Da qualche giorno una nuova ventata d’ottimismo pervade la pagine dei giornali, i talk-show, il web. La notizia secondo cui la BCE (Banca Centrale Europea) sarebbe pronta ad intervenire in modo massiccio sul mercato finanziario attraverso una iniezione di liquidità per 960 miliardi di euro, ha ridato speranza e fiducia all’opinione pubblica. Si tratterebbe di una sorta di Quantitative Easing (QE) simile a quello realizzato dalla FED negli USA, ma in realtà non si conoscono ad oggi particolari e modalità dell’intervento.
E subito lo spread scende ai minimi (140 punti base)! Come diceva una famosa pubblicità di qualche anno fa, potremmo oggi dire: “Draghi, basta la parola!”
E invece no. Non basta e non basterà. Poveri illusi questi commentatori da quattro soldi, un mix d’incapacità, ignoranza e malafede esplosiva. Tanto per chiarire come stiano le cose, il consigliere della BCE Yves Mersch ha subito dichiarato che “Lanciare un 'quantitative easing' (QE), ossia un programma di acquisto di attività finanziarie su larga scala, nell'Eurozona resta "un concetto teorico" e c'è ancora strada da fare per una sua attuazione. Tuttavia siamo pronti a prepararci all'ipotesi ancora lontana di una deflazione”. Mersch, secondo l'agenzia Bloomberg, ha detto che l'annuncio di Mario Draghi era inteso a mostrare che la Bce ha un "piano B".
Facciamo chiarezza. Il nuovo nemico della BCE si chiama Deflazione, cioè una tendenza decrescente dei prezzi nel tempo.
Come si nota dal grafico seguente, i livelli di prezzo sono tornati quelli del 2009. Il motivo? la scomparsa della domanda di beni e servizi perché si è ridotto il credito e dunque la moneta nel sistema. Chiaro? Bene.
Quello che dunque manca è il credito all’economia reale (famiglie ed imprese) che dovrebbe essere erogato dalla banche commerciali. Queste invece, han preso in prestito il denaro dalla BCE attraverso i vari programmi di sostegno all’economia fin qui realizzati (tipo LTRO) ed anziché immetterlo sul mercato reale, finanziando imprese e famiglie, ci han comprato BTP e l’eccedenza la tengono depositata presso la BCE. Insomma, questo denaro gira dappertutto tranne che nelle tasche dei cittadini e delle aziende.
Come nota in una eccellente analisi l’ottimo Fabio Bolognini:
il credito bancario nel 2013 è sceso del -5%, ma le richieste delle imprese sono cresciute, in particolare nell’ultimo trimestre.
circa il 40% delle imprese non riesce più a ottenere nuovo credito;
oltre il 30% delle imprese ha bilanci in perdita a causa della crisi;
il credito c’è solo per i migliori: il 92% delle nuove operazioni di finanziamento sono concesse al migliore 50% dei clienti (valutati tali secondo i parametri del rating della banca). Praticamente gli altri restano a secco.
Altro concetto chiave: le banche commerciali non prestano alle imprese non per mancanza di capitale e patrimonio, ma semplicemente perché per gli istituti di credito è diventato molto complicato trovare una controparte affidabile, in grado di restituire il finanziamento.
Per avere un’idea delle cifre di cui stiamo parlando credo sia utile osservare il seguente grafico, elaborazione Linker: in due anni sono scomparsi 142 miliardi di credito (cioè di moneta).
Torniamo all’ipotesi di QE ventilata da Draghi a sostegno del sistema finanziario europeo.
I titoloni a quattro colonne dei giornali (il Sole 24 Ore, Repubblica, Corriere della Sera..) sono dunque giustificati? Le analisi a tutta pagina dicono cose corrette?Vogliamo fare due conti?
Ve lo anticipo per prepararvi. Al solito ci prendono in giro, trattandoci come dei decerebrati. Scrivono articoli a quattro colonne senza sapere minimamente cosa stanno scrivendo!
