(Il Giornale) - Caro Silvio Berlusconi, se è vero ciò che ha scritto Bini Smaghi che tu e Papandreu siete stati costretti a dimettervi nel 2011 per aver osato sfidare il potere assoluto del dio euro evocando la possibilità di liberarcene; se è vero che tu stesso hai denunciato un complotto che ti ha costretto a cedere la guida del governo a Monti perpetrato dal direttorio Merkel-Sarkozy, dalla Troika (Bce, Fmi, Commissione Europea) e con l'inevitabile avallo di Napolitano; se è vero che lo stesso Monti ha ammesso che il suo avvento al potere ha avuto come missione di impedirti l'ascesa al Quirinale; se è vero che la fronda formata dai tuoi ministri (Alfano, Lupi, Quagliariello, Lorenzin, De Girolamo) si sta coagulando in una nuova maggioranza politica che associa Letta, Casini, Mauro e forse anche Renzi prefigurando un nuovo centro spostato più a sinistra che a destra: se tutto questo è vero allora è arrivato il momento che tu faccia una scelta decisiva che dia un senso qualitativamente nuovo ai tuoi 18 anni di impegno in politica tale da poter riscattare dal fango sia i meriti e i successi sia gli errori e le occasioni perse che indubbiamente ci sono state.

Capisco tutta la rabbia e la frustrazione per l'ingiustizia di una condanna assurda che ti umilia all'affidamento ai servizi sociali, per la portata dei 2 anni di interdizione dai pubblici uffici all'età di 77 anni, per il colpo di grazia che potrebbe sopraggiungere con la decadenza da senatore. Capisco anche tutte le ragioni di cautela nei confronti dei potenti che manovrano i mercati e i loro rappresentanti al governo che incidono sulle sorti dell'economia, a tutela delle tue imprese e della tua famiglia. Ma tu mantieni ancora un patrimonio politico e un carisma personale che ti potrebbero consentire di tornare a svolgere un ruolo da protagonista per il bene di tutti gli italiani, a cominciare dal 97% di piccoli e medi imprenditori che fanno grande l'Italia.

La verità è che i governi delle larghe intese presieduti da Monti e poi Letta hanno dimostrato nei fatti che stanno distruggendo sempre di più le piccole e medie imprese e impoverendo sempre di più gli italiani, perché sostanzialmente mettono al centro l'euro anziché gli italiani, le banche anziché le imprese, i mercati anziché le famiglie. Ebbene oggi ci troviamo di fronte a un bivio: o procediamo ulteriormente e definitivamente nel sottometterci all'Europa dei banchieri e dei burocrati prostrati al dio euro, al globalismo della speculazione finanziaria e della riduzione della persona a semplice produttore e consumatore di materialità, alla nuova civiltà del relativismo valoriale, dell'immigrazionismo, del multiculturalismo e del filo-islamismo; oppure riscattiamo la nostra sovranità monetaria, legislativa, giudiziaria e nazionale uscendo dall'euro e da questa Europa, salviamo le nostre piccole e medie imprese, difendiamo la nostra civiltà fondata sulla centralità della persona depositaria di valori inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà, sulla famiglia naturale, su comunità a dimensione d'uomo, sulla legittima salvaguardia dei diritti degli italiani rispetto alle illimitate rivendicazioni degli immigrati e alla inaccettabile pretesa degli islamici di conquistarci.

Se ci guardiamo attorno tocchiamo con mano come tutta l'Europa è chiamata a fare una scelta e che cresce il consenso del fronte che rivendica l'uscita dall'euro e la difesa della nostra civiltà. Letta, autore di un testo dal titolo “Morire per Maastricht. Sì all'euro”, sappiamo da che parte sta e dalla stessa parte stanno i tuoi ministri frondisti, Casini, Mauro, Renzi e tutta la sinistra fino a Vendola e persino Grillo. Ebbene, caro Silvio, tu oggi potresti dare un contributo straordinario per il successo di una scelta storica che ti ripagherebbe delle mille amarezze subite e nobiliterebbe il tuo amore e la tua dedizione per l'Italia, riscattando la nostra sovranità e salvaguardando la nostra tradizione.

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