Se Putin è l’unico leader mondiale ad avere da sempre una strategia chiara e il coraggio delle sfide solitarie nella guerra contro il terrorismo islamico, che per la Russia rappresenta un nemico interno ed esterno, diamo atto a Berlusconi – che non a caso ieri ha incontrato Putin in Crimea - di essere il leader italiano che si è contraddistinto per il pugno di ferro contro i fanatici di Allah e a favore di un’azione armata per ripristinare legalità e sovranità in Libia, Siria ed Iraq.
All’opposto sconvolge la vocazione al suicidio dell’Occidente - trainato dal filo-islamico Barack Hussein Obama - che condivide la strategia dei terroristi islamici, ossia la caduta del regime laico di Assad, sottomettendosi ai diktat del leader turco Erdogan, il grande burattinaio del terrorismo islamico dei tagliagole dell’Isis e dei taglialingue dei Fratelli Musulmani, ma anche della massiccia invasione di profughi siriani che a partire dalla Turchia stanno destabilizzando l’Europa.
C’è qualcosa di insano e di patologico nel comportamento dell’Occidente che nel 2012 sotto il paravento dell’ “Esercito Siriano Libero”, di fatto monopolizzato dai Fratelli Musulmani, nell’euforia della menzogna mediatica della “Primavera araba”, pur di abbattere un regime autoritario ma laico, sostenne politicamente, finanziariamente e militarmente un fronte di terroristi islamici, accodandosi a Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Giordania.  E che ancora oggi, con i terroristi dello “Stato islamico” dell’Isis a soli 8 chilometri dal centro di Damasco, insiste per la caduta di Assad.
Che fine hanno fatto la ragione e il buon senso, considerando che questa guerra combattuta sul campo dai terroristi islamici e sostenuta dall’Occidente e da paesi mediorientali “moderati”, ha finora prodotto 215.000 morti, oltre 4 milioni di profughi riparati nei paesi limitrofi (Turchia, Libano, Giordania, Iraq), a cui si aggiungono 7,6 milioni di sfollati all’interno stesso della Siria, 12,2 milioni di affamati, l’80% dei circa 23 milioni di siriani ridotti in uno stato di povertà? 
Possibile che neppure di fronte ad un’invasione senza precedenti, stimata proprio ieri in 423.000 clandestini che hanno preso d’assalto l’Europa nei primi nove mesi del 2015, che è la diretta conseguenza della guerra del terrorismo islamico in Siria, Iraq e Libia, non si faccia prevalere l’innato e legittimo amor proprio, teso a salvaguardare il nostro tenore di vita e la nostra civiltà? 
Dobbiamo prendere atto che si sta avverando la tesi del conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894 – 1972), che ha voluto essere ricordato con l’epitaffio “Pioniere degli Stati Uniti d’Europa”: “L’uomo del lontano futuro sarà un meticcio. Le razze e le caste di oggi saranno vittime del crescente superamento di spazio, tempo e pregiudizio. La razza del futuro, negroide-eurasiatica, simile in aspetto a quella dell’Egitto antico, rimpiazzerà la molteplicità dei popoli con una molteplicità di personalità”. 
Solo una lucida follia e un’irresistibile vocazione al suicidio può spiegare il fatto che, da un lato, l’Occidente abbatte i regimi laici e favorisce i terroristi islamici e, dall’altro, promuove l’auto-invasione di clandestini, che sono in maggioranza islamici, per porre fine alla propria civiltà e affermare l’ideologia del meticciato etnico e culturale nel mondo della globalizzazione. 
Per fortuna che c’è Putin a difendere la nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane. Non ci resta che augurare a questo Occidente di rinsavirsi, prima che ci ritroviamo tutti condannati a prostrarci con il sedere per aria sottomessi al loro dio Allah.