(Il Giornale, 14 agosto 2017) - È un fatto positivo che sia stata messa, del tutto o quasi, fine all'attività delle navi delle Ong che hanno incrementato a dismisura gli sbarchi sulle nostre coste dei «migranti». Ma non possiamo gridare vittoria. Sarebbe del tutto velleitario immaginare che sia stato risolto il problema della cosiddetta «accoglienza».
Prendiamo atto che si è arrivati alla convergenza tra governo e opposizione sulla valutazione critica nei confronti delle Ong grazie all'iniziativa di singoli magistrati non allineati, all'intraprendenza di cittadini non rassegnati, infine alla presa d'atto del governo che senza un contenimento degli sbarchi si sarebbe rischiata la guerra civile. Il governo italiano è l'ultimo in Europa ad aprire gli occhi sul tema genericamente indicato come «immigrazione», aprendosi con sano realismo un varco nella gabbia ideologica del catto-comunismo che da decenni imprigiona la nostra cultura e classe politica.
Ebbene, di fronte alla crescente sofferenza e incontenibile rabbia dei cittadini che si sentono discriminati dentro casa propria perché il governo accorda allo straniero ciò che non è concesso a milioni di italiani poveri, disoccupati e frustrati da uno Stato famelico, ladrone, vessatorio e aguzzino, finalmente oggi si tocca con mano che i problemi reali che concernono il vissuto e la quotidianità dei cittadini non hanno colore politico, non sono né di destra, né di centro, né di sinistra. Lo stesso dicasi per le soluzioni che si ispirano al buonsenso. Lo sanno benissimo i sindaci che ogni giorno hanno il fiato dei propri cittadini-elettori sul collo.
Se oggi il capo del maggior partito della sinistra sposa sostanzialmente la tesi dell'opposizione di destra, incentrata sullo stop a questa vera e propria auto-invasione, perché siamo noi a volere, a pianificare e a finanziare l'esodo massiccio di giovani dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Asia, e sull'aiutarli a casa loro affinché possano scegliere di viverci dignitosamente, significa che la politica italiana ha finalmente infranto il muro dei tabù e delle cecità delle ideologie dell'immigrazionismo, del relativismo valoriale, del globalismo che mira ad annientare gli stati nazionali e le identità localistiche.
Prima ci hanno detto che l'emergenza era salvare le vite dei disperati in mare. Poi che l'emergenza è salvarli al largo delle coste libiche a prescindere dal fatto che siano o meno in pericolo di vita. Ora ci dicono che l'emergenza è salvarli dalle condizioni disumane che versano sul territorio libico. Si faccia un altro passo all'insegna del sano realismo e del sano amor proprio concordando che l'obiettivo politico dell'Italia è bloccare questa auto-invasione, porre fine alla follia suicida dell'auto-sostituzione etnica, aiutarli a vivere dignitosamente a casa loro. Ecco perché ci auguriamo che eliminate dalla scena le navi delle Ong, sinistra e destra pervengano ad un'intesa che sfoci nella salvezza degli italiani. Sì, gli italiani. Finora si è pensato a tutti fuorché agli italiani.
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