? Perché sulla base delle riserve auree statunitensi, il sistema della Federal Reserve avrebbe potuto stampare solo 10.000 miliardi di dollari, ma in realtà, nella tipografia Federale si fecero prendere la mano e ne stamparono 80.000; come a dire che 7 dollari su 8 non avevano alcun controvalore in oro, erano carta straccia insomma. Nella scelta tra far scomparire il dollaro ed abolire la riserva aurea, si scelse la seconda via e da allora tutte le banche centrali del mondo iniziarono a battere moneta senza aver il corrispondente deposito aureo a garanzia.
Da questa sciagurata decisione si è registrata una costante crescita del debito pubblico e privato che fino ad ora non ha ancora trovato una soluzione con il risultato strabiliante che ad oggi,tutti i paesi del mondo sono in debito.
La situazione attuale
La crisi economica sta completando la sua trasformazione: iniziata come crisi del debito bancario, si è trasformata in crisi del debito Sovrano ed ora non potrà non arrivare al debito Privato ( di famiglie ed imprese).
Ovunque ha lasciato solo macerie e disperazione, povertà crescente e disoccupazione, incertezza e perdita di speranza per il futuro.
Ma davvero dobbiamo arrenderci a a questo meccanismo “satanico” di distruzione di massa e attendere l’inevitabile declino? Volgiamo davvero lasciare ai nostri figli un domani pervaso dell’angoscia e dominato dal debito?
Credo che nessun uomo ragionevole si auguri ciò e per questo motivo è ora , adesso, il momento di dire come stanno le cose e proporre soluzioni per risollevarci dalla crisi.
Per capire ciò che bisogna fare è però necessario comprendere con esattezza come funziona un sistema economico moderno e l’importanza che ha nello stesso la moneta.
Dunque se paragonassimo un sistema economico ad un essere vivente, il suo nutrimento, la sua linfa vitale , il suo sangue, sarebbe riconducibile alla moneta. Fin qui nulla di complicato; con la moneta infatti si regolano i conti, si effettuano acquisti, si fanno investimenti.
Ora facciamo un secondo passo in avanti. Chi può aumentare o diminuire l’offerta di moneta in un sistema economico?
L’offerta di moneta può essere incrementata da :
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lo Stato, attraverso il deficit di bilancio ( quindi la spesa pubblica);
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il credito bancario, che di fatto aumenta la quantità di denaro in mano a privati;
-
il Surplus derivante dal commercio con l’estero.
Qualcuno avrà già intuito che la situazione si fa piuttosto seria.
Infatti, lo Stato attraverso la politica di austerità, la “spending review” e l’obbligo di pareggio di bilancio recentemente approvato non potrà aumentare ed anzi continuerà a sottrarre moneta dal circuito finanziario sottoforma di austerty e maggior imposizione fiscale. (3% medio per i prossimi 20 anni quindi circa 45 miliardi di euro l’anno sottratti al sistema economico)
Le banche non possono concedere più credito perché di fatto hanno esagerato nel realizzare investimenti negli anni passati e non hanno sufficienti patrimoni per offrire altro denaro a famiglie ed imprese ( a titolo di curiosità, vorrei sapere come diamine è possibile che una banca come BNP abbia un monte impieghi di circa 3200 miliardi di euro quando il PIL della Francia non arriva a 2000!!, oppure vorrei sapere come è possibile che in America le riserve tenute dalle banche presso la Fed sono solo 15 miliardi, mentre dovrebbero esserci riserve obbligatorie per 45 miliardi a fronte di prestiti erogati pari a 6250 miliardi; della serie: le "riserve" sono totalmente irrilevanti , non "controllano" un tubo. La "moneta " oggi, viene creata "internamente" al sistema bancario perchè quando le banche prestano creano nuovi depositi.)
Infine, quanto al commercio con l’estero, purtroppo il nostro Paese è da anni che non realizza un saldo attivo e pertanto, importando più di quanto esporta concorre alla sottrazione di moneta dal circuito finanziario.
A tal proposito potrebbe essere interessante osservare questo grafico, tratto da dati dell’OECD:
Il grafico parte dal 1990 e termina nel 2011; iniziando col valutare il nostro Paese,la linea blu, notiamo che la dinamica delle partite correnti ha mostrato un surplus estero per un periodo compreso tra il 1993 ed il 2000.
