Lo slogan del congresso è "In nome del Popolo sovrano" e Giorgia Meloni 37 anni, deputata, già vice presidente della Camera e ministro della Gioventù, che succede come presidente a Ignazio La Russa in conclusione del congresso di Fratelli d'Italia a Fiuggi non tradisce le attese.  Fdi si definisce un partito di "destra popolare" e rilancia nel proprio simbolo anche il logo di Alleanza Nazionale, per "ridare dignità alla politica". "Dobbiamo essere il cacciavite della storia che aggiusta l'idea che gli italiani hanno della politica. La politica non è strumento nelle mani di pochi e il nostro deve essere un movimento dove le regole sono chiare e trasparenti", sottolinea la neo presidente che conferma da parte di Fratelli d'Italia una ferma e dura opposizione in Parlamento riservando dure parole al premier Renzi: "È arrivato il momento di andare in Europa ed alzare la voce. Renzi va in pellegrinaggio dai suoi pari europei per farsi mettere il bollino blu sulle riforme. Ma così rischia di essere una marionetta caricata a molla". Il tema "No Euro" è il messaggio principale lanciato dalla formazione Fratelli d'Italia, come ha sottolineato la Meloni: "Finora mi avete sempre sentito dire parole di prudenza, ma di fronte alla sorda Germania, penso sia arrivato il momento di dire all'Europa che l'Italia deve uscire dall'Euro. Ci diranno che siamo populisti? Chi se ne importa. Meglio populisti che servi". Così, Fratelli d'Italia ha deciso di lasciare il Partito Popolare Europeo, guidato da Angela Merkel. "In questo congresso Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale ha scelto una linea chiara di destra e secondo il modello di Partito della Nazione. Il cuore di questa linea è la battaglia contro l'Euro, su cui va realizzata una vasta alleanza a livello nazionale ed europeo. Il congresso ha dato mandato al presidente Meloni di attivare tutti i confronti necessari per costruire queste alleanze dopo la nostra fuoriuscita dal Partito Popolare Europeo". Lo dice l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno che così fa il punto sulle prossime alleanze transnazionali in vista delle elezioni europee. Nel simbolo di Fratelli d'Italia riappare il logo di Alleanza Nazionale. An fu fondata proprio a Fiuggi nel 1995. Giorgia Meloni lancia ancora una campagna sulle proposte di legge per la cittadinanza agli immigrati: "Combatteremo contro la follia dello ius soli perché diventare cittadini italiani non è un automatismo, ma deve essere una scelta".

Magdi Cristiano Allam fa una requisitoria contro gli egoismi della Ue

I ragionamenti sull’Europa a Fiuggi partono tutti dalla feroce critica alla politica del rigore e ai vincoli depressivi della moneta unica, parole anche molto dure pronunciate dal neo presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. L’eurodeputato Magdi Cristiano Allam, incalza appellandosi a uscire dall’euro, “una necessità ormai vitale per la nostra sopravvivenza, per garantire i nostri diritti inviolabili, per liberarci da una dittatura finanziaria e bancaria” e aggiunge ”Io non ero a Fiuggi, quando nacque Alleanza nazionale, ma sono certo che con l’annuncio di oggi fatto da Giorgia Meloni, in cuiha sottolineato la necessità di uscire dall’euro, questo congresso segnerà una svolta storica nel nostro Paese. Noi non vogliamo una moneta padana, come la Lega, ma una moneta nazionale che salvi gli italiani…”.

Il percorso per una nuova Destra nazionale

Punto culminante di un percorso avviato con "Officina per l'Italia", la nuova formazione si pone come polo di aggregazione di una costellazione che va oltre la destra nazionale per abbracciare filoni cattolico-popolari, riformisti, liberal-conservatori. Numerose le presenze e adesioni al Congresso di Fiuggi: Assunta Almirante, Adolfo Urso, Giuseppe Cossiga, Magdi Cristiano Allam, Giulio Terzi, Antonio Guidi, Gianni Alemanno, Antonio Rinaldi, Gaetano Rasi, Franco Servello, Luigi Ramponi, Mario Landolfi, Isabella Rauti.

