Iniziativa anti-burka il giorno dopo - L'intervista a Magdi Cristiano Allam
(cdt.ch) - MILANO -
Magdi Cristiano Allam, giornalista, scrittore e politico di origine egiziane naturalizzato italiano (siede al Parlamento europeo), noto per le sue posizioni critiche sull'islam radicale, ha seguito il voto in Ticino.
Come valuta la decisione ticinese contro il velo integrale?
«Sono assolutamente soddisfatto, perché ritengo che in Svizzera e in Europa dobbiamo salvaguardare dei valori inalienabili, tra cui la pari dignità tra uomo e donna e la libertà di scelta. Quella gabbia di stoffa che avvolge il corpo della donna perché lo si considera di per sé peccaminoso - e pertanto va occultato alla vista degli uomini, perchè oggetto di eccitazione sessuale - non è in alcun modo accettabile. Non possiamo acconsentire a che vengano accordate deroghe per qualsivoglia motivazione, nel momento in cui ciò si traduce nella violazione di uno dei diritti fondamentali della nostra civiltà».
In prospettiva ritiene che possano sorgere dei problemi sul piano della convivenza sociale fra culture diverse?
«Il multiculturalismo è l'ideologia che concepisce la gestione della multiculturalità limitandosi ad elargire a piene mani diritti e libertà senza chiedere in cambio l'ottemperanza dei doveri e il rispetto delle regole. Il risultato è che si creano dei ghetti e si pongono le premesse per l'implosione della società. Nel momento in cui una comunità si concepisce non solo come distinta ma addirittura in conflitto con la società di accoglienza, il risultato non potrà che essere lo scontro. Ecco perché sono contrario al fatto che si legittimi l'occultamento del corpo della donna. Bisogna salvaguardare lo stato di diritto, con regole uguali per tutti».
La Lega dei musulmani considera il voto sui minareti e l'iniziativa sul burqa parte di una strategia di attacco alla fede islamica.
«Dobbiamo distinguere le persone e le religioni. Alle prime dobbiamo attribuire pari dignità. Per le seconde il discorso è diverso. Non ho nulla contro la libertà religiosa dei musulmani, a condizione che corrisponda in toto al rispetto dei diritti della persona e dei valori fondanti della nostra società laica e liberale. Se i musulmani si impegnano in tutto questo, bene. Ma non posso non prendere atto che ovunque nel mondo le moschee sono oggetto di forte preoccupazione. Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono diventati tali all'interno delle moschee. Io sono per una drastica limitazione della presenza delle moschee e per un severo controllo di ciò che avviene al loro interno. Non possiamo fare finta di niente all'insegna del relativismo religioso e dell'islamicamente corretto, lasciando ai musulmani moschee coi minareti, imporre il burqa alle donne e magari un domani anche introdurre i tribunali islamici basati sulla sharia».