Dall’entrata in vigore dell’Euro, anno 2002, i nostri saldi delle Partite Correnti hanno sempre e solo visto un sostanziale progressivo peggioramento determinando quindi un deficit estero che ci colloca al non invidiabile terzo posto a livello mondiale.
Per far capire, deficit estero equivale a dire che ogni anno la nostra economia perde verso l’estero 70 miliardi di euro che vengono sottratti a chi crea ricchezza nel Paese, ovvero il sistema famiglie- imprese.
Gran bel risultato per l’euro ed i suoi sostenitori!!
Esaminiamo ora la linea viola, la potente Germania. In questo caso notiamo che l’andamento è “stranamente” differente dal nostro; infatti quando l’Italia realizzava dei surplus verso l’estero i tedeschi invece annaspavano con dei costanti deficit esteri con punte del 2% del PIL.
Dall’entrata in vigore dell’Euro invece, et voilà, tutto si è rovesciato: la Germania ha iniziato a realizzare crescenti surplus verso l’estero mentre la povera Italia, privata della propria moneta, ha visto aprirsi il baratro dinanzi al suo futuro.
Ancora tante tante grazie all’Euro ed a quei simpatici inetti che lo han pensato e realizzato!!
Per ultimo analizziamo il grafico della Corea del Sud, per evidenziare quel che avremmo potuto essere e non siamo stati. Un paese dignitosamente esportatore, povero di materie prime e di energia, ma ricco di capacità imprenditoriali, padrone del suo destino e della sua Moneta!! La linea gialla nel grafico mostra un andamento sostanzialmente positivo che parte dal 1998 ed arriva sino a giorno nostri. Anche per la piccola ma laboriosa Corea del Sud l’approvvigionamento di petrolio e materie prime ha senza dubbio rappresentato un gran problema nel decennio passato, ma come si vede, a differenza dell’Italia, il sistema industriale coreano ha continuato nonostante ciò a crescere mentre quello italiano no. Dunque, possiamo affermare che la variabile “costo delle materie prime” non è di alcun valore per la spiegazione del cronico e costante deficit estero del nostro Paese, del costante e progressivo sfaldamento del sistema produttivo italiano.
Lo è invece l’aver perso il controllo sulla propria moneta,l’essere entrati nell’Euro, l’aver eliminato le barriere protezioniste all’ingresso di merci e lavoratori volute da questa scellerata ed incomprensibile globalizzazione.
Oggi siamo più poveri di 20 anni fa, nel mezzo di una depressione che durerà ancora anni, guidati da una leadership miserevole per incompetenza ed assoluta mancanza di visione strategica.
Quei 70 miliardi che ogni anno vengono trasferiti all’estero del sistema Imprese-Famiglie, in Paesi che hanno una loro moneta e ne possono disporre secondo le necessità, vengono reimmessi nel sistema sottoforma di accreditamenti ai conti del Tesoro, finanziamento della spesa pubblica oppure di aperture di credito agli operatori.
In Italia invece il Monti Killer, taglia la spesa pubblica, non viene concesso credito dal settore bancario a famiglie ed imprese e non possiamo stampare moneta: la fine purtroppo sarà una brutta fine.
Un’ultima postilla: ma quali riforme , quali cambiamenti pensate si possano fare mentre il popolo vede sempre più ridursi la propria ricchezza, quando non c’è lavoro, quando viene meno la speranza.
Le riforme, quelle strutturali, osservando il grafico sopra riportato,si sarebbero potute fare nel periodo 1993/2000, quando il sistema Imprese –Famiglie vedeva aumentare la propria ricchezza e forse,dico forse, avrebbe ben sopportato riforme anche radicali del Paese. Ma oggi, è impensabile pretendere di riformare un Paese agonizzante!!
La prima ed unica cosa da fare, la sola e decisiva riforma da attuare, è riappropriarsi della Sovranità Monetaria, mettere il denaro nelle “braghe del popolo”, cancellare il debito pubblico, ridurre le imposte dirette, eliminare il cuneo fiscale, al fine di tornare a respirare un clima di fiducia e solo dopo aver fatto ciò, realizzare un radicale cambiamento della struttura politica, amministrativa e burocratica dello Stato attraverso quelle riforme che oggi tutti vogliono fare, ma che nessuno riuscirà a realizzare.
