«DISOBBEDIENZA CIVILE». La annuncia Giuseppe Graziani, presidente di Cobas Imprese «se il Governo non risponderà alle nostre proposte» presentate lo scorso 30 novembre durante l’ULTIMATUM DAY a piazza Montecitorio dai comitati di base di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e partite iva schiacciati dalla pressione fiscale.
«Riduzione delle tasse, sostituzione della macchina assassina “Equitalia” e la riduzione dei costi della burocrazia sono i punti principali avanzati al Governo (comprese le soluzioni su dove prendere le risorse). Adesso queste mozioni devono essere inserite nella Legge di Stabilità. Diversamente, l’Italia intera si mobiliterà il 6 gennaio in tutte le piazze. Raccoglieremo le firme per denunciare alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo la persecuzione vessatoria dello Stato nei nostri confronti OSSERVANDO LA RESISTENZA FISCALE (non si pagheranno più i tributi oltre la ragionevole soglia così come stabilito dall’articolo 53 della Costituzione Italiana).
Il nostro – afferma Graziani – è un impegno civile e concreto che abbiamo preso con noi stessi, i lavoratori che rappresentiamo e con quelli che, per colpa di queste tasse non ci sono più. Il tempo non è mai stato così prezioso. Per questo non bisogna perderlo dietro le finte lotte“politichesi” a colpi di hashtag, né gridando nelle strade e nelle piazze dove il “Movimento del 9 dicembre” e il “Movimento dei Forconi” riesce solo a raccogliere lo scontento della gente senza però riuscire a concretizzare nulla. Lo avevamo già visto lo scorso anno. Lo stiamo rivedendo adesso con l’aggravante delle spaccature.
Non basta voler mandare tutti a casa. A tutto il popolo delle imprese e delle partite iva diciamo che la lotta si vince se c’è strategia e unità, non esaltazione e pressapochismo. Il bene del Paese può essere raggiunto solo se in campo si mettono proposte serie, ferme e incontestabili anche di fronte alla legge, capaci di offrire una svolta ed una soluzione. Le parole devono lasciare spazio ai fatti.
Cobas Imprese ha dato il suo contributo con manifestazioni nonviolente dove da un lato ha dato voce al malcontento dall’altro, però, ha proposto soluzioni.
Ora tocca al Governo dimostrare di essere all’altezza del cambiamento e dell’inversione di marcia al di là delle chiacchiere nei congressi di partito o nelle solite marce dei sindacati massimalisti ed imbroglioni.
Abbiamo spiegato - sottolinea Graziani - proposte ed obiettivi da raggiungere per salvare il nostro amato Paese alla mercè di parassiti ed incapaci schiavi di ordini internazionali, senza essere mai stati capaci di alzare la testa con dignità e rigore come invece facciamo noi ogni giorno nelle nostre botteghe».
La dead-line è dunque fissata.
«Il 6 gennaio la Befana porterà al Governo il “carbone” che merita. A legittimare la DISOBBEDIENZA E LA RESISTENZA FISCALE saranno le milioni di firme raccolte nelle piazze italiane. Bisognerà prendere atto che, guidati dall’Articolo 53 della Costituzione, tutti gli italiani di buona volontà e di buonsenso, staccheranno la spina, indirizzando il Paese verso la via della salvezza.
Graziani dunque invita il popolo alla disobbedienza civile - lotta non violenta - che va oltre il “movimentismo rabbioso e confusionario fai da te”.