Il voto palese con cui la Giunta per le Elezioni del Senato a deciso, con 7 voti favorevoli e 6 contrari, di assicurare la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi rappresenta il colpo di grazia alla nostra democrazia sostanziale. Non ho mai votato Berlusconi e ho ripetutamente criticato il suo operato perché non ha corrisposto né alle aspettative degli italiani né alle promesse sbandierate con insuperabile maestria mediatica. Ma il punto non è affatto schierarsi dalla parte o contro Berlusconi. Ho già detto da tempo che il berlusconismo è morto come sistema di potere che per 18 anni ha visto Berlusconi il centro di gravità dei partiti, legittimandosi nell'essere pro o contro e dove pertanto lui è stato l'unico vero collante delle coalizioni di centro-destra e soprattutto di centro-sinistra. Il punto riguarda esclusivamente ed essenzialmente la tenuta della nostra democrazia sostanziale, del nostro stato di diritto, della nostra Costituzione.

Ebbene è la prima volta nella storia repubblicana che il Senato cambia il regolamento affinché si voti in modo palese anziché a scrutinio segreto nei confronti di un fatto personale. E' la prima volta che il Parlamento, seguendo a ruota libera una sentenza definitiva che condanna Berlusconi per frode fiscale, se ne frega del fatto che nel nostro ordinamento giuridico le condanne non possono essere retroattive, soprattutto se si tratta di diritto amministrativo. Per non entrare nel merito della condanna dove Berlusconi, che è il primo contribuente del Fisco in Italia, viene condannato come “evasore abituale”.

In questa vicenda si tocca con mano il concorso e la connivenza dell'insieme delle istituzioni, dal capo dello Stato al capo del Governo, dal Presidente del Senato al Presidente della Camera, dai partiti di Sinistra a quelli di Centro, dalla Magistratura ai grandi mezzi di comunicazione, per costringere Berlusconi ad abbandonare la politica per via giudiziaria. Noi di Io amo l'Italia denunciamo non solo l'accanimento giudiziario ma il consociativismo istituzionali che ha determinato la condanna politica di Berlusconi.

Certamente Berlusconi se avesse agito con maggiore determinazione e coraggio, anteponendo le ragioni e gli interessi dell'Italia a quelli personali, familiari e imprenditoriali, avrebbe avuto maggiori probabilità sia di uscire fuori da questa triste vicenda con schiena dritta e a testa alta, sia di salvaguardare meglio se stesso e la causa che ha ispirato la sua discesa in politica.

Noi tutti oggi siamo chiamati a difendere la nostra democrazia sostanziale, che non si esaurisce e sostanzia nel rito delle elezioni. E' una giornata di lutto per la nostra democrazia sostanziale. Coloro che non hanno mai amato Berlusconi commettono un errore gioendo per la sua estromissione dalla politica partecipata. Coloro che l'hanno sostenuto commettono un errore se si limitano a registrare l'evento. Dobbiamo tutti mobilitarci affinché la nostra democrazia non venga definitivamente sottratta dalla dittatura finanziaria e relativista che è riuscita a imporsi in Italia e in questa Europa.