Per inciso, la classe politica del periodo “buono” per le riforme (1993/2000) è più o meno la stessa di oggi; non han fatto nulla quando le condizioni erano favorevoli, cosa pensate riusciranno a fare domani?
Siamo ben avviati verso un profonda depressione anche perché le stime parlano di una contrazione del PIL ( un indicatore alquanto discutibile ) in forte discesa per i prossimi anni.
Non va bene; qui si sta andando nella direzione opposta a quella corretta; si dovrebbe aumentare la quantità di moneta in circolazione e non diminuirla.
E i nostri governanti cosa dicono? Quali soluzioni prospettano?
Il governo Monti, quello che avrebbe dovuto traghettarci fuori dalla palude ha fallito in modo piuttosto evidente il suo mandato; siamo messi come se non peggio di 12 mesi fa, con l’aggravante di aver perso altro tempo, di aver fatto chiudere altre attività, di aver creato ancor più disoccupati e l’aver indotto, per disperazione decine e decine di dignitose persone al suicidio da insolvenza. Constatato l’evidente fallimento, il buon Monti annuncia ai quattro venti l’intenzione di rimettere il mandato nel 2013.( personalmente ci credo poco)
Il PD ed i loro giornali di riferimento come Repubblica, il Fatto Quotidiano, sono allineati con la BCE, il FMI, nel perseguire senza ombra di dubbio la via dell’austerità a ripagare i debiti sino all’ultimo centesimo al solito senza indicare come farlo ( trovare soluzioni non è mai stato il loro forte!)
Il PDL propone meno tasse ( già un passo avanti rispetto alla sinistra), ma in ossequio alla globalizzazione intende ripagare il debito nel suo complesso ( ed anche qui non si sa come visto che tirano fuori sempre il patrimonio immobiliare dello stato da vendere a chi poi non si sa, le liberalizzazioni e le quote di azioni in mano al Tesoro che visti i corsi azionari attuali non dovrebbero fornire un grande contributo).
Veniamo agli outsider….il buon Grillo risolverebbe tutto con il solare, la banda larga e referendum sull’euro;
Oscar Giannino, sicuramente un bravo giornalista ma con le idee confuse sul debito e la moneta, propone un movimento anti-tasse supportato da una buona parte di Confindustria.
Un panorama desolante.
Insomma; ci siamo fidati di chi come Monti, la BCE, il FMI, la UE, tre anni fa, non il secolo scorso, disse che la Grecia dopo una riduzione del PIL nel 2010 all’incirca del -2.6% avrebbe recuperato nei due anni seguenti, 2011 e 2012 con un iperbolico +1.1% e + 2.2%.
La realtà è stata invece:
-
2011 con un – 9.6%;
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2012 con un probabile -6.7%.
Il debito greco cresce nonostante l’austerità, la disoccupazione sfiora il 23% e quel che è peggio, la situazione non potrà che peggiorare. I greci hanno iniziato ritirare soldi dalle banche e metterli all’estero, magari comprando immobili ( come riferiscono esperti immobiliaristi londinesi).
Dobbiamo ammetterlo : abbiamo sbagliato a fidarci di simil figuri che andrebbero immediatamente licenziati dal loro incarico per inettitudine ed incompetenza.
In Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, le cose non andranno diversamente; dobbiamo invertire la rotta adesso prima che vengano compromessi equilibri sociali in modo irreversibile, prima che si scateni una vera e propria guerra tra poveri.
La soluzione esiste… basta guardare Paesi come Cina,Giappone, Corea del Sud hanno risolto il problema del debito, tenendo sotto controllo lo spread e pagando tassi d’interesse vicini all’1% ( ben lontano dal 5% che pagano i nostri BTP).
Il famigerato QE andrebbe fatto ma a favore delle famiglie e delle imprese da parte della Banca Centrale, ripagando parte dei loro debiti ed abbassando le tasse e le imposte. Inoltre , una più consistente emissione di moneta dovrebbe andare a ricomprare il debito pubblico sul mercato, attraverso operazioni di asset swap, sostituendo ai titoli di debito, la moneta .
Emetter moneta non costa nulla alla banca centrale poiché il più delle volte si sostanzia in una scrittura contabile a favore di questo o quell’intermediario.
