Ho presentato, unitamente al collega eurodeputato inglese Roger Helmer, membro del Gruppo EFD del Parlamento Europeo e del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito (UKIP), una interrogazione alla Commissione Europea in merito ai territori occupati della Cisgiordania.
 
La Commissione usa regolarmente il termine “Territori occupati” per descrivere la Cisgiordania (Giudea e Samaria) che sono in parte sotto il controllo dell’Autorità Palestinese. E’ inteso che in termini di legge l’espressione “Territorio occupato” si riferisce a un’area che forma parte di uno Stato ma che è controllato e amministrato da un altro Stato.
 
Lo stato legale della Cisgiordania è sotto disputa e storicamente la Palestina non è mai stata uno Stato indipendente. In ogni caso non costituisce una nazione sovrana riconosciuta internazionalmente. 
 
A tal riguardo abbiamo dunque chiesto alla Commissione per qual motivo utilizza il termine “Territori occupati”. Non sarebbe forse più opportuno parlare di “Territori contesi”?
 
Infine, con riferimento a quanto dichiarato dall’Alto Rappresentante degli Esteri Catherine Ashton, secondo la quale l’Unione Europea per i propri regolamenti è obbligata ad applicare sanzioni tra cui controlli sulle importazioni fatte sui prodotti della Cisgiordania e il divieto di finanziamenti europei in favore dei progetti in Cisgiordania, abbiamo richiesto come la Commissione Europea giustifica il suo sostegno al Sahara Occidentale, occupato dal Marocco, o al Nord di Cipro, occupato dalla Turchia.
 
Si tratta forse di due pesi e due misure differenti? A quanto pare siamo ancora una volta di fronte a una Europa incapace di mantenere una sua coerenza con la propria storia, con la propria cultura e con i propri valori!