(http://canali.kataweb.it/)È una nuova moneta, ma il secessionismo non c'entra nulla. Il Sardex ha creato un mercato parallelo dove si scambiano beni e servizi. E dopo aver convinto gli imprenditori, ora la valuta si estende anche ai consumatori, che potranno fare acquisti per la vita di tutti i giorni accumulando bonus

Comprare senza soldi oggi si può. Almeno in Sardegna (e presto anche in altre regioni) grazie aSardex.net, una rete di imprese locali che si scambiano beni e servizi tra di loro senza spendere un euro. Come? Operando in unmercato complementare e parallelo rispetto a quello tradizionale, dove tutte le compravendite avvengono proprio con il Sardex, un'unità di conto digitale dal valore di un euro che misura debiti e crediti all'interno del circuito. Un circuito che piano piano si sta ora aprendo anche ai privati consumatori, che presto potranno acquistare praticamente qualunque cosa senza intaccare il conto in banca. 

Abbigliamento, alimentari, informatica, arredamento, ma anche una cena al ristorante, una camera in albergo, o ancora un commercialista, fotografo, dentista e veterinario. Nella rete Sardex.net (acronimo per Sardinia exchange network) si trova di tutto. Nata nel 2010 grazie all'intuizione di quattro amici – Carlo Mancosu, Giuseppe e Gabriele Littera e Franco Contu, ai quali si è poi aggiunto Piero Sanna – conta oggi circa 1250 imprese sarde iscritte e dà lavoro a una trentina di persone. “Abbiamo raggiunto i nostri primi obiettivi – dice Carlo Mancosu – creare un circuito sano e virtuoso e dei posti di lavoro non solo per noi ma anche per altre persone”. Sardex infatti non è una nuova forma di baratto, quanto una sorta di camera di compensazione dove le aziende si finanziano reciprocamente a tasso zero, acquistando e vendendo beni e servizi che producono e che spesso hanno difficoltà a vendere nel mercato dell'euro. 

Come si entra in Sardex.net? Per entrare nel circuito un'azienda interessata non deve far altro che inviare la richiesta tramite il modulo online e prendere un appuntamento con il team di Sardex che verificherà che nel mercato ci sia un'effettiva richiesta del bene o del servizio offerto. Se viene accettata, l'impresa dovrà pagare una quota d'ingresso che va dai 150 euro ai mille euro in base alle sue dimensioni. Oltre a questo c'è un canone annuale versato in cambio dei servizi che Sardex.net offre: area broker con dieci professionisti che assistono le imprese in ogni momento; un portale di informazioni, un magazine interno e un servizio di newsletter per far circolare le informazioni più facilmente, un conto online e soprattutto l'attività dinetworking nell'intero territorio sardo, con incontri tra le aziende già nel circuito e quelle che potrebbero entrarvi, per ampliare la rete. 

Dall'azienda al dipendente. Dopo oltre tre anni dal suo debutto, la rete Sardex.net inizia ad aprirsi anche ai privati cittadini.
Un primo programma si chiama B2E, che sta per “Business to Employee” e permette ai dipendenti delle aziende che fanno parte del circuito di poter comprare a loro volta beni e servizi all'interno della rete tramite anticipazioni di stipendio, bonus o premi di produzione che, anziché essere pagati in euro, vengono pagati in Sardex. Ai dipendenti viene quindi data una carta o un conto dove il datore di lavoro “versa” i crediti Sardex che il dipendente potrà poi spendere come vuole all'interno del circuito. Nel caso si tratti di un anticipo dello stipendio il lavoratore lo restituirà poi al datore, in euro, a interessi zero come decurtazione dal proprio salario. “In questo modo – spiega Mancosu – le imprese hanno la possibilità di ripristinare i bonus salariali e tutti quegli incentivi che erano stati sospesi per mancanza di liquidità. Noi sappiamo quanto questi premi siano importanti per i lavoratori e come contribuiscano a migliorarne il lavoro, e per questo abbiamo pensato alla possibilità che venissero pagati tramite Sardex. Così il lavoratore vede aumentare il proprio potere d'acquistoe allo stesso tempo contribuisce a far girare l'economia all'interno del circuito”. 

Un sardex per tutti. Il prossimo passo al quale il team di Sardex sta lavorando è quello di permettere a tutti i consumatori di fare acquisti all'interno della rete usando questa “moneta virtuale”. Il meccanismo sarà molto simile a quello della fidelizzazione: il consumatore interessato potrà iscriversi al circuito presso uno degli esercenti che già ne fanno parte, riceverà una carta e da quel momento per tutti gli acquisti fatti in ognuna delle imprese aderenti alla rete riceverà una ricarica in Sardex che potrà andare dal 5 al 30 per cento della spesa effettuata. I crediti saranno depositati nel suo conto e usati per fare acquisti all'interno della rete. 

“Questo è più importante di un semplice sconto – spiega ancora Mancosu – perché i soldi che si risparmiano grazie ad uno sconto vengono poi spesi dal consumatore come e dove preferisce e non per forza nell'ambito del sistema economico locale. Le ricariche Sardex, invece, diventeranno un affare per le altre aziende del circuito che potranno così crearsi nuovi clienti, e daranno la possibilità ai consumatori di acquistare beni e servizi che magari non potrebbero permettersi se dovessero pagarli in euro”. E così tutto rimane nel territorio. 

Oltre i confini. Da qualche mese questo modello ha superato i confini dell'isola. Ai cinque ragazzi sardi sono arrivate richieste da molte altre regioni d'Italia per avviare realtà simili anche nei loro territori. È così è nata Sicanex in Sicilia, che in sette mesi di vita conta già 120 aziende iscritte, e Piemex in Piemonte, ancora in fase di avvio. Altri circuiti stanno per partire nel resto dell'Italia, supportati dalle conoscenze e dagli strumenti del team sardo..