Si avrebbe immediatamente una serie di benefici effetti sul sistema nel suo complesso in grado di rivitalizzare l’economia stessa:
se la Banca d’Italia stampasse 400-500 miliardi potrebbe destinarne circa 100 al settore privato (famiglie ed imprese) sottoforma di minori tasse o pagamento dei debiti in essere.
Gli altri 400 miliardi andrebbero invece utilizzati per ricomprare il debito pubblico sul mercato abbassando i tassi d’interesse passivi, rialzando i corsi obbligazionari e permettendo così alle banche di evitare perdite su BTP ( cosa che oggi invece le sta mettendo in gravi difficoltà). Risanate le loro finanze, gli istituti di credito potrebbero tornare a fare il loro mestiere tornando a concedere credito alle famiglie ed alle imprese, riavviando così la produzione ed i consumi.
Lo han fatto Inghilterra, USA, Cina, Giappone, Corea Del Sud,…non si capisce perché noi non lo si possa fare. In nessuno di questi paesi si è scelta la via dell’austerity ( che poi porta ad i risultati visti per la Grecia), ma si è scelto di emettere moneta acquistando titoli del debito sovrano.
La differenza con i paesi sopra citati è che ciascuno di questi ha mantenuto una propria Sovranità Monetaria, ovvero la possibilità di emettere moneta nazionale senza vincoli di sorta nei confronti di nessuno.
Se alla UE non saranno d’accordo, si tengano anche l’Euro e noi provvederemo a ridare dignità alla nostra Lira nazionale.
Ora senza voler inutilmente annoiare con altri grafici e tabelle proviamo a capire come funzione l’economia moderna e quali sono i correttivi da porre affinché questa crisi non si trasformi in una depressione economica stile 1929.
Come funziona l’economia attuale e perché la stanno distruggendo
L’economia ed il suo funzionamento non sono cose difficili da comprendere e neppure da correggere laddove si verificassero situazioni di squilibrio od inefficienze.
Tuttavia, la maggior parte degli esperti o presunti tali, economisti, giornalisti economici,professori universitari, sembra ostinatamente volta alle complicazioni piuttosto che alle semplificazioni per rendere la materia quanto più comprensibile.
La spiegazione credo risieda nel fatto che, una volta compreso lo schema di funzionamento del sistema, ogni persona dotata di ragione e senso critico, riuscirebbe immediatamente a capire cosa fare e cosa non fare, dove intervenire od apportare cambiamenti.
Sulla base di questa premessa, ho pensato di allegare un semplice disegno che credo possa semplificare di molto la spiegazione del funzionamento del sistema economico attuale, basato sulla moneta.(MMT)
Chiedendo scusa per la mediocre qualità del disegno, quello che vorrei far osservare è che, in primo luogo, il sistema Imprese + Famiglie (IF) è un sistema chiuso rispetto alla capacità di creare moneta.
La quantità di moneta all’interno del sistema è sempre la stessa; non aumenta né diminuisce; semplicemente si ridistribuisce tra i diversi componenti la struttura economica.( cioè ,famiglie ed imprese)
Al suo interno,vengono scambiati prodotti e servizi tra gli operatori generando differenti flussi di reddito che potranno dar luogo a fenomeni di accumulazione di moneta (risparmio).
Quindi, fatto 100 il valore del reddito prodotto in un anno, vi è una percentuale di questo ( ad esempio il 10%) che non viene sistematicamente reinvestito nel sistema, ma al contrario viene risparmiato ed investito magari in BTP o nell’acquisto di case e terreni.
Il risparmio, sia ben chiaro, non è di per sé una componente negativa, ma se si sottrae una quantità pari a 10, per l’anno successivo, la produzione di reddito potrà essere di solo 90 ( 100-10=90).
Questo dunque accade perché c’è una parte della popolazione, che accumula in modo improduttivo ricchezza, senza rimetterla nel sistema.
Questo “buco” che si viene a determinare di 10 chiamato”output gap”, viene di regola colmato dalla concessione di credito da parte del sistema bancario a famiglie ed imprese ( cioè immettendo nuova moneta nel sistema ) e dallo Stato, che attraverso i Deficit di bilancio, immette anch’esso liquidità nel sistema IF.
Quindi, se le banche concedessero prestiti per un ammontare di 5 e lo Stato realizzasse un Deficit del 5 %,avremmo colmata la differenza di 10 che era stata sottratta al sistema, che potrebbe così tornare a produrre ricchezza pari a 100 (cioè, 90+5+5=100).
