Il ministro della Difesa Mario Mauro, nel corso di un incontro con gli europarlamentari italiani a Bruxelles, ha espresso una valutazione critica nei confronti dei Fratelli Musulmani, che vi proponiamo. Queste sono le sue parole:

“Nessuno nasconde le difficoltà, che ci sono oggi nei paesi dell'area sud del Mediterraneo. Siamo tutti consapevoli che il tentativo portato avanti dai Fratelli Musulmani, che meglio di ogni altra cosa è stato sintetizzato dal pronunciamento fatto davanti alla visita dei parlamentari europei all´indomani della cosiddetta "Primavera dei gelsomini", e cioè il posizionamento di Ennahda, che diceva in quei giorni: "Risponderemo ad ogni problema economico e sociale del paese con questo programma politico, e il programma politico è l'Islam", ha un forte limite, non solo ideologico, ma soprattutto economico, soprattutto di programma, capace di trovare risposte ad un bisogno che torno a ricordare, nasce delle vie di Sidi Bou Said, soprattutto in ragione di un disagio economico ed occupazionale, quello della prima vittima di quella tragedia.
E´ su questo terreno che il presidente Morsi ha perso il contatto col proprio popolo dopo aver ottenuto realmente una vittoria elettorale alle elezioni seguite alla vicenda di piazza Al Tahrir. Quindi, il fatto che oggi la Fratellanza sia vissuta in modo estremamente critico, sicuramente in Egitto ma a vari livelli anche in Tunisia, deve profondamente interrogare noi perché nel dialogo con questi paesi, siamo capaci di alimentare coloro che mettono sul piatto risposte praticabili per la propria gente per trovare un futuro migliore. Evidentemente questo va fatto salvaguardando  quei principi di democrazia che non possono consentire di trattare nessuno senza il rispetto dei propri diritti. E credo che all´interno di questa riflessione, stia non solo il tentativo italiano ma anche il tentativo di quei paesi che in Europa vogliono che delle buone ragioni prevalgano in questo momento per l'area sud del mediterraneo, considerando che un Mediterraneo destabilizzato per i prossimi 50 anni  avrebbe conseguenze letali anche in ordine a un altro aspetto: quella superficie d´acqua, che è l'1 % della superficie d´acqua mondiale, contiene il 20% dei traffici che siano fatti oggi nel mondo”.