La Bussola Europea

Giorgia Meloni, indica nel "Manifesto euro-critico"  elaborato per il Congresso il punto di riferimento della "Nuova Destra". Un testo che prospetta l'abbandono della moneta unica nell’eventualità di mancata rinegoziazione delle politiche di austerità imperniate sul Fiscal compact e sul Meccanismo europeo di stabilità. Tesi che presenta affinità con gli obiettivi suggeriti dal noto economista Gustavo Piga, impegnato nel costruire un’alternativa realistica orientata allo sviluppo interna all’Unione monetaria. Ma tali argomentazioni vengono superate a favore dell’idea di abbandono della valuta unica. Visione in piena consonanza con gli studiosi che nel segno di un’offensiva radicale contro l’austerità finanziaria rivendicano il ritorno alla sovranità monetaria, tra cui Antonio Rinaldi, tra i più applauditi dalla platea di Fiuggi. La neo presidente Meloni non ha paura delle accuse di populismo. Troppo sorda, cinica, brutale la chiusura del governo di Berlino alle richieste di mutare il rigore assoluto sui bilanci. “Meglio populisti che servi”, grida dal palco rivendicando la natura di autentica europeista e l’estraneità di Fratelli d’Italia dal PPE. Palazzo Chigi, spiega l’ex ministro della gioventù, deve alzare la voce affinché le istituzioni comunitarie salvaguardino il made in Italy dalla concorrenza sleale e dal dumping delle aziende asiatiche che frodano il fisco. Ma tali misure non bastano. La nuova destra combatterà contro “la svendita coloniale e la spoliazione delle industrie strategiche nazionali a favore dei gruppi stranieri”. E osteggerà i condoni miliardari a vantaggio delle società da gioco “che lucrano sulla fragilità e disperazione”. Tema caldo resta l’avversione all’automatismo dello “ius soli” per riconoscere la cittadinanza ai cittadini immigrati. Riconoscimento che Meloni, intenzionata a mantenere il reato di immigrazione clandestina, è pronta a concedere ai figli di persone extra-comunitarie capaci di completare il percorso scolastico obbligatorio”. L’ex ministro per la gioventù ha osservato ancora che l’interruzione di gravidanza non può costituire un metodo anti-concezionale, e che i bambini non possono essere adottati da una coppia omosessuale solo per trasformare in diritto un capriccio egoistico. La priorità, rimarca, è un regime fiscale che renda vantaggioso far nascere i figli. E a Matteo Renzi ricorda come “il valore delle nostre scuole e le retribuzioni degli insegnanti sarebbero più elevati se la sinistra e il PCI non avessero considerato le strutture educative come gigantesco ammortizzatore sociale e ufficio di collocamento per i propri esponenti”.

Un partito diverso nel centrodestra alternativo a Forza Italia e NCD

È su tali idee-forza che Meloni punta a costruire una grande formazione di destra alternativa a Forza Italia e Nuovo Centro Destra. Un autentico Partito della Nazione, aperto alla partecipazione democratica e al merito dei più giovani, in grado di unificare e interpretare gli interessi del popolo e non della finanza, delle burocrazie europee, della massoneria. Una forza costruita con il lavoro capillare sul territorio anziché sulla cooptazione di persone che sanno dire Sì e chinare la testa. Per ora Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale guarda all’appuntamento elettorale europeo, che grazie a regole proporzionali rappresenterà il primo banco di prova per saggiare tenuta e adesione popolare. La priorità è marcare l’identità di un partito che “negli ultimi anni ha combattuto da solo per difendere le idee di centro-destra. Al contrario dei potenziali partner che hanno votato la svendita agli istituti creditizi privati della Banca d’Italia, l’azzeramento del fondo per le vittime della mafia per reperire risorse a favore dell’accoglienza degli immigrati, i decreti svuota-carceri”. Ai “fratelli divisi” del Movimento Allenza Nazionale che criticano la scarsa purezza della fiamma inserita nel simbolo della nuova formazione, Meloni lancia invece una frecciata velenosa: “Sarebbe molto curioso ritrovarli candidati in Forza Italia”. Il ragionamento su un percorso condiviso nel centro-destra è profondamente legato al destino della riforma elettorale. Fratelli d’Italia ritiene irrinunciabile l’adozione delle preferenze. Se verrà “confermata l’architettura oligarchica dell’Italicum con la previsione delle liste bloccate”, Meloni promette consultazioni primarie per la scelta dei candidati al Parlamento in ogni collegio plurinominale. Con identico spirito annuncia l’impegno per una revisione presidenziale della Costituzione e per l’abrogazione dell’istituto dei senatori a vita.