In questa condizione, la domanda è dunque tornata a crescere rispetto ad il valore di 90; la produzione delle imprese sale e con essa l’occupazione e la produzione di reddito complessivo.
Ora cosa sta accadendo in Italia col Governo Monti, ma anche in Grecia, Spagna, Portogallo e tra poco anche in Francia?
Accade che sia il sistema bancario ( attraverso la riduzione del credito a famiglie ed imprese), sia lo Stato (attraverso politiche di Austerity e pareggio di bilancio) non riescono più a riportare la domanda a 100, ed anzi, stanno progressivamente realizzando l’obiettivo opposto.
Infatti, cresce la percentuale di tesaurizzazione della ricchezza che viene accumulata e non spesa o reinvestita nel mercato( per paura, pessimismo si tende a non spendere anche quando si potrebbe); in aggiunta a ciò, l’imposizione fiscale ed il pagamento di debiti ed interessi al settore bancario compromette la stabilità del sistema che viene a trovarsi in condizioni di grave sofferenza determinando una ulteriore perdita di moneta nel sistema IF.
Quindi a fronte di una progressiva fuoriuscita di moneta dal sistema IF, non vi è una adeguata immissione di nuova moneta in grado di stabilizzare l’economia, che così va in Depressione, situazione nella quale, lo ripetiamo, si ha una caduta della produzione, diminuzione dei prezzi, sottoutilizzazione degli impianti produttivi, discesa degli investimenti, riduzione del reddito disponibile.
Il perdurare di una situazione in cui la moneta viene di fatto sottratta al sistema IF porta ad un progressivo ed irreversibile declino della produzione industriale ( oggi siamo tornati ai livelli del 1990 e andremo sempre peggio…) non perché non ci sia voglia di lavorare,oppure i giovani sono schizzinosi (come va dicendo senza pudore qualche ministro) e rifiutano posti di lavoro, non ci sono le tecnologie, le idee o i capannoni: manca la domanda perché manca la moneta nel sistema imprese- famiglie poiché questo non può crearla, può solo scambiarla, investirla o risparmiarla.
Ci si avvia dunque verso una lunga depressione economica in cui i beni reali ( immobili, aziende, attività commerciali,..) perdono di valore rispetto alla moneta che invece, causa la rarità aumenta di valore( ed è ciò che sta accadendo adesso, infatti gli immobili diminuiscono giustamente di valore, la capitalizzazione delle aziende pure,…).
Quando il sistema IF sarà arrivato quasi al collasso, quando la ricchezza prodotta da imprese e famiglie sarà stata convogliata verso il settore bancario attraverso l’imposizione fiscale ed il pagamento dei debiti, solo allora le banche potranno acquistare a valori stracciati “asset” di qualunque genere, dalle aziende strategiche, alle municipalizzate, dalle industrie minerarie a quelle farmaceutiche , finanziando dette acquisizioni con il denaro che le banche stesse creano dal nulla a costo zero.
Successivamente,solo dopo aver dato luogo agli acquisti in saldo, programmeranno una nuova immissione di liquidità nel sistema.
La liquidità farà nuovamente crescere il valore degli asset acquistati per “un tozzo di pane “ e farà di conseguenza diminuire il valore della moneta; questa situazione permetterà loro di generare profitti quasi illimitati e di fatto controlleranno i popoli e le attività mondiali molto più di quanto non facciano oggi.
Tornando alle cifre, oggi si stima in Inghilterra un “output gap” pari al 13% del PIL cioè la produzione è sotto del 13% rispetto a quella che potrebbe realizzare il Paese se vi fossero più soldi da spendere; ci sono i tecnici, i capannoni, le persone, la tecnologia per produrre, ma non gira abbastanza moneta.
Ecco di seguito riportato il grafico che mostra il gap di produzione in Inghilterra:
Ed in Italia?...nel nostro Paese come siamo messi?
In Italia siamo probabilmente con un output gap dell’ordine almeno del 20% tenuto conto che in Inghilterra, la Bank of England ha finanziato e lo farà anche in futuro il Deficit dello Stato attraverso l’acquisto di titoli del debito inglese, garantendo liquidità al sistema.
