Buongiorno amici. Il panico provocato dall’epidemia di Coronavirus, che ha il suo epicentro in Cina, ci impone di riflettere sul modello di sviluppo globalizzato che ha ugualmente il suo epicentro in Cina. 

La Cina è un singolare regime bicefalo capital-comunista, politicamente è retta da una ferrea dittatura comunista, mentre sul piano economico è iper-capitalista, ergendosi a principale paladina dell’assoluta libertà del mercato e del commercio internazionale. 

Con 1,433 miliardi di abitanti, pari a un quinto della popolazione mondiale, la Cina è lo Stato più popolato. È il principale esportatore mondiale e il secondo importatore mondiale dopo gli Stati Uniti. È il primo Stato industriale al mondo producendo circa il 20 per cento della produzione manifatturiera mondiale. È il principale produttore e consumatore di prodotti agricoli. È il principale produttore mondiale di suini, pollame, uova. 

La Cina è in assoluto il mercato più appetibile al mondo. Circa 300 milioni di cinesi, pari al 60 per cento della popolazione dell’Unione Europea, sono miliardari che potrebbero permettersi a testa la Ferrari più lussuosa. Il restante miliardo e 200 milioni sono la manodopera a buon mercato che ha trasformato la Cina nell’area più vantaggiosa al mondo per la delocalizzazione delle imprese da tutto il mondo.

In Italia lo stato di emergenza imposto dal Governo, che ha danneggiato principalmente la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna, che insieme producono circa il 45 per cento del Pil nazionale, ha causato serie perdite economiche anche per il blocco delle merci provenienti dalla Cina, delle merci italiane esportate in Cina, dei turisti cinesi che visitano l’Italia. 

Nulla accade per caso. Se oggi la Cina capital-comunista è di fatto la superpotenza mondiale essendo il mercato più interessante al mondo sia per la produzione sia per i consumi di beni e servizi, trasformata nell’azienda più florida che alimenta e determina l’attività economica del mondo intero, ciò si deve ad una strategia deliberata e pianificata finalizzata ad imporre un Nuovo Ordine Mondiale connotato dall’egemonia della macro sulla micro dimensione, assoggettato allo strapotere della grande finanza speculativa globalizzata.

Cari amici, la reazione esagitata del Governo che ha alimentato il disorientamento e la paura degli italiani per l’epidemia di Coronavirus, ci fa toccare con mano i limiti strutturali e la realtà deleteria del Nuovo Ordine Mondiale di cui la Cina è il caposaldo. Questa crisi di natura medica, vissuta dagli italiani quasi fosse una guerra, che ha provocato rilevanti perdite economiche e finanziarie, attesta la fragilità e l’incongruità del globalismo con la nostra civiltà. Un mondo che dipende dalla produzione massiccia e a basso costo di beni cinesi, è un mondo destinato a soccombere, rinunciando alla libertà e alla dignità dei propri cittadini. Noi, in Italia e in Europa, dobbiamo opporci alla prospettiva della “cinesizzazione” dell’umanità, dobbiamo riscattare la nostra civiltà che mette al centro la persona, la famiglia naturale, la comunità locale, l’economia reale che produce beni e servizi, un sistema sociale incentrato sui valori e sulle regole.