(Il Giornale, 17 settembre 2017) - Il fatto che l'attentato alla metropolitana di Londra di venerdì 15 settembre, tramite un ordigno esplosivo che a causa del malfunzionamento ha provocato «solo» 29 feriti, oltretutto «non gravi», ha determinato la scelta dei politici di mantenere un basso profilo e della stampa di non riservargli il titolo di apertura che sarebbe stato certo qualora ci fossero stati dei morti.

Significa che ormai il terrorismo islamico viene equiparato alla criminalità comune e, così come accade con i fatti di cronaca, il rilievo della notizia è subordinato all'ammontare delle vittime e all'entità dei danni. È come se fosse stato politicamente e mediaticamente sdoganato, concepito come un fatto ordinario della nostra vita, una realtà eversiva a cui dobbiamo rassegnarci.

La verità è che non si tratta di una scelta consapevole ma di un atto che quest'Europa sta subendo perché, di fatto, più che delle bombe ha paura della reazione dei musulmani, e ancor di più, di guardare in faccia la realtà dell'islam. Lo si tocca con mano dall'estrema prudenza, per non dire reticenza, con cui si ammette la matrice islamica degli attentati, senza mai palesare il concetto di «terrorismo islamico». E dalla fretta ossessiva con cui si assolve incondizionatamente l'islam reiterando la tesi del tutto ideologica secondo cui «nessuna religione legittima il terrorismo». In parallelo si esibisce il teatrino dell' «islam moderato», sollecitando gli imam e le cosiddette «comunità islamiche» a condannare genericamente «il terrorismo». 

In cambio quest'Europa ha già legittimato acriticamente l'islam come religione. Così come promuove l'islamizzazione del proprio territorio favorendo la crescita demografica dei musulmani, consentendo la proliferazione di moschee, scuole coraniche, tribunali sharaitici, enti assistenziali e finanziari islamici, codificando il reato di «islamofobia». Infine assiste inerte alla scalata dei cittadini musulmani alle istituzioni pubbliche anche se si tratta di integralisti che sfruttano la democrazia per imporre la sharia.

Tornando all'attentato alla metropolitana di Londra, è del tutto evidente che la sua finalità non è militare ma psicologica. Nessuno potrebbe illudersi che l'Europa possa essere sconfitta massacrando dieci, cento o mille europei. Ma il terrorismo islamico ritiene di poterci sconfiggere nel momento in cui la paura sarà a tal punto radicata in ciascuno di noi che finiremo per subire senza reagire, per sottometterci all'islam senza combattere.

Ebbene se ad ogni attentato noi legittimiamo sempre di più l'islam e consolidiamo il potere di imam, moschee, finanza e rappresentanti islamici in seno alle nostre istituzioni, di fatto il terrorismo islamico emerge come la causa principale del loro successo. Dobbiamo prendere atto che il terrorismo islamico è funzionale alla crescita dell'islamizzazione dell'Europa per via democratica. Di questo passo l'Europa che annuncerà di aver sconfitto il terrorismo islamico sarà un'Europa islamizzata.

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