Così, nell’Italia del 2012, ci ritroviamo in uno Stato con una popolazione anziana che detiene la maggior parte della ricchezza, immobilizzata in rendite immobiliari e finanziarie sterili (certo non avviano una azienda od investono in macchinari e tecnologie!!), elevata imposizione fiscale, burocrazia asfissiante, politici incompetenti e corrotti, economia in depressione, disoccupazione crescente, paura ed insicurezza per il futuro.
Se a questo sommiamo le politiche demenziali del Governo ispirate a logiche di pareggio di bilancio, riduzione delle spese ed aumento dell’imposizione fiscale, la fine è già scritta.
Siamo spacciati!
Ma se abbiamo compreso come funziona una economia industriale, se abbiamo capito il valore della moneta, se abbiamo le idee chiare su cosa fare allora la speranza di risalire la china c’è.
La nostra missione è cercare di diffondere il più possibile la conoscenza tra le persone, spiegare loro che la realtà non è quella rappresentata dai media e dalle conferenze stampa di Monti, che non esiste altra via per il superamento della crisi che l’eliminazione definitiva del debito e dell’interesse.
Basterebbero pochi mesi per invertire decisamente la rotta e tornare su livelli di crescita accettabili; ma fin quando la disinformazione la farà da padrone continueremo purtroppo la discesa di questo crinale senza speranza di salvezza.
Come eliminare il debito e l’interesse?
Nelle ultime due settimane su diversi giornali e siti internet sono comparsi una serie di articoli aventi ad oggetto la probabile cancellazione del debito pubblico. In pratica si tratta semplicemente di cancellarlo per sempre dai bilanci delle banche centrali, di farlo sparire una volta per tutte.
Già mi immagino le probabili reazioni dopo la lettura di queste prime tre righe, ma se avrete la pazienza di continuare a seguire , capirete come in realtà il debito pubblico sia un puro e semplice “gioco di prestigio” che i Governi potrebbero cancellare a loro piacimento, in qualsiasi momento.
Dal Daily Telegraph al Financial Times, sono apparsi articoli dal titolo “ Le banche centrali cancelleranno il debito?” in cui si riportano studi di analisti e ricercatori del FMI ed operatori di primo livello, come Gavyn Davies, ex- capo economista di Goldman Sachs.
Come scritto e spiegato più volte, lo Stato non ha bisogno di indebitarsi emettendo BTP od altri titoli obbligazionari per finanziarsi, poiché potrebbe accreditare i conti presso il Tesoro attraverso la semplice digitazione su di una tastiera della quantità di moneta necessaria senza doverci pagare sopra alcun interesse.
Lo stesso economista Warren Mosler, nel convegno svoltosi a Rimini lo scorso 21 ottobre, ha spiegato alla platea come in Inghilterra, la Bank of England negli ultimi cinque anni stia di fatto facendo sparire il debito pubblico inglese scambiando Gilt contro Sterline.
Il meccanismo attraverso cui avviene questa eliminazione “sottobanco” del debito è abbastanza semplice da comprendere ed inizia dal Quantitative Easing:
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dal 2008, le Banche Centrali di tutto il mondo (USA, UK,Europa, Giappone, Cina,..) stanno comprando miliardi di titoli di stato direttamente in asta o sul mercato secondario (circa 5.000 miliardi di dollari, stimati per difetto);
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Le Banche centrali dovrebbero poi tenerli in bilancio fino alla scadenza 3,5, 10 anni e poi ricevere il controvalore in danaro dallo Stato debitore. Dunque le Banche si comportano come un semplice investitore, che detiene un investimento per poi vedersi remunerato il capitale a scadenza.
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Ma qui sta la distinzione con il semplice investitore; essendo le Banche Centrali quelle che garantiscono “sempre” i pagamenti dello Stato ( non si ha notizia di un mandato di pagamento o di un bonifico statale non pagato), ne consegue che queste possono accreditare qualunque somma senza vincoli e senza restrizioni rendendole immediatamente disponibili per lo Stato stesso. Per cui, se alla scadenza dei titoli, le Banche Centrali si accreditassero le somme corrispondenti sui loro conti in moneta, di fatto eliminerebbero il debito degli Stati. E’ solo una questione di contabilità; non si stampa nulla e non si crea nulla, ma si elimina il titolo di debito e quindi il debito stesso.
