Cari amici, sono un vecchio di più di 82 anni, ma ho avuto un lavoro che mi ha permesso di creare centinaia di nuovi posti di lavoro, ho avuto sempre la passione per l'impegno politico, guidato da un padre (Cavaliere del lavoro) nipote di un grande liberale, Il senatore del Regno, Tito Sinibaldi.
Ho goduto della amicizia di Costa e di Carli, e di Beniamino Andreatta, con il quale speravamo che l'Italia volesse seguire la grande riforma di De Gaulle che aveva salvato la Francia dai mali che ancora angustiano l'Italia, l'impossibilità da parte del popolo di scegliere il capo dell'esecutivo ed i propri rappresentanti nel parlamento.
E la passione per la politica (un Papa che è un Gesuita - la scuola che ho frequentato a Roma - incita tutti a occuparsi della politica per cercare di agire per "il bene comune", mi ha fatto sempre impegnare nella speranza di portare un contributo al miglioramento di una drammatica recessione che mette soprattutto i giovani in condizioni di non sperare in una vita piena, una vita che io, vecchio, ho vissuto sempre sperando in qualcosa di migliore da raggiungere.
Ma adesso veniamo al tema della mia speranza: COME RIUSCIRE A RIPRENDERE IL CONTROLLO DELLA NOSTRA MONETA PER RILANCIARE L'ECONOMIA.
Invece di discutere di cose assolutamente inutili sul futuro di Berlusconi, sui vincoli che ci impone la Merkel, vorrei trovare degli economisti che andassero in televisione a discutere su quanta moneta si dovrebbe stampare per rendere la nostra nuova moneta competitiva col dollaro che resta la moneta di riferimento ?
Ma mi domando pure se sarebbe meglio uscire subito dall'euro o se non sarebbe bene seguire le proposte di Roubini, di Krugman e di tanti professori italiani di economia (Paolo Savona, Giulio Sapelli, Realfonzo e tanti altri che nel 2010 avevano supplicato Napolitano di non permettere politiche di austerità che avrebbero seminato lacrime e sangue per i poveri italiani).
Keynes aveva predetto che “Se si ignora il problema della crescita il gettito fiscale dello Stato diminuirà e la situazione peggiorerà”.
Tutti gli economisti sostengono che sia meglio mettere l'euro in un migliore equilibrio con il dollaro che è la moneta della nazione con il PIL più alto del mondo, superiore del 20% a quello dell'intera eurozona.
E l'euro dovrebbe tornare al valore di partenza ossia a 85 centesimi di dollaro, che è il risultato di 100 (PIL eurozona) diviso 120 (PIL USA).
Tutti gli economisti sono dell'opinione che l'euro DEVE DIVENTARE UNA MONETA CON UNA BANCA DI ULTIMA GARANZIA E CON UN DIRETTORIO CAPACE DI GOVERNARLO IN MODO SOLIDALE E NON DIPENDENTE DA UNA SOLA NAZIONE, LA GERMANIA.
Uscire dall'euro è un grave problema, perché non si tratta di passare da una moneta valida solo in Italia ad una moneta divenuta la seconda moneta mondiale e utilizzata in tante nazioni.
Si tratta di passare da una moneta che ha corso in tante nazione ad una moneta a corso solo italiano, governata da Bankitalia che riprenda un proprio posto nel mondo.
E questo è il lato pratico che dei bravi economisti dovrebbero cercare di far capire agli italiani.
E portare l'esempio dell'Argentina, che aveva dichiarato di attribuire alla propria moneta, il Peso lo stesso valore del dollaro (un peso uguale ad un dollaro) non è la stessa cosa, perché non avevano cambiato la loro moneta. Peso era e peso era rimasto.
Per dare la sensazione che vogliamo uscire dall'euro (moneta comune) abbiamo due strade:
1) cominciare a stampare con la Banca d'Italia nuovi euro e con quelli pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni e ridare slancio all'economia.
Noi siamo e restiamo ancora uno Stato Sovrano e i tedeschi che fanno ?
Ci cacciano dalla moneta unica ?
2) oppure dovremmo stampare subito gli ITALEURO (O LA NUOVA LIRA CON VALORE UGUALE AD UN EURO) e dare 6 mesi di tempo ai cittadini per la conversione.
Forse i tedeschi capirebbero che facciamo sul serio.
Io sono convinto che bisogna prima cercare di far ragionare i tedeschi con un avvertimento: "se non attuiamo una politica che rispetti gli accordi di Maastricht sul Patto Stabilità e Crescita, usciamo dall'euro".
E a quel punto far capire che in Italia si è pronti alla famosa frase:
MUOIA SANSONE E TUTTI I FILISTEI E "ADDIO EURO E EUROPA".
Su Internet ho visto che il governo dell'euro è un "cane che abbaia ma non morde" perché ogni nazione è sovrana.
Non c'è il Presidente dell'eurozona, non c'è il Governo dell'eurozona.
Che fanno ? Ci cacciano o ci bombardano ?
Da più parti, soprattutto da rappresentanti di piccole e medie imprese si chiede di riprendere la vecchia lira e il governo della stessa per uscire dalla prepotenza della Germania che del PATTO DI AUSTERITA' E DI CRESCITA, vuole solo la AUSTERITA'.
Quello che non si riesce a capire come tra i politici che sostengono il Governo Letta, si seguiti a discutere di piccolissimi problemi come IMU e IVA e non si voglia attuare una forte politica verso la Germania che impedisce ogni CRESCITA.
L'Italia se ne dovrebbe fregare delle regole rigidissime imposte dalla Merkel e cominciare a stampare euro per rilanciare la propria economia.
A quel punto magari la Germania volesse fare Harakiri, sarebbe la fine delle loro fortune. Crollerebbe l'euro come pronostica il giornale più letto in Germania, "Der Spiegel”: «Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia, statali e in pensione, qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro».
Un governo che volesse aiutare gli italiani ad uscire da una tremenda crisi, ci dovrebbe provare, profittando pure del semestre di guida italiana.
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Carlo Violati, nato a Roma nel 1931, figlio del Cavaliere del Lavoro Francesco Violati. Angelo Costa lo voleva come suo compagno nel Comitato dei Probiviri di Confindustria; Guido Carli lo ha nominato "Consigliere incaricato per i Problemi del Mezzogiorno" in Confindustria. Per 30 anni è stato Consigliere Delegato del Gruppo Sangemini-Ferrarelle-Boario, portando le vendite da 100 milioni a 1.600 milioni. A lui si deve l'invenzione dello slogan "liscia, gassata o Ferrarelle". Presidente Ass. Ind. Terni per 4 anni; di Caserta per altri 4 anni. Per 8 anni Presidente Fedrterme.