La mozione finale del Congresso

Il congresso di FdI-An ha approvato, oltre alla relazione finale di Giorgia Meloni, la mozione conclusiva che riassume i punti programmatici del movimento. Per quanto riguarda le riforme questi gli obiettivi di FdI: elezione diretta del presidente della Repubblica, revoca dei ministri da parte del premier, riduzione dei poteri legislativi delle Regioni, Senato delle autonomie, legge elettorale che garantisca la possibilità di scelta degli elettori. L’altro aspetto su cui si concentrerà l’azione del nuovo soggetto è la competività e la riduzione dell’oppressione fiscale anche attraverso l’introduzione del quoziente familiare. “Vogliamo – si legge nella mozione – permettere ai contribuenti di scaricare tutte le fatture dalla dichiarazione dei redditi in modo da far emergere l’economia in nero”. FdI sosterrà le politiche di riduzione dei costi della politica e degli sprechi. Sul modello di sviluppo così recita la mozione finale: “Vogliamo un modello di sviluppo che si fondi realmente sulle vocazioni e sulle competenze distintive del nostro popolo, difendendo gli asset naturali e i distretti produttivi del made in Italy”.

FdI intende difendere la vita, dal concepimento alla morte naturale, tutelare le famiglie numerose, il ceto medio impoverito, salvaguardare la spesa sociale. Importante anche il capitolo su sicurezza e legalità: “Rifiutiamo radicalmente la scorciatoia delle amnistie e dei condoni”. “Contrastiamo la diffusione del gioco d’azzardo e delle slot machine che stanno trasformando la ludopatia in una vera emergenza nazionale”.

Quanto all’immigrazione la mozione finale riporta questi obiettivi: “Bloccare i flussi migratori fino a quando il tasso di disoccupazione in Italia sarà superiore alla media europea”. Viene ribadita l’avversione allo ius soli e si dichiara che FdI è per il mantenimento del reato di immigrazione clandestina.

Un ampio capitolo della mozione riguarda l’Europa e l’uscita dall’euro. “Se l’Italia non esce dall’euro rimane forte il rischio di trovarci nella stessa situazione in cui oggi si trova la Grecia e sono le autorità europee che ci devono convincere del contrario. Per questo i nostri parlamentari europei non aderiranno al Ppe e fin da oggi viene dato mandato al presidente nazionale di trovare in Italia e in Europa nuove alleanze in grado di difendere l’Europa dei popoli e delle autonomie dall’oppressione burocratica di Bruxelles”.

FdI-An, presentandosi come partito della nazione, è soggetto sensibile alla difesa della sovranità nazionale: sul caso dei due Marò propone il ritiro delle truppe italiane dalle missioni di pace se dovesse continuare la ingiusta detenzione dei due militari ma oltre a questo aspetto si sottolinea anche la necessità di difendere il made in Italy dalla concorrenza sleale delle merci che vengono prodotte in paesi che non rispettano le regole sociali e ambientali.

Il nuovo soggetto nato a Fiuggi raccoglie “l’innovazione di Fratelli d’Italia, l’eredità di An e il lavoro dell’Officina per l’Italua, vuole fare pesare questo discorso all’interno del centrodestra italiano, rifiutando mediazioni al ribasso e compromessi finalizzati soltanto a risultati immediati. Per costruire le nuove alleanze del centrodestra poniamo come condizione irrinunciabile lo svolgimento delle primarie di coalizione per la scelta del candidato premier”.

Al termine dei lavori del congresso è stato anche eletto un ufficio di presidenza che ha il compito di coadiuvare l’attività del presidente Giorgia Meloni.

Sono stati chiamati a farne parte Ignazio La Russa, Guido Crosetto, Gianni Alemanno, Fabio Rampelli, Massimo Corsaro, Edmondo Cirielli, Magdi Cristiano Allam e Antonio Guidi.