Buongiorno amici. Auguri a tutti i papà. Da padre di tre figli e nonno di tre nipoti sono consapevole che la paternità è una missione esistenziale. Personalmente la considero la missione più importante della vita. Perché al centro della mia vita metto i miei figli. Sono i figli che ci realizzano come persone, arricchendoci e maturandoci dentro, facendoci scoprire delle risorse interiori di cui nemmeno immaginavamo l’esistenza. Sono i figli che danno un senso compiuto alla nostra vita. Grazie ai figli sono diventato quel che sono diventato. Grazie ai figli i papà acquisiscono quel senso della responsabilità e del sacrificio senza i quali la persona è fragile dentro, tende a subire senza reagire, si rassegna alla sconfitta senza combattere. 

La paternità è una scelta di vita che, quando la si fa propria, si traduce nella missione della vita. La Storia ci insegna che la paternità è una vocazione, una tendenza naturale innata in noi, anche se talvolta repressa. Di certo nessuno ci insegna come diventare dei buoni padri. È un comportamento, un ruolo ed un’attività che impariamo dall’interazione con la famiglia d’origine e con i propri figli, in seno alla scuola della vita. È l’esperienza più significativa e più rilevante in assoluto, che mette alla prova l’insieme della nostra umanità, dove giorno dopo giorno siamo chiamati a dimostrare concretamente di essere all’altezza delle sfide che la presenza e la crescita dei figli impongono, dove la posta in gioco è la vita stessa, il benessere e il miglior futuro possibile dei figli. 

Probabilmente era più semplice essere padri cinquant’anni fa. La famiglia naturale era il pilastro solido della costruzione sociale e vigeva un sistema di valori che assicurava il rispetto dei ruoli familiari. Dal 1968 in poi abbiamo subìto la messa in discussione delle fondamenta della nostra civiltà: la famiglia naturale, la sacralità della vita, la persona come depositaria di valori inalienabili. Oggi siamo arrivati al punto in cui i genitori devono spiegare e convincere i propri figli che la famiglia è solo quella naturale, perché è solo dal matrimonio tra un uomo e una donna che si può rigenerare la vita e mettere al mondo i propri figli. Così come i genitori devono impegnarsi al massimo per essere concepiti come modello di comportamento e fonte certa dei valori e delle regole, riuscendo a farsi rispettare.

Proprio il venir meno della cultura della famiglia naturale e della cultura dei figli ha fatto sprofondare l’Europa all’ultimo posto al mondo per tasso di natalità. Le popolazioni europee, a partire da quella italiana, sono a rischio di estinzione perché hanno smesso di fare figli. Il livello di decadenza della nostra civiltà è tale che è venuta meno la nozione stessa di verità, tutto si coniuga al plurale, ognuno è depositario della propria verità e tutte le verità devono essere messe sullo stesso piano. Questa Eurocrazia governata dalla finanza e dalla burocrazia ci ha imposto come apice della civiltà l’idolatria della moneta e, in parallelo, l’adesione incondizionata alle ideologie del relativismo, globalismo, omosessualismo, islamofilia, così come ci addita l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione artificiale e l’eugenetica come i traguardi di civiltà a cui ambire. 

A maggior ragione, nel giorno della Festa del papà, che nei Paesi cattolici corrisponde alla Festa di San Giuseppe, padre di Gesù Cristo, noi padri dobbiamo massimamente impegnarci per riscattare la cultura della famiglia naturale, la cultura dei figli, la cultura della vita, la cultura dei doveri, delle regole, del senso di responsabilità e del sacrificio. Solo così riusciremo a risollevare le sorti della nostra civiltà decadente e tramandare ai nostri figli la certezza di poter beneficiare dei valori inalienabili della vita, della dignità e della libertà. Cari papà, nel giorno della nostra festa rimbocchiamoci le maniche per adempiere al meglio alla nostra missione da padri, da cittadini e da italiani. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo.