Il mio discorso fatto alla conferenza “La persecuzione delle minoranze in Medio Oriente” organizzata da IIACF International Israel Allies Caucus Foundation

Cari amici, ringrazio innanzitutto Rabbi Binyamin Elon, Presidente di Israel Allies Caucus Foundation, per aver fortemente voluto la mia presenza oggi qui tra voi. E' venuto a trovarmi nel Parlamento Europeo e ho subito sentito e compreso che era importante esserci per condividere una missione che vuole salvaguardare il diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di tutti quanti noi.

La mia esperienza personale mi ha portato a vivere la sofferenza di chi oggi, tra i musulmani, si converte ad un'altra religione ritrovandosi immediatamente condannato a morte per apostasia. Per la verità la mia condanna a morte da parte dei terroristi e degli estremisti islamici mi è stata inflitta quando ero ancora musulmano, quando da musulmano laico e moderato difendevo i valori non negoziabili della sacralità della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta religiosa, quando da musulmano condannavo il terrorismo palestinese che miete vittime innocenti tra gli israeliani, la concezione della donna come un essere inferiore rispetto all'uomo, il reato di apostasia che impone di uccidere il musulmano che sceglie di convertirsi ad un'altra religione. Nel 2007, quando ero ancora musulmano, ho pubblicato un libro dal titolo “Viva Israele”, tradotto anche in ebraico con il titolo “Am Israel hay”, che è un inno alla vita di tutti, di Israele ma anche dei palestinesi, nella consapevolezza che oggi ciò che ostacola il raggiungimento della pace è l'ideologia dell'odio, della violenza e della morte che predica l'annientamento di Israele e rifiuta pregiudizialmente il riconoscimento di Israele quale Stato del popolo ebraico. Questa è la ragione per cui sono sempre più convinto che la difesa del diritto di Israele ad esistere corrisponde alla difesa del diritto alla vita di tutti, perché il diritto alla vita è un valore che non può essere relativizzato, se si introduce anche una sola eccezione al diritto alla vita ritenendo che qualcuno non meriti di vivere, il risultato è che noi mettiamo a repentaglio il diritto alla vita di tutti. Il diritto alla vita o vale per tutti o non vale per nessuno.

Sono nato al Cairo nel 1952 quando stava finendo un'epoca di relativa tolleranza che aveva fatto dell'Egitto una realtà cosmopolita. Fino al 1948 in Egitto risiedevano circa 80 mila ebrei, più o meno della stessa consistenza erano le comunità di italiani, armeni, greci, francesi, britannici. Oggi l'insieme delle comunità straniere che risiedono stabilmente in Egitto è di poche migliaia. Nell'insieme dei Paesi arabi del Mediterraneo fino al 1948 risiedevano un milione di ebrei mentre i cristiani rappresentavano circa il 20% della popolazione, dopo che nel Settimo secolo rappresentavano circa il 95% della popolazione della sponda settentrionale e meridionale del Mediterraneo. Oggi, con 12 milioni di fedeli, i cristiani sono precipitati a meno del 6% della popolazione dei Paesi arabi e si prevede che nel 2020 si dimezzeranno ancora. Dalla prima guerra mondiale circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dai Paesi arabi.

La persecuzione dei cristiani merita una particolare attenzione. Oggi su 100 persone che subiscono la violazione del diritto alla libertà religiosa nel mondo, 75 sono cristiani. Si stima che complessivamente nel corso della Storia 70 milioni di cristiani sono stati martirizzati per la loro fede, di cui 45 milioni nel Ventesimo secolo. Ogni anno ci sono 105.000 nuovi martiri cristiani, un martire al minuto.

I cristiani vengono perseguitati nei Paesi arabi ed islamici, in aggiunta ai Paesi comunisti quali la Cina, il Vietnam e la Corea del Nord, e nell'India induista. Ma è solo nei Paesi arabi ed islamici che i cristiani vengono perseguitati nel nome di una religione, l'islam, per la volontà del dio islamico Allah e seguendo l'esempio del loro profeta Maometto.

In Nigeria i terroristi legati ad Al Qaeda, che dal 2009 hanno massacrato circa un migliaio di cristiani, si chiamano Boko Haram che significa “la cultura occidentale è proibita”. Considerano “haram”, proibito, la democrazia, votare alle elezioni, i diritti fondamentali della persona quale la pari dignità tra uomo e donna, così come condannano a morte gli ebrei, i cristiani, gli infedeli e gli apostati. Il loro nome completo è Jamáatu Ahlis Sunna Liddáawati wal-Jihad, ovvero “Comunità fedele agli insegnamenti del profeta e al Jihad”.

Il 12 marzo 2012 il Gran Muftì dell'Arabia Saudita, Abd Al Aziz bin Abdallah Al-Sheikh, ha emesso una fatwa, un responso giuridico islamico, in cui cui ha sentenziato che “tutte le chiese nella Penisola Arabica devono essere distrutte perché il Profeta ci ha ordinato che su questa terra non vi può essere spazio per due religioni”. E' evidente il nesso che c'è tra la prescrizione del Corano e gli ordini di Maometto con l'attività del terrorismo islamico che distrugge le chiese in Nigeria, Egitto, Iraq e Pakistan, massacrando i cristiani e costringendoli alla fuga in una vera e propria strategia di pulizia etnica che ha tutti i connotati di un crimine contro l'umanità.

Ebbene tutto ciò accade tra il silenzio assordante dei governanti dei Paesi a maggioranza cristiana, ed anche quando si eleva la propria voce per denunciare questi crimini, ci si limita a denunciare il “terrorismo” ma non il “terrorismo islamico”. Contemporaneamente l'Occidente si prodiga nel favorire la costruzione di sempre più moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici, tribunali sharaitici, addirittura anticipando le aspettative degli stessi musulmani, confermandoci vittime del relativismo, prigionieri del buonismo, credenti nel primato del dio denaro che ci impone di andare d'accordo costi quel che costi con chi ci fornisce il petrolio, il gas, i fondi sovrani e l'accesso ai loro mercati. 

Per la salvaguardia degli interessi materiali e per la paura di non riuscire ad arginare il terrorismo all'interno stesso dell'Occidente, i leader occidentali hanno favorito l'avvento al potere di regimi islamici che sono nemici della democrazia, predicano l'odio nei confronti degli ebrei, di Israele, dei cristiani, dell'Occidente stesso. Questo è accaduto all'insegna della cosiddetta “Primavera araba”, la più grande mistificazione della storia recente del Medio Oriente.

Una ragione fondamentale della capitolazione ai Fratelli Musulmani ma anche dei Salafiti è la crisi economica. Per la guerra al terrorismo islamico in Afghanistan, Iraq, Somalia e Yemen, l'Occidente ha speso oltre 4 mila miliardi di dollari. Il costo delle vittime umane è semplicemente terrificante: 225.000 morti, 365.000 feriti, 7 milioni e 800 mila rifugiati e dispersi dal 2001 al 2011.

Ebbene se nel 1989, data che con il crollo del Muro di Berlino avvia la dissoluzione dell'Unione Sovietica e del Blocco comunista, la spesa militare degli Stati Uniti era di 526,271 miliardi di dollari, da allora ha continuato a calare fino a ridursi a 375,893 miliardi di dollari nel 2000. E' dal 2001 che ha ripreso a salire fino a superare i 710 miliardi di dollari nel 2011.

L'insieme dell'Unione Europea spende per la difesa 300 miliardi di dollari all'anno, meno della metà degli Stati Uniti che si accollano il 75% delle spese della Nato quando erano il 50% nel 2001. Dato che per gli Stati Uniti il contenimento della spesa militare è diventato un obbligo per ridurre l'indebitamento pubblico che è il più elevato al mondo, pari a 15.476 miliardi di dollari, circa il 100% del Pil (Prodotto Interno Lordo), dal 2005 con l'allora presidente Bush Junior gli americani decisero di scendere a patti con i Fratelli Musulmani immaginando che alleandosi con loro avrebbero sconfitto Al Qaeda.

Oggi i Fratelli Musulmani sono al potere in Marocco, Tunisia, Libia, Egitto, Yemen e stanno per conquistare il potere in Siria così come sono forti in Giordania. Al Qaeda è molto più forte e controlla dei territori nel nord del Mali, in Nigeria, Somalia e Yemen. In Afghanistan Obama sta trattando con i Taliban i termini del ritiro delle forze americane nella duplice illusione che i Taliban possano condividere il potere con il presidente filo-americano Karzai e assicurare  che non sosterranno più il terrorismo islamico globalizzato.

Ci sono delle similitudini tra la realtà che nel Settimo secolo portò all'islamizzazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, riducendo sempre di più la presenza dei cristiani e degli ebrei, e la realtà odierna. I cristiani sono divisi al loro interno e finiscono per corteggiare i musulmani perché hanno paura. L'islamofobia verrà bandita per legge in tutti gli stati europei, in ottemperanza ad una prima risoluzione, la 16/18 approvata dalla Commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite a Ginevra nel marzo 2011 che contempla la lotta contro l'intolleranza, gli stereotipi negativi, la stigmatizzazione della discriminazione, l'incitamento alla violenza, l'uso della violenza contro le persone sulla base della loro appartenenza religiosa. Per la verità quest'insieme è esattamente ciò che ritroviamo nel Corano e nella predicazione d'odio, di violenza e di morte delle moschee, ma incredibilmente si ritorcerebbe contro coloro che non vogliono sottomettersi all'islam, al Corano, a Maometto e alla sharia, la legge imposta dal loro Allah.

Se vogliamo salvare il diritto alla vita e alla libertà delle minoranze oggi, dobbiamo conoscere la verità e avere il coraggio di agire con coerenza. Quando nel 2003 il giovane ebreo-americano Nick Berg fu sgozzato in Iraq dal luogotenente di Bin Laden, Al Zarqawi, disse: “Faccio a te quello che Maometto fece agli ebrei”. Ed effettivamente Maometto nel 627 alle porte di Medina partecipò di persona alla strage di circa 800 ebrei della tribù dei Banu Qurayza con questo atroce rituale, nel convincimento che in questo modo la testa non si ricongiungerà mai più al corpo nel Giorno del Giudizio universale.

Noi abbiamo il dovere di dialogare e convivere con tutte le persone di buona volontà, compresi i musulmani, ma al tempo stesso abbiamo il diritto ad usare la ragione per entrare nel merito dei contenuti del Corano e della vita di Maometto, e soprattutto abbiamo il dovere di amarci salvaguardando il nostro legittimo diritto alla vita, alla dignità e alla libertà. Non possiamo far finta che oggi non sia in atto una guerra contro gli ebrei, i cristiani, gli infedeli, gli apostati, le donne, i liberali musulmani. E a questa guerra noi dobbiamo contrapporre la determinazione a essere pienamente noi stessi ovunque nel mondo.

 

Noi potremo salvaguardare il nostro legittimo diritto alla vita, alla dignità e alla libertà solo se riscatteremo il nostro diritto-dovere a usare la ragione e se recupereremo il sano amor proprio. In questo percorso mi illuminano le esortazioni evangeliche “Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi”, “Sia il vostro parlare sì sì no no”, “Ama il prossimo tuo così come ami te stesso”, dove dobbiamo capire che se prima non ci amiamo non potremo mai amare il prossimo ma finiremo per capitolare all'arbitrio del prossimo. Dobbiamo saper distinguere tra le persone e la religione, tra i musulmani e l'islam, rispettando tutti senza discriminare nessuno ma senza tuttavia legittimare automaticamente e acriticamente l'islam a prescindere dai contenuti del Corano e dalla realtà di Maometto. L'uso della ragione ci porta a prendere atto che ci sono dei musulmani moderati ma che l'islam non è una religione moderata perché il Corano e Maometto predicano l'odio, la violenza e la morte contro i non musulmani. Il recupero del sano amore per noi stessi ci porta a salvaguardare la civiltà che ci garantisce il diritto alla vita, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta, la democrazia sostanziale, il benessere materiale, la pace tra i popoli. Più vado avanti, più mi guardo attorno, più valuto il tutto, più mi convinco che il futuro della civiltà laica e liberale, democratica e dello stato di diritto, dipenderà dalla sua capacità di prendere le distanze dall'islam come religione senza discriminare i musulmani come persone.

Purtroppo quest'Occidente relativista, materialista, multiculturalista e islamicamente corretto sembra votato al suicidio. Ha pienamente legittimato l'islam come religione, favorisce la diffusione delle moschee, aiuta gli estremisti a imporre delle dittature islamiche in Medio Oriente. Qui da Gerusalemme dico che ci salveranno i cristiani fuggiti dalla persecuzione islamica e Israele. Solo chi ha vissuto sulla propria pelle la tirannia dell'islam saprà convincere l'Occidente sulla verità dell'islam. E solo Israele, l'unico Stato al mondo di cui la totalità dei paesi islamici non ne riconosce il diritto ad esistere come Stato del popolo ebraico e alcuni di loro proclamano pubblicamente di volerlo annientare, saprà arginare e sconfiggere il terrorismo islamico. Ecco perché, ringraziandovi della vostra attenzione e scusandomi perché sono costretto a lasciarvi subito, concludo con i titoli di due miei libri che riassumono il messaggio di salvezza: “Grazie Gesù” e “Viva Israele”.

 Magdi Cristiano Allam

(Gerusalemme, 3 ottobre 2012)