La confusione è massima nella creatura politica partorita 18 anni fa da Silvio Berlusconi. Lui, il capo indiscusso, il leader carismatico, l'unico in grado di portare da solo milioni di voti, viene sfidato dal delfino da lui stesso designato, l'Alfano che se non fosse stato per Berlusconi sarebbe rimasto un Signor Nessuno, che da solo non prenderebbe un solo voto.
Berlusconi chiede ai parlamentari del Pdl di votare la sfiducia al Governo Letta; Alfano controbatte chiedendo, nella sua veste di Segretario nazionale del Pdl, di votare la fiducia al Governo Letta.
Come d'incanto si chiarisce il mistero. Alfano e gli altri 4 ministri del Pdl che hanno rassegnato le dimissioni considerandole "irrevocabili", si riuniscono e concordano di ritirare le dimissioni evidentemente non più "irrevocabili".
E come in un gioco dalle parti concordate, Letta - che non aveva mai detto che il suo governo fosse dimissionario - annuncia di non accettare le dimissioni dei 5 ministri del Pdl.
In un Paese normale se si ritirano dal Governo tutti i ministri della seconda forza politica in Parlamento dopo che tutti i parlamentari hanno consegnato le loro dimissioni, il governo cadrebbe e si andrebbe immediatamente alle elezioni. Ma evidentemente l'Italia non è un Paese normale.
Detto ciò qualunque sarà l'esito del voto il berlusconismo, ossia il sistema politico che da circa un ventennio vede Berlusconi il protagonista assoluto, è morto. Portato di fronte al plotone d'esecuzione dai nemici e pugnalato alle spalle dagli amici. È il parricidio dell'uomo cardine della Seconda Repubblica. Berlusconi è stato mal consigliato dai fedelissimi che hanno dimostrato di non saper tutelare i suoi interessi, e ha finito per incrinare il rapporto di fiducia con i dirigenti del Pdl esclusi dalla condivisione delle scelte cruciali.
Comunque vada con il voto di oggi in Parlamento, nulla sarà più come prima. Qualunque sarà la sorte di Berlusconi, da oggi inizia il dopo-Berlusconi. Voi cosa ne pensate?