Un mese fa, il 4 dicembre 2013, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale, nota come Porcellum, con cui sono stati eletti i Parlamenti dal 9-10 aprile 2006 a quello attuale eletto il 24-25 febbraio 2013.

Considerando che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano fu eletto la prima volta il 15 maggio 2006 dal primo Parlamento eletto con il Porcellum, che è stato rieletto per un secondo mandato il 20 aprile 2013 dall’attuale Parlamento eletto sempre con il Porcellum, se fossimo in uno stato di diritto Napolitano dovrebbe rassegnare le dimissioni, considerare decaduto il Governo in carica con il voto di fiducia del Parlamento eletto con il Porcellum, sciogliere il Parlamento eletto con il Porcellum accordandogli l’unico mandato di approvare una nuova legge elettorale con cui andare subito al voto.

Eppure Napolitano fa finta di niente e continua a considerare pienamente legittimi il Parlamento, il governo e se stesso. E con lui sono conniventi tutti i partiti, compresi chi – come il M5S – si sono limitati a contestare la legittimità della quota di parlamentari designati grazie al premio di maggioranza che, unitamente alle liste bloccate, rappresentano i due punti specifici che hanno portato la Consulta a bocciare il Porcellum. Perché se è incostituzionale la legge elettorale, sono da considerarsi illegittime tutte le istituzioni costituite sulla base della legge elettorale stessa, ossia il Parlamento, il Governo e il Capo dello Stato, e non solo una parte del Parlamento come pretenderebbe Grillo. Se veramente fosse del tutto coerente, Grillo dovrebbe chiedere ai parlamentari del M5S di dimettersi, creando di fatto le condizioni per andare subito a nuove elezioni, così come oltretutto vorrebbe Grillo.

Ugualmente dovrebbero essere considerati illegittimi tutti gli atti dei Parlamenti, dei Governi e del Capo dello Stato a partire dal 10 aprile 2006. Significherebbe che dovremmo considerare illegittimi l’Imu, il Fiscal Compact, il Mes (Fondo salva-Stati), il pareggio di bilancio.

Mi domando come sia possibile che in uno stato di diritto non ci sia un magistrato che sollevi un’obbiezione al fatto che, nonostante la sentenza di incostituzionalità della legge elettorale, tutte le istituzioni espresse dalla legge elettorale incostituzionale continuino ad operare come se nulla fosse accaduto, mentre dovrebbero essere considerare illegittime e rassegnare immediatamente le dimissioni. Possibile che il semplice fatto che Napolitano sia il Presidente del Consiglio superiore della Magistratura faccia sì che tutti i magistrati non sollevino un’obbiezione al suo operato anche se incostituzionale? Possibile che lo strapotere che Napolitano si è arrogato, stravolgendo la Costituzione, portandolo a operare come se fossimo in una Repubblica presidenziale che accorda al Capo dello Stato pieni poteri, è al punto tale da zittire l’intera Nazione e costringere tutte le istituzioni ad assecondarlo e sottomettersi al suo arbitrio? Dobbiamo prendere atto che ormai l’Italia è stata trasformata in una dittatura retta da Napolitano per ordine dei poteri imprenditoriali e finanziari che governano l’Unione Europea?

Ebbene se questa è la realtà, allora noi italiani liberi e fieri, che amiamo l’Italia, che non ci sottomettiamo e non ci rassegniamo, dobbiamo mobilitarci e promuovere insieme un’autentica rivoluzione civile e democratica per riscattare lo stato di diritto, la legittimità delle istituzioni, la sovranità dello Stato, la libertà di scelta dei cittadini, la dignità di tutti noi come persone. Dobbiamo concordare e condividere l’organizzazione e un progetto di riforma dello Stato, dello sviluppo e della società che salvi gli italiani e faccia rinascere l’Italia. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo!