(comboninsieme.com) - Testimoni oculari riportano che milizie dei fratelli musulmani appositamente addestrate ed equipaggiate hanno provveduto in due soli giorni a saccheggiare, incendiare, distruggere oltre cinquanta chiese e istituzioni cristiane la maggior parte dedicate a servizio della popolazione senza distinzione religiosa, oltre a decine e decine di abitazioni, negozi e proprietà private costringendo gli abitanti a fuggire pena la morte per il solo fatto di essere cristiani. Alcuni assalti sono falliti per l’intervento deciso dei vicini musulmani contrari ai metodi violenti e riconoscenti verso i servizi forniti dalle istituzioni cristiane.
Un gruppo di egiziani residenti in Europa ha contribuito a far allestire un edificio a favore dei bambini di strada  a scopo educativo nella città di Minia a 250kms sud del Cairo. E stato inaugurato proprio quest’anno a Marzo grazie alla collaborazione di tutti i ceti sociali. Le due foto testimoniano l’immenso  dolore che proviamo oggi.
Centre social des Jésuites à Minia
 

MARZO 2013    

 

AGOSTO 2013       

 
 
Questi fatti non possono che far sorgere alcune considerazioni:
1-Non mi pare aver letto o sentito voci di religiosi musulmani levati a denunciare che la religione è estranea a questo tipo di violenza, a dissociarsi “scomunicare” i predicatori di violenza ovunque siano chiedendo per loro l’applicazione della legge penale. Incoraggiare loro a proclamare anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio. Guarda caso le violenze maggiore succedono di Venerdì all’uscita dalle moschee. 
2-Certo é che l’Europa ha interesse per un M.O. stabile, ma un siffatto obiettivo é possibile col promuovere lo sviluppo tecnologico, sapendo  unire o subordinare anche scambi culturali con criteri di reciprocità sopratutto per la gente semplice. 
3-istituzioni e politici stiano attenti che i buoni propositi scambiati a livello alto non rimangono veramente in alto senza raggiungere il popolo la gente semplice.