Angelino Alfano è stato coerente. Ha vietato l'ingresso in Italia di Tareq Suwaidan, un apologeta dello sterminio degli ebrei, dell'annientamento di Israele, dell'odio nei confronti dei cristiani, della legittimazione del terrorismo islamico suicida. Alfano ha detto: “Lui è come i sei imam che sono stato espulsi dietro mio provvedimento”, “È nota la nostra intransigenza nei confronti dei predicatori islamici che si distinguano per particolare virulenza e odio”. 

Bene! Ora il ministro dell'Interno sia coerente fino in fondo con quanto lui stesso ha evidenziato nel legame tra i “contenuti radicali antioccidentali e antisemiti” di Suwaidan, con “la sua nota vicinanza ai Fratelli Musulmani”. Ebbene Alfano promuova la messa fuorilegge dei Fratelli Musulmani, vietati in Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita in quanto organizzazione terroristica, così come la sua filiale nei Territori palestinesi, Hamas, è messa al bando in Israele, Stati Uniti, Unione Europea. Il  motto dei Fratelli Musulmani recita: “Allah è il nostro obiettivo. Il Profeta è il nostro leader. Il Corano è la nostra legge. Il Jihad è il nostro sentiero. Morire lungo il sentiero di Allah è la nostra massima aspirazione”. Nel logo dei Fratelli Musulmani, ed è lo stesso logo di Hamas, si vede il Corano circondato da due spade affilate che si intersecano con in mezzo l'appello di Allah: “E preparate”. Che introduce il versetto coranico: “E preparate contro di loro forze e cavalli quanto potete, per terrorizzare il nemico di Allah e vostro, e altri ancora, che voi non conoscete ma Allah conosce, e qualsiasi cosa avrete speso sulla via di Allah vi sarà ripagata e non vi sarà fatto torto” (Corano – 8,60). 

In parallelo Alfano sanzioni i sostenitori di Suwaidan. Aboulkheir Breigheche, portavoce della “Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose”, che ha ufficialmente invitato Suwaidan in Italia, e che lui ha definito “persona illuminata, aperta, moderata”. Breigheche è presidente della Comunità Islamica del Trentino-Alto Adige, è tra i fondatori dell'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia), è stato presidente della “Alleanza Islamica in Italia”, che rappresenta ufficialmente i Fratelli Musulmani essendo membro della “Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europa” (Fioe). Davide Piccardo, presidente del Caim (Coordinamento delle Associazione Islamiche di Milano e Monza e Brianza), secondo cui Suwaidan “subisce questo ostracismo solo a causa delle sue posizione anti-sioniste a sostegno del popolo palestinese”. 

Alfano dovrebbe allontanare Nibras Bregheiche, che fa parte del Direttivo della “Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose”, dal “Tavolo di confronto con le Comunità e le Associazioni islamiche” da lui costituito nel 2015. Così come dovrebbe prendere le distanze da questa Associazione e dalle altre realtà dell'islam militante che hanno condiviso la visita in Italia di Suwaidan: la “Alleanza Islamica in Italia”  e il “Consiglio Islamico di Verona” che rappresenta l'Ucoii. Ugualmente Alfano prenda atto che il presidente dell'Ucoii, Izzedin Elzir, fa parte sia del Consiglio dei Garanti della “Alleanza Islamica in Italia” sia nel Direttivo della Fioe.  

Se Alfano non lo dovesse fare, vorrebbe dire che si limita a colpire la punta dell'iceberg ma non ha il potere o il coraggio di scardinare l'iceberg, che è più interessato ad un'operazione mediatica per un tornaconto politico che non a liberare l'Italia da chi ci vuole sottomettere all'islam con le buone o con le cattive.

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