In pratica, supponendo oggi l’acquisto da parte della BCE di un BTP triennale per un importo di 100.000 euro avremo le seguenti variazioni nelle poste contabili:
25/10/2012
Saldo del Tesoro Saldo delle BCE
-100.000 +100.000
25/10/2015
La BCE accredita al Tesoro 100.000 euro ( accredito contabile, non stampa moneta, la crea dal nulla). Avremo quindi:
Saldo del Tesoro Saldo della BCE
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0
Si realizza quello che il presidente della FED, Bernanke definisce come un “asset swap”ovvero si ritirano dei titoli di stato che rendono ad esempio il 3% e li si sostituiscono con degli accreditamenti monetari presso il Tesoro che non pagano interesse.
Dunque, "se fossi ministro del Tesoro farei stampare 500 miliardi di euro e comprerei 500 miliardi di BTP" visto che anche la Bank of England ha stampato 375 miliardi di sterline dal 2009 a questo scopo (che in euro sono circa 500 miliardi di euro). Il meccanismo attraverso cui opera la Banca inglese è il seguente:
Non sono teorie, è la realtà. Basta solo leggere ed informarsi, copiare quello che fanno gli inglesi e che funziona molto meglio dell'austerità, non occorre neanche aver studiato per capirlo, non occorre neanche sapere cosa sia la MMT, basta leggere le notizie!!!
In Inghilterra non sono in recessione, hanno perso un 1/3 dei posti di lavoro persi dall'Italia (300mila contro 900 mila da noi), non pagano 5% sui titoli di stato a dieci anni come noi, ma un 1.9% e continuano a tenere su l'economia con deficit annui del 7% del PIL.
E dato che la Banca di Inghilterra emette moneta con un costo dello 0.5% (non 0% per una questione amministrativa) e di media paga ora un 2.9% sul debito pubblico esistente, guadagna anche un 2% percentuali e rotti e ha ad esempio ora 9 miliardi di sterline di utile che poi ritornerà al Tesoro inglese.
Stampare moneta a costo zero, come fanno a Londra, è meno costoso che rimborsare i creditori, italiani o esteri che siano, con 40 miliardi di nuove tasse. Siamo dei poveri pirla a svenarci con l'austerità invece di fare cone gli inglesi. Basterebbe andare in TV dieci minuti a spiegare che non c'era nessun bisogno di austerità e bastava fare come gli inglesi, anche senza aver studiato economia lo riesci a spiegare...
Il debito quindi non c’è più, cancellato per sempre..
Il meccanismo di accreditamento/addebitamento delle poste contabili è solo una finzione ,un inganno. Far credere che per diminuire il debito siano necessari austerity, limitazioni di spesa pubblica e servizi, perdita di ricchezza, innalzamento delle tasse è un vero crimine contro la persona, la famiglia, la società degli uomini vivi operato dal sistema bancario nel suo complesso con la connivente approvazione di governanti senza dignità.
Queste operazioni di asset swap non creerebbero inflazione, poiché i soldi lo Stato li ha già spesi e dunque non andrebbero ad incrementare la spesa pubblica.
D’altro canto, l’evidenza empirica mostra che dal 2008 ad oggi, il livello d’inflazione è rimasto sostanzialmente invariato, se non addirittura diminuito, nonostante si siano riacquistati titoli per un ammontare complessivo di circa 5.000 miliardi di dollari.
L’aver chiamato in un modo incomprensibile (QE) questo meccanismo, l’aver fatto credere all’opinione pubblica che fosse necessario “stampare fisicamente moneta” per ricomprare il debito, che l’eccessiva moneta stampata avrebbe potuto produrre chissà quali spinte inflazionistiche e che dunque si sarebbe dovuto fermare il prima possibile questa pratica, è funzionale alla produzione di utili per il sistema bancario globale.
Inoltre, sempre dalle banche centrali viene l’indicazione che i titoli del debito comprati dal 2008, sarebbero poi stati rivenduti sul mercato, ma ad oggi non c’è stata la vendita di un solo asset ed opinione personale, non ce ne sarà mai.
Capito questo, compreso il meccanismo e l’inganno che sottintende a tutto il sistema del debito, dobbiamo batterci perché la maggioranza delle persone vengano informate, edotte di quanto realmente accade sui mercati mondiali.
E’ difficile ma abbiamo il dovere di provarci per liberarci da questo sistema che ha reso l’uomo schiavo della finanza e del debito.