C'è una buona notizia per il futuro del centro-destra in Italia. Ieri a Roma si sono gettate le basi di un progetto politico che si fonda su due pilastri: il riscatto della sovranità nazionale nei confronti sia dello strapotere dell'Europa dei banchieri e dei burocrati sia della finanza speculativa globalizzata, e la difesa dei valori non negoziabili, dello stato di diritto e della cittadinanza sostanziale che incarnano la nostra civiltà laica e liberale. E' il filo conduttore dei principali interventi nell'incontro “La cosa vera: idee e progetti per un centro-destra a testa alta”, svoltosi nell'ambito della manifestazione Atreju, promossa da Giorgia Meloni con i co-fondatori di Fratelli d'Italia La Russa e Crosetto. Presentata con il titolo emblematico “La terza guerra: grande finanza contro popoli”, la manifestazione si è conclusa con l'annuncio della nascita di “Officina per l'Italia”, il pensatoio chiamato a elaborare una piattaforma comune.

Certamente la rivendicazione della sovranità nazionale viene declinata diversamente. C'è chi la concepisce come uno scatto d'orgoglio che ci consenta di restare in Europa con la schiena dritta, battendo i pugni sul tavolo all'occorrenza, per salvaguardare l'interesse dell'Italia, senza tuttavia mettere in discussione sia la nostra adesione all'euro sia la nostra appartenenza all'Unione Europea. C'è chi, come il sottoscritto, rivendica chiaramente l'uscita dell'Italia sia dall'euro sia da “questa” Unione Europea, riattribuendo allo Stato il diritto di emettere direttamente moneta a credito come unica soluzione realistica per uscire dalla trappola suicida che costringe lo Stato a indebitarsi per ripianare il debito, con la conseguenza che lo Stato è il principale debitore insolvente e le imprese muoiono paradossalmente in quanto creditrici.

Ma alla base dell'insieme delle posizioni euro-critiche c'è la convinzione che il rapporto dell'Italia con l'Europa debba essere ridefinito su basi nuove che si traducano nel recupero della nostra sovranità al fine di salvaguardare l'interesse primario degli italiani, a partire dalla difesa dei nostri imprenditori per poter rilanciare lo sviluppo e porre un argine alla disoccupazione e all'impoverimento degli italiani.

Teniamo presente che formalmente per uscire dall'euro bisogna uscire dall'Unione Europea. Ma anche chi opta per restarci, critica severamente il relativismo valoriale e identitario espresso dalle direttive e regolamenti europei (che ormai costituiscono l'80% delle nostre leggi nazionali) perché corrispondono alla lesione della nostra identità nazionale, allo scardinamento della nostra società naturale e allo sgretolamento della nostra civiltà, sia quando l'Europa ci impone una concezione dell'accoglienza che finisce per anteporre l'interesse degli immigrati (anche se clandestini) a quello degli italiani, sia quando ci chiede di legalizzare il matrimonio omosessuale comprensivo del diritto alle adozioni.

L'essenza della buona notizia è che finalmente in Italia è stato sdoganato il tema dell'uscita dall'euro, che continua ad essere o del tutto ignorato o aggredito da un terrorismo psicologico. Giovedì 12 settembre resterà una data storica in questo processo grazie al convegno “L'Europa alla resa dei conti” che si è svolto in seno alla Camera dei deputati per presentare il libro di Antonio Rinaldi “Europa Kaputt, Svenduti all'euro”. Il convegno è stato nobilitato dalla presenza dell'economista Paolo Savona e del giurista Giuseppe Guarino, che hanno messo in discussione sia il risultato catastrofico dell'euro sul piano strettamente economico, sia anche la sua legittimità sul piano giuridico. Guarino ha dimostrato che quest'euro non è quello dei trattati ma figlio della direttiva 1466/97 concepita da Mario Monti quando era Commissario europeo che ha stravolto la natura giuridica dell'euro. Presente anche Giorgio La Malfa che ha sostenuto che l'euro è diventato il principale ostacolo all'unità europea. Alberto Bagnai ha evidenziato come il cambio fisso imposto all'euro non consentendo la svalutazione esterna ha finito per imporre la svalutazione interna, cioè la svalutazione dei salari anziché della moneta. Claudio Borghi ha denunciato il muro di omertà che impedisce di prendere atto che alla radice del disastro economico c'è l'euro. Rinaldi ha concluso sottolineando che l'euro non è neppure definibile una moneta secondo i parametri economici, ma è un sistema di governo che serve a spogliarci della nostra sovranità e a privarci della nostra democrazia. Finalmente l'euro non è più un dio intoccabile e la critica all'euro è pienamente legittimata.