L’impegno della BCE sarebbe quello di iniettare nel sistema 960 miliardi di euro, sostenendo l’acquisto di cartolarizzazioni (non si parla di titoli di Stato) al fine di ridurre il costo in termini d’interessi dello stesso per i singoli paesi.
Supponiamo che la BCE attraverso la creazione di 960 miliardi di riserve bancarie (le riserve rappresentano la moneta che regola i trasferimenti all’interno del sistema bancario, una moneta che il settore reale famiglie ed imprese, non vede mai, con cui non puoi comprare una casa, il pane o fare la spesa) per illuminazione divina, contravvenendo alle sue regole, decida di comprare anche il debito italiano (BTP, CCT,..) oltre che altri asset finanziari (le solite cartolarizzazioni di mutui, affitti,..).
Il primo effetto sarà quello di ridurre il costo degli interessi sul debito pubblico di nuova emissione che stimiamo in complessivi 9/10 miliardi di euro l’anno. Infatti, nel 2014 andranno in scadenza circa 360 miliardi di titoli di Stato, cui vanno sommati altri 80 miliardi (stimati per difetto) dovuti all’incremento fisiologico del debito, per un totale di circa 440 miliardi di euro. Su questo ammontare, l’effetto del QE produrrebbe una riduzione del deficit di 9/10 miliardi annuali.
Però, il debito pubblico è detenuto per il 10% da famiglie italiane (circa 200 miliardi di euro) che percepiscono una rendita pari a circa 8 miliardi di euro annui sotto forma di cedole. Se attraverso il QE, il tasso scenderà, anche la rendita garantita dalle cedole sui titoli di nuove emissione BTP, CCT, scenderà. Se ad esempio, attraverso il QE il tasso d’interesse scendesse del 2%, attestandosi così all’ 1,8%, la rendita delle famiglie scenderebbe di 4 miliardi di euro. Sui nuovi titoli di Stato dunque, le cedole saranno circa la metà di quelle che percepiscono oggi i sottoscrittori.
Domanda: quale sarebbe dunque l’effetto netto del QE sull’economia reale italiana? Quanti soldi realmente entrerebbero nell’economia?
Per ben che vada, si avrebbe un saldo positivo di 5/6 miliardi di euro. Una miseria. E’ come se su uno stipendio di 1550 euro mensili, ci fosse un aumento di 5 euro. Wow!! Che risultato!! Un incremento dello 0,3%!!
Chi dovrebbe elogiare il QE sono solo le banche, le finanziarie, chi gode di grandi patrimoni azionari ed obbligazionari, ma le famiglie ed imprese questi soldi, questi 1.000 miliardi, non li vedranno neppure col binocolo.
Magari per qualcuno è un dettaglio, ma riportare ciò che realmente è il QE, ovvero un aiuto delle Banche Centrali alle Banche commerciali, il suo impatto sull’economia di famiglie ed imprese, crediamo sia importante perché non è corretto ingannare sempre e continuamente i cittadini con bugie e falsità.
Che il QE serva solo alle banche, è testimoniato anche dal FMI che ha elaborato una “simpatica” statistica da cui si evidenzia che gli utili delle maggiori banche americane, sono essenzialmente frutto dei sussidi della FED.
In conclusione:personalmente non credo nella possibilità concreta di un QE fatto dalla BCE, finalizzato all’acquisto di titoli di Stato. Se poi un domani, si concretizzasse questo ipotetico QE, l’impatto sui conti di famiglie ed imprese sarebbe pari allo 0,3% del reddito, una miseria se non addirittura una presa in giro.
L’unica via per uscire da questa condizione di depressione economica è tornare ad emettere moneta di Stato, uscire dall’euro e tagliare contestualmente le imposte di almeno 200 miliardi di euro per stimolare la domanda reale di beni e servizi. Realizzare una riforma completa del sistema bancario e togliere a questo la possibilità di creare moneta.