La cosiddetta “Legge di stabilità” varata dal governo Letta (ricordiamolo che è formato dal consociativismo che lega Pd, Pdl e Lista Civica) ha scontentato tutti: sia i sindacati che ormai hanno come missione quella di salvaguardare le rendite parassitarie dei dipendenti statali, i salari sempre più precari di lavoratori addetti a settori dove l'Italia non è più competitiva, le pensioni minime degli anziani e i diritti sempre più incalzanti degli immigrati; sia gli imprenditori che vogliono un cambiamento perché se non si abbassano drasticamente le tasse e il cosiddetto cuneo fiscale (la quota di tassazione che grava sull'impresa nella busta paga del dipendente) saranno inesorabilmente destinati a morire.

Ma le decisioni prese scontentano principalmente gran parte degli italiani. A partire dalla questione cruciale della casa. Mentre finora erano esentati dal pagamento dell'Imu sulla prima casa i cittadini al di sotto di un certo tetto salariale, ora tutti gli italiani a prescindere dal reddito dovranno pagare la cosiddetta Trise, la nuova tassa che comprende la Tari (tassa sui rifiuti urbani che sostituisce la Tares) e la Tasi (nuovissima tassa sui servizi indivisibili come l'illuminazione delle strade).

Conti alla mano se una famiglia di 4 persone residente in un appartamento di 100 mq nel 2012 tra Imu e Tares pagava 450 euro, la stessa tassa nel 2013 è calata a 288 euro, mentre nel 2014 la Trise, obbligatoria per tutti gli italiani, balzerà a 360 euro!

Se si considera che l'80% delle famiglie italiane è proprietaria della casa, frutto di risparmi e di sacrifici, andare a colpire così duramente, comprese le famiglie indigenti, è veramente un atto criminale.

Altro esempio della scelleratezza con cui opera il governo consociativo di Letta. Il  sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta nell'incontro del 26 settembre scorso aveva assicurato agli imprenditori balneari che il governo avrebbe inserito la sdemanializzazione dei terreni su cui sorgono gli stabilimenti balneari per risolvere finalmente una crisi che rischia di far chiudere e di far mettere all'asta 30 mila imprese balneari che danno lavoro a 300 mila persone. Invece la cosiddetta “Legge di stabilità” non soltanto è venuta meno a quest'impegno, ma ha peggiorato la situazione attribuendo a ogni singola Regione la facoltà di operare su un tema cruciale che concerne un'importante categoria di imprenditori a livello nazionale. Per tale ragione già da sabato 19 ottobre gli imprenditori balneari manifesteranno a Firenze contro questo governo e questa Europa che li stanno costringendo a morire per mettere all'asta i loro beni, che verosilmente finiranno nelle mani dei capitali arabi, cinesi o russi. Bella prova di italianità e di amore per gli italiani!

Noi di Io amo l'Italia denunciamo il regime consociativo di Letta e ne chiediamo le dimissioni perché sta tradendo l'Italia, svendendo il patrimonio dell'Italia e impoverendo sempre più gli italiani. Noi ci proponiamo come forza di governo alternativa al regime consociativo di Letta che è figlio del regime consociativo di Monti, anteponendo il bene dell'Italia e l'interesse degli italiani alla dittatura finanziaria e globalista. Ci appelliamo a tutti gli imprenditori, ai sindaci, alle famiglie, ai giovani: mobilitiamoci, uniamoci, operiamo insieme per salvare gli italiani e far rinascere l'Italia. Insieme ce la faremo!