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In Italy a new Center – Right united in the criticism of Euro and Europe

There are good news for the future of the Center - Right in Italy. Yesterday in Rome the foundation of a political project has been launched, based on two pillars: the surrender of national sovereignty against both the dominance of the Europe of bankers and bureaucrats of speculative globalized finance, and the defence of non-negotiable values, of the rule of law and of substantial citizenship that embody our secular and liberal civilization. It is the main theme of the meeting "The real thing: ideas and plans for a standing on Center-Right ", held during the event Atreju, sponsored by Giorgia Meloni with the co-founders of "Fratelli d'Italia" La Russa and Crosetto. Presented with the symbolic title "The third war: big finance against the population", the event ended with the announcement of the birth of "Workshop for Italy" , the think tank required to develop a common platform.

Certainly the claim of national sovereignty is otherwise declined. There are those who conceive it as a burst of pride that allows us to remain in Europe standing on, beating our fists on the table, if necessary, to safeguard the interest of Italy, but without calling into question both our joining the euro and our membership in the European Union. There are those who, like myself, clearly claim the exit  both from the euro and from "this" European Union, legitimating the right of the State to issue currency as credit as the only realistic solution to get out of the suicide trap forcing the State to borrow to repay the debt, with the only result that the State is the main insolvent debtor and enterprises paradoxically die as creditors.

The eurosceptic conviction is that the relationship between Italy and  Europe has to be redefined  in order to protect the interest of Italian people regaining the national monetary sovereignty, tacking care of our enterprises that can raise up an economy that is getting Italian people poorer.

Keep in mind that formally to leave the euro we must leave the European Union. But even those who opt to stay, sharply criticize the relativism of values ​​and identity expressed by the European directives and regulations (which now make up 80% of our national laws) because they correspond to the lesion of our national identity, the undermining of our society and the natural crumbling of our civilization, both when Europe imposes on us a conception of the welcome previleges the interests of immigrants (although illegal) to that of the Italians, and when it asks us to legalize same-sex marriage including the right to adoptions.

The essence of the good news is that finally in Italy has been faced the theme of the exit from the euro, which continues to be either completely ignored or attacked by a psychological terrorism. Thursday, September the 12th will be a historic date in this process thanks to the conference "The showdown of Europe" that took place in the House of Deputies to present the book by Antonio Rinaldi "Kaputt Europe,  sold off to the euro." The conference was ennobled by the presence of the economist Paolo Savona and the jurist Giuseppe Guarino, who have questioned both the catastrophic result of the euro on the strictly economic point of view, and even its legitimacy in legal terms. Guarino has shown that this euro is not the one of the treaties but is a son of Directive 1466/97 when it was conceived by European Commissioner Mario Monti that has upset the legal nature of the euro. Also present Giorgio La Malfa who argued that the euro has become the main obstacle to European unity. Alberto Bagnai showed that the fixed exchange rate imposed to the euro by not allowing the external devaluation has come to impose internal devaluation, ie, the devaluation of wages instead of the money itself. Claudio Borghi has denounced the wall of silence that prevents to take note that the root of the economic disaster is the euro. Rinaldi concluded by stressing that the euro is not even defined a coin according to economic parameters, but it is a system of government that serves to strip us of our sovereignty and to deprive us of our democracy. Finally, the euro is no longer an untouchable god and criticism of the euro is fully legitimized.