In Basilicata ha vinto l’astensionismo, solo 4,7 elettori su 10 sono andati a votare. Tutti i principali partiti, Pd, Pdl e M5S, escono perdenti. Eppure si è nuovamente imposta la partitocrazia corrotta, che ha visto Giunta e Consiglio regionali costretti a dimettersi per lo scandalo Rimborsopoli, e che è soprattutto criminale per aver ridotto la Regione potenzialmente più ricca d’Europa nella popolazione più povera d’Italia.

Sono andati alle urne solo 273.794 elettori sul totale di 575.160, pari al 47.6%, mentre il 52,4% ha scelto di non votare. Facendo il raffronto con le precedenti elezioni regionali del 2010 quando andarono al voto il 62,8% degli aventi diritto, emerge che ci sono stati 83.813 votanti in meno, in percentuale pari a -15.2%.

Non può cantare vittoria il neo-presidente della Regione Marcello Pittella che con 148.696 voti, percentualmente pari al 59.60%, registra un calo di 54.284 voti rispetto a quelli presi dal suo predecessore Vito De Filippo nel 2010. Di fatto solo 2,5 elettori su 10 l’hanno votato. Va ricordato che Pittella è indagato ed è stato chiesto il suo rinvio a giudizio per lo scandalo Rimborsopoli, mentre era già stato condannato in via definitiva quando era sindaco di Lauria dalla Corte dei Conti per attribuzione di incarichi inutili e onerosi.

Il partito di Pittella, il Pd, che alle regionali del 2010 aveva ottenuto 87.134 voti scende a 58.730 voti, con una perdita di 28.404 voti, in percentuale pari a -33%.

Il Pdl, che alle elezioni si è affidato a un candidato presidente di Scelta Civica, passa da 62.420 voti alle regionali del 2010 a 29.022 voti, perdendo oltre la metà dei consensi (-54%).

Il M5S passa da 76.404 voti alle elezioni politiche dello scorso febbraio a 32.919 voti, perdendo 43.485 voti, in percentuale -57%.

Si tratta di un tracollo generale che evidenzia come, in parallelo alla diserzione delle urne, i lucani non si sono lasciati ingannare da coloro che speculano sulla denuncia per carpire il consenso costi quel che costi.

Chi conosce la realtà della Basilicata, dove una piccola popolazione è distribuita in un’ottantina di comuni con meno di 3 mila abitanti, sa bene che la partitocrazia che controlla direttamente o indirettamente l’80% dei posti di lavori è in grado sia di imporre il voto di scambio sia di controllare come vota elettore per elettore.

Il rigetto della partitocrazia in queste elezioni si è manifestato attraverso il boicottaggio delle urne così come Io amo l’Italia aveva chiesto, prendendo atto che ai lucani si offriva un’alternativa offensiva e umiliante: o un candidato di centro-sinistra imputato o un candidato di centro-destra discusso per il suo passato di amministratore nella filiera del salottificio nel Materano.

Resta la necessità e l’urgenza di dare risposte concrete ai problemi reali di una popolazione che è tra le più povere anche in Europa, nonostante le straordinarie ricchezze ambientali, culturali e umane di cui la Basilicata dispone. Noi di Io amo l’Italia continueremo a essere vicini ai lucani e a favorire il processo di riscatto dalla partitocrazia che, come è emerso da Rimborsopoli, si comporta con l’arroganza e l’arbitrio di chi è certo dell’impunità qualunque cosa faccia. Il successo elettorale nonostante la condanna della magistratura si rivelerà una vittoria di Pirro. Arriverà presto il giorno in cui questa partitocrazia corrotta e criminale risponderà dei propri atti direttamente ai lucani. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo!